Padova. Giulia Cecchettin è dottoressa in Ingegneria biomedica. Papà Gino: «Uno squarcio nelle nostre coscienze». Elena: «Non sai quanto io sia fiera di te»

La 22enne di Vigonovo, per il cui omicidio è in carcere l'ex fidanzato Filippo Turetta, ha ricevuto il suo titolo di studio. Lo ha ritirato la famiglia

Venerdì 2 Febbraio 2024 di Silvia Moranduzzo
Padova. Giulia Cecchettin è dottoressa in Ingegneria biomedica. Papà Gino: «Uno squarcio nelle nostre coscienze». Elena: «Non sai quanto io sia fiera di te»

PADOVA - Giulia Cecchettin è dottoressa in Ingegneria biomedica. Chissà cosa avrebbe pensato in quel momento, davanti ai suoi docenti, mentre veniva pronunciata questa frase. Avrebbe sorriso, stretto le mani a tutti e poi si sarebbe diretta verso papà Gino e i suoi fratelli, orgogliosa del traguardo raggiunto. Invece alla cerimonia di laurea di oggi, 2 febbraio, in Aula magna al Bo, Giulia non c'era. Giulia non c'è più, è stata uccisa. La sua pergamena di laurea l'ha ritirata la famiglia. Accusato del suo omicidio l'ex fidanzato, Filippo Turetta, proprio il ragazzo che doveva accompagnarla a comprare il vestito per la laurea al centro commerciale Nave de Vero di Marghera.

Giulia non è più tornata. Non c'era fisicamente ma il suo volto è impresso nella mente di tutti.

La famiglia Cecchettin

Al termine della cerimonia le parole parole toccanti di papà Gino Cecchettin: «Hai provocato uno squarcio nelle nostre coscienze, nella mia per prima. Sarai sempre nel cuore di chi ti ha amato e conosciuto, sarai sempre nel nostro cuore».

Commossa anche nonna Carla: «È un'emozione grandissima, io qua non c'ero mai stata, e allo stesso tempo mi emoziona che non ci sia più la mia bambina e non sia qui a godersi questa cerimonia. Faccio fatica a pensarlo».

«Riuscivi sempre a trovare la via quando le strade della mia vita si incrociavano e si confondevano, mi chiedevo come tu fossi sempre lucida e comprensiva. Hai fatto tante belle cose per te stessa e per noi, ma non dobbiamo mai dimenticare quante cose avresti potuto fare se non ti fosse stata tolta la possibilità di farlo. Non dobbiamo dimenticarcene perché a nessuna altra donna venga tolta la possibilità di farlo». È uno dei passaggi dell'intervento di Elena Cecchettin. «Non sei quanto io sia fiera di te piccolo genietto, guarda cosa sei riuscita a fare! Tante cose che non ci devono però mai far dimenticare quante altre cose belle avresti potuto fare se la tua vita non fosse stata interrotta. Complimenti ingegnere» conclude Elena.

La cerimonia

Presenti alla cerimonia la rettrice del Bo, Daniela Mapelli, la ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione, Gaudenzio Meneghesso, e la relatrice della tesi di laurea di Giulia, Silvia Todros. La rettrice nel suo discorso ha definito Giulia un “primo violino” e al termine si è commossa. Anche la relatrice Todros molto commossa, la voce spezzata dall’emozione.

«Quello che è accaduto è stata una tragedia. Non ci sono parole per commentare una vita che viene spezzata. Giulia meritava di vivere la sua vita a modo suo. Dobbiamo tenere uno sguardo empatico sulle donne della nostra società e capire quando i nostri ragazzi stanno vivendo momenti difficili. Non è un risarcimento questo laurea, era già sua. Abbiamo deciso di intitolarle un’aula studio, un segnale per dire che non dobbiamo mai dimenticare il femminicidio di Giulia. Imperativo è fare, approfondiremo il tema delle discriminazioni». Queste le parole di Gaudenzio Meneghesso, direttore dipartimento ingegneria dell’informazione

Quella data a Giulia Cecchettin è una laurea vera e propria, non una laurea ad honorem. Lo ha spiegato in più occasioni la stessa rettrice del Bo: la 22enne, infatti, aveva adempiuto a tutti gli obblighi di qualsiasi laureando. Aveva superato gli esami, consegnato la tesi e compilato tutti i documenti. Una delle ultime cose che Giulia ha fatto prima di uscire con Filippo ed essere uccisa è stata proprio inviare la tesi e scrivere alla sua relatrice, confermando che tutto era pronto.

