Gli ultimi muli alpini salvati dal macello: il ricordo del grande cuore di Antonio De Luca

Domenica 18 Giugno 2023 di Simone Tramontin
Muli alpini sul passo San Boldo

BELLUNO - Onore all'ultimo mulo truppe alpine. Migliaia le penne nere che hanno affollato la caserma "Salsa" di Belluno, dove è in corso il Raduno Triveneto. Una cerimonia solenne, alla presenza delle massime autorità, ha reso omaggio a un soldato speciale: Iroso, l'ultimo mulo della storia alpina italiana. Una rievocazione suggestiva. È così che la sezione alpina vittoriese, custode per oltre 30 anni del mulo, ha deciso di mettere al centro del raduno che si sta svolgendo ai piedi delle Dolomiti un suo protagonista inedito, scomparso nel 2019, riportando a casa il basto di Iroso, la dura sella in legno portata sul dorso durante il suo servizio, per regalarla al Settimo Reggimento. L'idea di veicolare il valore alpino partendo da un animale diventato un'icona. A spiegare l'iniziativa il vicepresidente della sezione di Vittorio Veneto, Roldano De Biasi: «Il mulo, nella storia della vita alpina, era di vitale importanza e la storia di Iroso è uno spunto per stimolare il ricordo e l'interesse.

Un simbolo vero e proprio: il mulo ricorda la tempra e la fedeltà, valori alpini. Ed è un animale docile. Iroso era proprio così, a dispetto del nome, nato dal caso: in base all'anno di nascita, i nomi degli animali iniziavano con una diversa lettera dell'alfabeto. Venivano inventati centinaia di nomi, perché erano a centinaia gli animali destinati a sostenere le attività dei raparti».

LA STORIA
Proprio a Belluno, nelle stalle della caserma "Salsa", erano custoditi gli ultimi 24 muli in dotazione alle truppe alpine. «Era il 7 settembre del 1993, quando sul piazzale della caserma venne organizzata un'asta per vendere gli animali ormai inutilizzati da decenni. Alla vendita si presentarono decine di persone, per la maggior parte macellai, interessati alla carne. Tra i presenti c'era anche un ex-alpino, Antonio De Luca, trevigiano di Cappella Maggiore: capito che i muli sarebbero finiti al macello, ne riuscì a comprare 11. L'asta fu una vera corsa al rialzo: si partiva dal prezzo di 400-600mila lire, a seconda della stazza; De Luca spese qualcosa come 8 milioni del vecchio conio, pur di sottrarre gli animali al macello. Andò perfino a Brunico, quella notte, partendo con un camion, per ricomprare altri tre muli che erano stati venduti a un macellaio».
Dal gruppo di muli all'idea di fondare un reparto salmerie, il passo è stato breve: così la sezione vittoriese, ieri protagonista dell'evento, decise di custodire i muli con lo scopo di ricordarne la storia. Quella di Iroso, è una storia nella storia perché attorno a lui, uno dei 14 muli "messi in salvo" da De Luca, si è creato presto un vero mito: la sua è stata una vita lunghissima, 40 anni. «Le sue ceneri sono state deposte a Vittorio Veneto, al monumento ai caduti. Ma avevamo un debito morale con Belluno - prosegue De Biasi - e abbiamo pensato che vivere il raduno nella stessa caserma dove era stato allevato Iroso potesse essere proprio l'occasione giusta per riportare a casa il suo basto». Iroso continuerà a vivere proprio nel ricordo. Da ieri, il suo basto è tornato a Belluno e sarà custodito nel museo di Villa Patt, a Sedico. Un suo zoccolo è già conservato a Trento, mentre la sezione alpina di Varese ha di recente acquistato un cavallo da utilizzare nell'ippoterapia, dandogli proprio il nome del mulo bellunese.

IL PROGRAMMA
La giornata di oggi chiuderà l'evento alla presenza del governatore Luca Zaia. I primi alpini cominceranno a radunarsi già a partire dalle 8.30 poi la sfilata fino a Piazza dei Martiri e il passaggio della "stecca" tra la sezione bellunese e quella di Venezia, cui spetterà l'organizzazione del raduno triveneto nel 2024 che avrà sede a Bibione.
 

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