Mala del Tronchetto, il Comune presenta un conto di un milione e mezzo

Sabato 24 Settembre 2022 di Nicola Munaro
VENEZIA Tronchetto, il business del turismo abusivo nel mirino della Procura
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VENEZIA - Essere stati costretti a investire forze e denaro nel settore dei trasporti e, in particolare, del servizio al turismo. Ma anche dar fondo a maggiori investimenti in sicurezza nell’area del Tronchetto. Sono i motivi con cui ieri, nel depositare la sua richiesta di costituzione di parte civile, l’avvocato Giuseppe Chiaia ha quantificato in un totale di 1,5 milioni di euro il danno patrimoniale subito da Comune e Città Metropolitana di Venezia dalle attività del sodalizio criminale che aveva messo gli occhi e le mani sul business del turismo sull’isola nuova e che ora è alle battute iniziali del suo iter processuale. 
 

CENTINAIA DI ACCUSE
Perché ieri, in aula bunker a Mestre, si è celebrata la seconda udienza preliminare nei confronti dei settantotto imputati, tredici dei quali accusati di associazione mafiosa: a loro, tra cui l’imprenditore di trasporti acquei Loris Trabujo - referente dell’operazione di penetrazione del gruppo criminale nel tessuto economico del Tronchetto - e gli ex bracci operativi di Felice Maniero, Gilberto Boatto - un tempo leader dei “Mestrini” - e Paolo Pattarello viene contestato «di essersi associati dando seguito e, comunque, ripristinando la cosiddetta “Mala del Brenta” nella specie la frangia dei cosiddetti “Mestrini”». In tutto sono centoquarantuno le imputazioni tra estorsioni, rapine, spaccio di sostanze stupefacenti, furti e altri reati.
 

IL SINDACATO E IL TASSISTA
L’appuntamento di ieri in bunker era dedicato al deposito delle costituzioni di parti civile, alcune delle quali anticipate dalle quantificazioni. Detto di Ca’ Farsetti (chiesto 1 milione di euro) e della Città metropolitana (500 mila euro) hanno annunciato l’intenzione di schierarsi contro i 78 imputati anche la Regione Veneto (avvocato Fabio Pinelli) che non ha ancora stabilito quanto possa essere il danno d’immagine e la Cgil che con l’avvocato Leonello Azzarini chiede 100 mila euro perché l’attività del sodalizio criminale ha pesato sull’attività del trasporto acqueo della laguna veneta. Sarà parte civile anche il motoscafista Stefano Fort derubato all’interno del garage del Tronchetto, di 550 mila euro in contanti appena incassati per la cessione della sua società, comprensiva di licenza di noleggio con conducente: chiede 700 mila euro di ristoro, cioè la somma rubata più 150 mila euro di danni morali. Poi si accoderanno il ministero dell’Interno, la presidenza del Consiglio, Actv/Avm e tre persone vittime di estorsioni e rapine.
 

NIENTE IMPUTATI
Trabujo e Boatto ieri non erano presenti in aula e nemmeno erano collegati in videoconferenza.

A impedire il loro arrivo le mancate comunicazioni sul trasporto in bunker a Mestre di due dei principali imputati dell’inchiesta Papillon. Per l’imprenditore un ritardo del fax ha fatto sì che la polizia penitenziaria non riuscisse a portarlo a Mestre dal carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, in provincia di Udine. Ritardi anche per Boatto che però non sarebbe comunque riuscito ad essere in aula: l’avvocato Giorgio Pietramala ha spiegato che è nell’infermeria del carcere milanese di Opera in attesa di un intervento. Poteva partecipare in videoconferenza, ma non è stata organizzata.

 

Ultimo aggiornamento: 08:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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