Microcriminalità in via Piave a Mestre, è scattata la stretta

Domenica 13 Febbraio 2022 di Davide Tamiello
Microcriminalità in via Piave a Mestre, è scattata la stretta
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MESTRE - Il dispositivo è iniziato da qualche giorno, ma la prova del nove sarà il fine settimana. Come disposto dal prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto, infatti, le forze dell’ordine hanno iniziato a stringere la vite dei controlli h 24 nella zona di via Piave dopo la crescita importante di episodi di microcriminalità (oltre alla continua ed endemica attività di spaccio).

Oltre alla polizia locale, che già si occupa quotidianamente della vigilanza del rione, sono state impegnate anche le volanti della questura, i carabinieri e i baschi verdi della guardia di finanza. L’obiettivo è garantire un maggior controllo in particolare nella fascia serale e notturna: quando, cioè, nelle ultime settimane sono state saccheggiate (ma soprattutto danneggiate) una sessantina di auto in sosta. E allora dal calar del sole all’alba viene prevista una squadra composta da circa sei pattuglie (dodici agenti) per perlustrare l’intera zona. In aggiunta, viene ripristinata una nuova versione del progetto “strade sicure”: di pattuglia, quindi, tornano anche i militari dell’esercito.

Non è finita: due volte a settimana, almeno, da Padova arrivano i rinforzi, tra il personale del reparto prevenzione crimine e il battaglione (l’ex celere, per intendersi). Gli effetti di questa stretta si vedranno tra qualche settimana: solo allora si potrà tirare le somme e stilare un primo bilancio per capire se il pugno di ferro avrà dato i risultati sperati. Qualche dubbio sulla repressione, però, c’è: anche funzionasse, questo dispositivo nasce per far fronte a un’emergenza, quindi non sarà possibile mantenerlo per sempre.  Proprio su questo fronte spunta l’interrogazione del consigliere del Partito democratico Paolo Ticozzi: il Pd, infatti, ha sempre accusato l’attuale maggioranza di aver tagliato le risorse ad alcune attività sociali che avevano il compito di fare da ammortizzatore di alcune realtà legate al mondo della droga. Fino ad ora, però, mancavano i numeri di questo cambio di strategia. «Con un accesso agli atti - spiega Ticozzi - ho voluto raccogliere alcuni dati su come il Comune stia gestendo il tema degli interventi verso le persone che usano droghe, uno dei vari elementi da considerare nell’ambito della sicurezza percepita. Dai dati emergono cose interessanti e allarmanti: negli anni è stato ridotto il numero degli operatori che se ne occupano, il numero delle uscite che questi effettuano in strada e della formazione che viene loro erogata».

«Il numero degli operatori - continua Ticozzi - è più che dimezzato passando gradualmente in undici anni da 13 nel 2010 a 5 nel 2021, oltre al calo c’è da notare l’assenza di un ricambio con personale più giovane e fresco come testimoniato dall’aumento costante negli anni dell’età media degli operatori che si è alzata di 11 anni in 11 anni passando da 38,5 a 49,6. Le uscite in strada sono state 120 all’anno, meno della metà di quelle negli anni dell’ultima amministrazione di centrosinistra che erano in media ben 250. Dai dati che ho raccolto emerge un’altra situazione a cui occorre porre rimedio ovvero la carenza di ulteriore formazione e aggiornamento professionale specifico per questi operatori negli ultimi anni: si pensi che nel 2021 gli è stata erogata solo formazione di area giuridico-normativa su protezione dei dati personali e prevenzione della corruzione e trasparenza, mentre nel 2020 questi operatori hanno ricevuto solamente 7 ore di formazione sull’equipe multidimensionale e la collaborazione tra servizi».

Ultimo aggiornamento: 16:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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