Caro energia: dieci aziende in rete per autosostenersi con il fotovoltaico

Sabato 30 Luglio 2022 di Mattia Zanardo
Un'immagine d'archivio di pannelli fotovoltaici installati sul teto di un'azienda

TREVISO - L’avanguardia delle comunità energetiche rinnovabili tra imprese nella Marca muove dall’area industriale San Michele, tra Pieve di Soligo e Sernaglia della Battaglia. Qui, infatti, a ridosso delle Colline del prosecco patrimonio dell’Umanità Unesco, sta prendendo forma una delle nuove “unioni” per autoprodurre e condividere energia da fonti non fossili, tra le primissime a livello regionale e non solo. Una decina di aziende sono pronte a partire. Il progetto coinvolge alcune imprese della zona (ed altre potranno entrarne), con Assindustria Venetocentro a svolgere un ruolo di facilitazione e coordinamento dell’operazione. «L’obiettivo è anche dar vita ad modello che poi possa essere esportabile anche in altre realtà», ha spiegato Giuseppe Milan, direttore generale dell’associazione degli industriali trevigian-padovani. 


OASI SMART

La comunità energetica rinnovabile si inserisce in una serie di iniziative portate avanti negli anni, in origine sotto la denominazione “Smart Oasis”, dalle imprese, da Avc e dai comuni di Pieve e Sernaglia per riqualificare e rendere più accessibile questa area produttiva, tra le maggiori della provincia (oltre 1,3 milioni di metri quadrati, circa 150 ditte insediate con almeno 3mila addetti), sfociate anche in una apposita associazione. Le ditte promotrici - una decina - logicamente rappresenteranno il bacino primario anche per la comunità (salvo capire chi vorrà e potrà aderire). Tra queste anche la Gugel, realtà specializzata nei trasporti, in particolare dei mobili. L’operazione si inserisce in un percorso di transizione ecologica, alla quale l’azienda ha destinato oltre 10 milioni di euro in un biennio: «Abbiamo sempre investito tanto, non solo nei mezzi (il 99% della flotta ha motore euro 6) e in tecnologia nei nostri magazzini - spiega il direttore operativo Giuliano Guidotto - ma ora per esempio anche nello sviluppo di impianti fotovoltaici per valorizzare l’energia rinnovabile.

Abbiamo continuato a farlo anche negli ultimi due anni, se pur particolarmente difficili. Possiamo dire che green è meglio, non solo perché miglioriamo la vivibilità nel nostro pianeta, ma anche perché veniamo sempre più apprezzati per questo nostro sforzo, dai nostri clienti più sensibili». 


RETI LOCALI

Introdotte per legge di recente (anzi, manca ancora parte delle disciplina di dettaglio), le “comunità” sono un’associazione giuridica tra vari soggetti allo scopo di creare una sorta di mini rete locale per la produzione di energia “green” e il consumo pressoché a chilometro zero. Si pensi ad un impianto fotovoltaico sul tetto di uno stabilimento: solo una porzione dell’elettricità generata viene utilizzata per l’edificio stesso, il surplus, anziché venire ceduto al gestore nazionale e essere reimmesso nel circuito indistinto, così come avvenuto finora per i singoli utenti, potrà essere distribuito tra i vari aderenti. I pannelli solari sono, naturalmente, la tecnologia prevalente, ma, dove le condizioni lo permettessero, il sistema può applicarsi, allo stesso modo, per esempio, ad una piccola centrale idroelettrica o alla geotermia (cioè lo sfruttamento del calore naturale del sottosuolo). L’autoproduzione e l’autoconsumo di questo tipo presentano, innanzitutto, dei vantaggi sul piano ambientale, a partire dalla riduzione delle emissioni di Co2. A questo, però, si aggiungono anche benefici economici: dalla riduzione su costo della corrente, oneri di rete e relative imposte fino alle agevolazioni sugli impianti. Per un’utenza domestica il risparmio in bolletta può arrivare in media a 500 euro all’anno, per un’impresa, che ovviamente ha consumi ben superiori, le cifre si moltiplicano in proporzione. 


LE ADESIONI

Il progetto pilota dell’area industriale San Michele sta procedendo nella raccolta dei partecipanti: l’interesse da parte dalle aziende (come peraltro in altre località) è notevole, fanno sapere da Assindustria Venetocentro. A riprova di quell’attenzione e di quella sensibilità verso l’autoproduzione energetica e la sostenibilità ambientale dimostrate ormai da parecchi anni da famiglie e imprese trevigiane, come ricorda lo stesso Milan. Via via verranno effettuate le verifiche tecniche su presenza di impianti fotovoltaici o di altre tecnologie, fabbisogni energetici dei candidati, caratteristiche delle infrastrutture e così via. Nel frattempo, si attende che venga emanato anche un necessario decreto attuativo: l’obiettivo è proprio quello di essere pronti a costituire la comunità e a farla diventare operativa non appena il quadro normativo sarà completo. La scelta di partire da questa zona, peraltro, non è casuale. 

Ultimo aggiornamento: 16:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci