Marinese: «Caro-energia, serve una vera strategia. Generali, sì al piano Costamagna-Cirinà»

Giovedì 7 Aprile 2022 di Maurizio Crema
Vincenzo Marinese

Confindustria lancia l'allarme: i rincari energetici rischiano soprattutto di abbattersi sulle piccole imprese e di fermarne la produzione. «Questa crisi purtroppo sta mettendo in difficoltà anche le grandi imprese, ma le piccole sono certamente le più vulnerabili perché costerà di più produrre e diventerà più difficile anche restituire le rate dei prestiti d'emergenza contratti nella pandemia - avverte Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia Rovigo - per questo chiediamo di allungare i tempi di ammortamento di questi finanziamenti a 15-20 anni e di varare strumenti di capitalizzazione su misura delle Pmi».


Non bastano gli aiuti alle imprese decisi dal governo?
«Le misure tampone del governo non possono durare due mesi ma devono essere di maggior respiro.

Bisogna equiparare quest'emergenza a quella del Covid, quindi prevedere tagli fiscali e sugli oneri in bolletta strutturali o almeno fino a fine anno. E allungare i tempi di pagamento dei prestiti contratti durante la pandemia e garantiti dallo Stato almeno a 15-20 anni: questo ci permetterebbe di avere più liquidità per l'oggi e più merito creditizio per domani, passo per poter pagare anche le rate delle bollette, magari allungandone i tempi oltre i 24 mesi. Poi c'è il tema del tetto sul prezzo del gas, da fare subito a livello europeo o italiano. Io fisserei addirittura un gettito fiscale complessivo dalle fonti energetiche ai livelli degli incassi 2019, cioè pre pandemia. Dobbiamo agire subito e in maniera decisa: qui tutto aumenta e non siamo preoccupati solo noi imprenditori, ma anche i nostri collaboratori. Purtroppo però non vedo un piano strategico per affrontare quest'emergenza».


Cosa deve fare il governo?
«Primo, abbattere il cuneo fiscale per mettere più soldi in tasca ai nostri dipendenti. Due: defiscalizzare il prezzo dell'energia per abbassarlo. Tre, sburocratizzare i progetti: è normale che io non possa mettere i tetti fotovoltaici a casa mia perché ci sono problemi con la sovrintendenza? Quattro: non puntare solo sulle energie rinnovabili ma accelerare anche su altre fonti d'energia, come il bio metano e i termovalorizzatori. Cinque: più estrazioni di gas, la Croazia aumenta la sua produzione in Adriatico e noi dormiamo. Questa crisi e le sanzioni alla Russia peseranno inevitabilmente sulla nostra vita quotidiana, soprattutto sul nostro territorio. Ma con la politica non c'è un dialogo costruttivo, sembra che abbiano tutte le ricette giuste loro. Noi vogliamo crescere: solo con un'industria sana e tecnologicamente avanzata potremo dare stabilità ai nostri figli, incentivare la natalità. Per far questo vogliamo rinnovare anche le relazioni tra le parti sociali, passando dalla partecipazione alla condivisione di nuove progettualità, e diffondere sempre di più la cultura d'impresa. Lo dobbiamo a chi c'è ora e a chi verrà, perché il futuro è nelle nostre mani».


A proposito di cultura d'impresa e di futuro, come vede quello di Generali?
«L'impegno di Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio in Generali è il ritorno del vero capitalismo, quello che non esita ad assumersi le proprie responsabilità attraverso un'assunzione diretta del rischio con l'investimento. E non può che far piacere che due imprenditori come loro abbiano deciso di puntare ancora una volta sull'Italia e sul Nordest».


Che cosa pensa del piano di sviluppo presentato al mercato da Caltagirone e dai manager che ha indicato a guidare il rinascimento della compagnia: Costamagna e Cirinà?
«Il piano di Caltagirone mi sembra costruito su basi solide, razionale, ambizioso, ma con obiettivi raggiungibili di crescita e di redditività. Anzi, sono convinto che potranno anche essere superati. Come tutti i piani ben fatti, tiene sicuramente conto di diversi scenari possibili e di un mondo sempre più incerto come l'attuale, che non porta solo crisi ma anche opportunità. Caltagirone, Costamagna e Cirinà credo che le sapranno cogliere in pieno. Lo dimostra anche la reazione molto positiva del mercato, col titolo di Generali in continua ascesa».


Confindustria come sta vivendo questo passaggio così cruciale per Generali, una delle più importanti multinazionali d'Italia e tra le prime compagnie europee?
«Credo che tutta Confindustria, come me, stia seguendo con molta attenzione la partita che si gioca per il futuro delle Generali e credo che vi sia molto apprezzamento per l'impegno in prima persona di Caltagirone e Del Vecchio».

 

Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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