Giovanni, il manager cantore delle Prealpi: «Nemmeno in Nepal provo emozioni così forti»

Mercoledì 14 Aprile 2021 di Vittorio Pierobon
Giovanni Carraro

TREVISO - «Le Prealpi trevigiane? Per me sono meglio della catena dell'Himalaya». Non è una battuta, però è difficile non sorridere. Ma Giovanni Carraro, il cantore delle Prealpi, lo afferma convinto e motivato: «La montagna non va apprezzata solo in verticale e per le quote raggiunte, ma in tutta la sua completezza.

Io sono stato in Nepal, ma non ho ricevuto le stesse sensazioni che provo quando cammino sui sentieri trevigiani. Non abbiamo gli ottomila, però per chi ama la montagna ci sono anche tratti di arrampicata di primo e secondo grado». La vetta più alta è il Col Visentin, 1763 metri, il K2 dei trevigiani. «È l'escursione più bella, se fatta partendo da Vittorio Veneto. Un sentiero per grandi camminatori, arrivati in cima sembra di volare. Uno spettacolo magnifico, dovunque si guardi si vede il Piave scorrere, perchè il fiume compie un anello attorno alla montagna».

SGUARDO D'AFFETTO
L'amore di Carraro per le Prealpi trevigiane è totale. «Sono sposato ma non ho figli, considero queste montagne quasi come dei figli». Eppure non è stato sempre così, come lui stesso racconta: «Sono nato a Pieve di Cadore, ai piedi dell'Antelao, ero abituato al Civetta, alla Marmolada, alle crode. Quando mi sono trasferito nel Trevigiano, prima a Conegliano, poi a Vittorio Veneto e mi sono guardato attorno sono rimasto spiazzato, vedevo colline erbose, non la roccia maestosa delle Dolomiti». Poi ha cominciato a camminare lungo i mille sentieri che vanno dalla Val Belluna alla pianura trevigiana, lungo la dorsale che va dal monte Cesen a Col Visentin e si è innamorato. «Ho iniziato ad esplorare le montagne e si sono rivelate straordinarie. Mi hanno mostrato aspetti che mai mi sarei immaginato di incontrare. Nel tempo ho apprezzato le bellezze delle valli, delle vette, delle malghe, dei pascoli, dei fiori, della fauna, il paesaggio che cambia incredibilmente con le stagioni. Certo non vi sono escursioni di elevata difficoltà o vie ferrate, fatto salvo qualche passaggio esposto o brevi tratti di corda fissa».

LA PASSIONE
Giovanni Carraro, 55 anni, manager per professione, guida escursionistica, scrittore e divulgatore per hobby, si divide tra l'azienda di famiglia e le Prealpi. Durante la settimana veste i panni dell'amministratore delegato del Gruppo Carraro, colosso nel settore automobilistico, concessionario del marchio Mercedes Benz con numerosi punti vendita sparsi tra Veneto e Friuli, nei week-end calza le scarpe da trekking e cammina per le sue montagne. Le conosce palmo a palmo, ha percorso tutti i sentieri possibili prendendo appunti, tracciando mappe, filmando con il drone (ha il brevetto di pilota), fotografando gli angoli più pittoreschi. «Camminare ti permette di osservare anche i minimi dettagli. A me piace scoprire e raccontare». Le escursioni le fa da solo, poi le condivide nei libri. L'ultimo, edito da Ediciclo di Portogruaro, esce in questi giorni: Riscoprire le Prealpi trevigiane. 31 escursioni a piedi da Valdobbiadene a Vittorio Veneto, una guida ricchissima di informazioni, corredata da cartine, schede, curiosità e foto. Non è un inedito, perché Carraro aveva iniziato la sua carriera di scrittore una decina di anni fa proprio con il libro che adesso ripropone, aggiornato e con un itinerario in più.

A ZONZO
«Ho voluto aggiungere il giro delle Creste di Cison di Valmarino. Si tratta di un percorso difficile, da affrontare con grande cautela, perché presenta dei tratti insidiosi che richiedono capacità da arrampicatore. L'ho inserito perché è molto bello, montagna vera. Per chi è meno preparato ci sono gli altri 30 itinerari». Ce n'è per tutti. Basta sfogliare l'indice per farsi venire la voglia di partire. La guida è divisa in cinque aree: Intorno al Monte Ceson, Tra Combai e Follina, Valmareno e Praderadego, La valle di Cison e Refrontolo, Dal Passo San Boldo al Visentin. Tutte località facilmente raggiungibili in macchina. Una volta parcheggiata la vettura, Carraro prende l'escursionista per mano. È tutto indicato nel libro: lunghezza, tempo di percorrenza, dislivello, difficoltà e cammin facendo, sono segnalati gli scorci più belli, i monumenti, di cui viene data anche una descrizione, e tutte le caratteristiche del percorso. Per i più tecnologici è possibile scaricare gli itinerari, tracciati con il Gps, nel sito di Ediciclo. Seguendo le indicazioni della guida è difficile perdersi, peccato che la cartellonistica non sempre sia all'altezza. «Purtroppo le indicazioni stradali a volte sono carenti, oppure rese quasi invisibili dall'erosione degli agenti atmosferici. I volontari che curano la manutenzione sono splendidi, però gli enti pubblici dovrebbero fare di più per valorizzare questo patrimonio».

PANORAMA MOZZAFIATO
Un patrimonio che ha il timbro dell'Unesco, qualcosa di unico da proteggere e godere in tutte le stagioni. A piedi è il modo migliore, è una forma di turismo in grande crescita, quello che torna alle origini, al camminare dei viandanti. Proprio in quest'ottica Carraro, su incarico dell'Associazione per Il patrimonio delle Colline del Prosecco, ha messo a punto un itinerario di 52 chilometri, da Vidor a Vittorio Veneto, da percorrere in quattro tappe, lungo sentieri che toccano gli angoli più suggestivi e storici, Il Cammino dell'Unesco. «Un percorso che passa per i luoghi della grande Guerra, permette di vedere trincee, gallerie e postazioni, ma anche di riscoprire piccoli borghi, chiese medioevali e visitare paesi incantevoli». Lungo l'itinerario non mancano i punti di ristoro e sistemazioni per dormire. E ad ogni tappa i viandanti potranno richiedere la credenziale che attesterà il loro passaggio. Una sorta di piccolo Cammino di Santiago, più breve e meno mistico, ma altrettanto affascinante. Il percorso è quasi ultimato; per l'inaugurazione si attende la realizzazione del ponticello sul torrente Campea tra Farra di Soligo e Follina. «Ma chi vuole può guadare il corso d'acqua», scherza Carraro. La realizzazione del Cammino dell'Unesco è un altro importante tassello per la promozione delle Prealpi trevigiane. Per Carraro è quasi una missione: far scoprire le Prealpi a più gente possibile, sempre nel rispetto dell'ambiente. «Il turismo che propongo io prevede un uso minimo delle macchina, solo per arrivare alla partenza. I miei percorsi non sono adatti nemmeno alle mountain bike. Nessun mezzo di locomozione, solo le gambe. Camminare sembra faticoso, ma ognuno può trovare la sua distanza adatta. Non si deve esagerare. Il bello è proprio la lentezza. Camminare mi ha cambiato la vita».
 

Ultimo aggiornamento: 17:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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