L'incubo di via Piave, nuovo raid sulle auto in sosta: sfondati una decina di finestrini

Mercoledì 9 Febbraio 2022 di Davide Tamiello
Una delle automobili danneggiate per rubare solo pochi spiccioli

MESTRE - Non si fermano i raid alle auto del rione Piave.

Anche la scorsa notte i ladri hanno sfondato una decina di finestrini tra via Monte Nero e via Premuda, tra la rabbia e la frustrazione dei residenti. Nelle ultime settimane sono più di sessanta gli episodi registrati: via Fiume, via Fagarè, via Premuda, via Monte Nero. Facendo una passeggiata nel quartiere si notano subito le zone predilette dai cercatori di monetine: c’è chi prova a tappare la falla con un sacchetto di nylon (temporaneamente, riparare un finestrino comunque costa circa 300 euro), chi cerca di proteggerli con dei cartelli con una preghiera rassegnata indirizzata direttamente ai vandali («quest’auto l’avete già aperta due volte in 15 giorni, non c’è più nulla da rubare»). 


LE INDAGINI
Le forze dell’ordine stanno raccogliendo le (tante) denunce e stanno cercando un modo per frenare queste incursioni. A quanto si è capito non c’è solo un gruppo: da una parte ci sono i due quindicenni colti sul fatto dalla polizia di Stato pochi giorni fa. La coppia di ragazzini, con un martello, stava passando in rassegna tutte le auto in sosta di via Fagarè. Presi loro, però, i colpi non si sono arrestati. C’è, infatti, un secondo filone legato alla droga, su cui sta indagando la polizia locale. 
Il sospetto è che si tratti di un gruppo di tossicodipendenti stanziali, quasi tutti senzatetto, molti di questi italiani. Non cercano niente di diverso da qualche monetina dimenticata nel vano portaoggetti del cruscotto: quanto basta per poter acquistare una dose di eroina. Condizione utile non lasciare nulla in macchina. Utile sì, ma non sufficiente (come si dice in matematica): i ladri sfondano il vetro a prescindere da ciò che riescono a vedere, danno una rapida occhiata in giro e passano alla successiva. E intanto il conto dei danni sale. 
C’è anche un terzo filone, legato direttamente agli spacciatori. È possibile, infatti, che in certi casi siano gli stessi pusher a punire in questo modo i residenti che ostacolano i loro affari chiamando le forze dell’ordine. Un metodo che ricorda molto quelli utilizzati dalla mala nigeriana che, fino al luglio del 2018, aveva dominato il mercato della zona partendo dal quartier generale tra via Trento e via Monte San Michele. 


LE STRATEGIE
Se con i quindicenni una denuncia e una strigliata sono deterrenti più che sufficienti a far passare loro la voglia di riprovare bravate del genere, con chi non ha nulla da perdere questo tipo di provvedimento non attacca. Così come risultano assolutamente inefficaci daspo urbani e multe. Per cercare di arginare le loro scorribande, allora, gli investigatori starebbero puntando a ottenere dal gip delle misure cautelari. Difficile, ma non impossibile. Si tratta comunque di reati che potrebbero essere rafforzati (giuridicamente) da quattro diverse aggravanti: furto con violenza, in concorso, con grave danno patrimoniale e in concorso. Gli elementi raccolti dalla polizia locale vanno dalle immagini delle telecamere alle testimonianze: qualcuno degli autori è già stato identificato, ora si aspetta di chiudere il cerchio su tutti gli altri e di raccogliere più materiale possibile in grado di blindare le accuse. 
Nel frattempo il prefetto Vittorio Zappalorto ha ordinato a tutte le forze dell’ordine di organizzare un presidio h24 nel quartiere, lasciando sempre una pattuglia di ronda tra carabinieri, polizia di Stato e guardia di finanza in supporto ai controlli della polizia locale. 

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 09:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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