Il raduno degli alpini: sul palco l'anima dei soccorritori-eroi del Vajont

Venerdì 16 Giugno 2023 di Dino Bridda
Sul palco l'anima degli eroi-soccorritori del Vajont
SU IL SIPARIO
BELLUNO  - La prima giornata del Raduno triveneto degli Alpini è terminata questa sera, 16 giugno, al Teatro Comunale con la partecipazione di numeroso pubblico costituito da autorità, membri del Consiglio nazionale dell’Ana, vari dirigenti di Sezioni e Gruppi e molte penne nere già arrivate in città con i familiari per rispondere all’appello della Sezione organizzante di Belluno. Alle 21 è andato in scena lo spettacolo “Il Corpo e l’Anima”, una performance teatrale organizzata da Giampaolo Fioretti e Alessandra Lazzaro per la regìa di Bruno Lovadina. Interprete di questa drammaturgia originale è stato il noto attore bellunese Sandro Buzzatti con la partecipazione dell’attrice Marina De Luca e del Coro Minimo Bellunese diretto dal maestro Gianluca Nicolai. Lo spettacolo ha ripercorso le varie tappe dei più significativi interventi degli alpini nelle calamità che si sono succedute dal disastro del Vajont del 1963 all’alluvione del 1966 sino al terremoto in Friuli del 1976. Lì è nata la cultura della Protezione civile nel nostro Paese. Un filo che non si spezza arrivato all’emergenza Romagna alla quale lo stesso Raduno testimonierà la vicinanza degli alpini nella sfilata di domani domenica. 

L’OMAGGIO
«Sin da quando abbiamo cominciato a stilare il programma di questo Raduno - ha spiegato il presidente degli alpini bellunesi, Lino De Pra- ci siamo resi conto che era per noi doveroso mettere sotto i riflettori della nostra attenzione la concomitanza con le celebrazioni per il 60° anniversario del disastro del Vajont. Infatti in quella tragica circostanza la grande Famiglia Alpina fu colpita dalla perdita di tante penne nere del Longaronese e dell’Ertano e, contemporaneamente, si trovò subito in prima linea nelle opere di soccorso». Sandro Buzzatti spiega così il titolo “Il Corpo e l’Anima”: «Il Corpo, con la C maiuscola, può essere lo stesso Corpo degli Alpini, ma anche la materia della quale siamo fatti ciascuno di no. L’Anima, sempre con l’A maiuscola, è la parte più nascosta del nostro essere, quella più nobile, che ci spinge a spenderci in atti di solidarietà e di generosità. La vicenda Vajont ne è un esempio ed oggi è lo stesso con la Romagna». 

I TESTIMONI
Lo spettacolo è riuscito ad annodare il filo di una realtà la quale, attraverso sessant’anni di interventi tra terremoti, alluvioni, incendi, ha forgiato lo spirito di solidarietà che caratterizza l’agire dei volontari alpini ed è distintivo dell’azione efficace della Protezione Civile targata Ana Bruno Lovadina. «È stato un percorso assai difficile - è stato spiegato -, perché abbiamo dovuto realizzare un intenso lavoro di ricerca documentale tra libri, immagini fotografiche, lettura di testimonianze di superstiti e di soccorritori, tutto quanto è stato pubblicato in questi ultimi decenni al fine di cogliere l’essenza dell’impegno degli alpini in soccorso alle collettività colpite dai vari disastri. Alla fine sono convinto che siamo riusciti a rispondere al desiderio della Sezione Ana di coinvolgere emotivamente il pubblico e di rendere così dovuto omaggio ai generosi soccorritori». 

GLI APPLAUSI
Tanta emozione, tanti applausi. «Certamente, siamo partiti con il piede giusto dopo tanto lavoro di questi ultimi mesi - ha detto il presidente De Pra -. Posso solo confermare quanto affermato dal regista, perché in sala, per tutta la durata dello spettacolo, parole, immagini e canti hanno emozionato molto il pubblico presente». 
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