La ministra Anna Maria Bernini: «Siamo tutti responsabili, ognuno di noi deve fare qualcosa, non si può restare indifferenti. Credo che questo debba essere il nostro impegno, formare non significa solo rendere grandi i nostri studenti, è doveroso renderli cittadini di una grande democrazia. Avere rispetto per le ragioni degli altri, capire che un no deve essere rispettato. Contrastare ogni forma di violenza. Ci sono segnali che magari tendiamo a ignorare, ognuno di noi deve impegnarsi a guardare meglio assumendosi la responsabilità di intervenire.

Giulia iscritta ad honorem nell'albo degli ingegneri

Il Consiglio nazionale degli ingegneri «si sta adoperando, affinché sia consentito a Giulia Cecchettin di essere iscritta ad 'honorem' all'Albo della categoria»: ad annunciarlo il presidente Angelo Domenico Perrini. Il vertice della professione, rappresentato alla cerimonia dalla consigliera Ippolita Chiarolini, oggi ha «inteso manifestare il plauso all'Università di Padova per il conferimento della laurea a Giulia, un traguardo che le è stato negato. Quello di stamattina è stato un momento importante per trasformare il dolore nell'impegno di tutti per la tutela dei diritti, in particolare di quelli delle donne. Di recente - ha detto la consigliera - abbiamo deciso di istituire un premio speciale intitolato a Giulia a beneficio delle migliori laureate in Ingegneria, nell'ambito del nostro progetto 'Ingenio al femminilè. Con iniziative come questa vogliamo contribuire a far sì che la tragedia che ha colpito Giulia non sia dimenticata, ma che rappresenti, invece, un punto di svolta», ha chiuso. 

Il femminicidio di Giulia Cecchettin

Giulia Cecchettin è uscita di casa tra le 17.30 e le 18 dell'11 novembre per vedere il ragazzo con cui era fidanzata fino ad agosto, Filippo Turetta. I due avevano continuato a vedersi anche dopo la fine della loro storia e, quella sera, si erano dati appuntamento per fare un giro insieme al centro commerciale di Marghera, "La Nave De Vero" e per raggiungerlo hanno utilizzato l'auto di lui, la Fiat Punto Nera. I due si sono fermati alla Nave De Vero fino alle 22.45, momento in cui, il cellulare di lei ha agganciato il ripetitore telefonico di Marghera, proprio nei pressi del centro commerciale. 

L'auto si è poi fermata nel parcheggio dell'asilo di Vigonovo (che dista circa 150 metri da casa della famiglia Cecchettin) dove, alle 23.18 un residente della zona, ha sentito due persone litigare violentemente. Il testimone ha riferito alle forze dell'ordine «di aver udito una voce femminile urlare "così mi fai male" chiedendo ripetutamente aiuto», come si legge nell'ordinanza. E ha poi aggiunto: «di aver visto un individuo calciare violentemente una sagoma che si trovava a terra». I due si sono poi allontanati a bordo di una Fiat Grande Punto di colore scuro di cui però «non era riuscito a scorgere il numero di targa». Lì, stando ad accertamenti successivi, sono state trovate delle tracce di sangue, un coltello da cucina con una lama di 21 centimetri senza manico e un'impronta parziale di una scarpa insanguinata. 

La Punto è poi ripartita e alle 23.28 è transitata attraverso il Varco Ovest d'ingresso. Un minuto dopo, il telefono di Filippo Turetta ha agganciato la cella radio della zona industriale di Fossò. L'auto ha transitato anche in via VI Strada e via delle Industrie ripresa dalle telecamere di una ditta della zona. Alle 23.40 proprio i sistemi di videosorveglianza della ditta Dior hanno immortalato una persona che fugge in direzione di viale dell'Industria «inseguita da un'altra più veloce che la raggiunge e la scaraventa a terra». Nell'ordinanza si legge ancora: «la persona inseguita cade violentemente a terra all'altezza del marciapiede» e da lì non si muove più. Nel video si vedono due persone che, dall'analisi della fisionomia, corrispondono a Giulia Cecchettin (alta un metro e 60) e Filippo Turetta (alto 1 metro e 88). Dai successivi accertamenti sulla via della strada industriale, le forze dell'ordine hanno trovato delle tracce di sangue in corrispondenza del marciapiede dove dalle telecamere si vede la persona cadere. Sempre lì, è stata rinvenuta «una porzione di nastro telato argentato intrinso di sostanza ematica - omissis - probabilmente applicato alla vittima per impedirle di gridare». 

La macchina è poi ripartita e alle 23.50 è stata vista mentre transitava attraverso il Varco Nord Uscita in via Provinciale. Una settimana dopo, il 18 novembre, è stato rinvenuto il corpo senza vita di Giulia Cecchettin in una zona di montagna distante circa due ore di auto dal luogo delle aggressioni in località Piancavallo di Aviano, nel pordenonese, lungo la strada turistica di Pian delle More. Il giorno seguente Turetta è stato arrestato in Germania.

Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 11:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci