Paralizzato dopo il tuffo: Jano fuori dall’ospedale ora cerca una casa “su misura”

Venerdì 15 Marzo 2024 di Alvise Sperandio
Xhorxhiano Paja, il 18enne rimasto paralizzato dopo un tuffo in piscina a Jesolo

MESTRE - Una giornata spensierata d’inizio estate, la gita, poi un tuffo sbagliato in piscina e la vita che cambia per sempre. Xhorxhiano Paja, soprannominato Jano, è un 18enne di origini albanesi: dal 22 giugno dello scorso anno è paralizzato, dopo aver sbattuto violentemente la testa sul fondo vasca di uno dei parchi acquatici più rinomati di Jesolo.

Dopo nove, lunghissimi mesi di cure, dalla sala operatoria alla rianimazione, fino alla riabilitazione, la prossima settimana potrebbe essere dimesso. I medici hanno comunicato alla famiglia che il giorno previsto è il 21 marzo.


L’APPELLO
«Adesso, però, ho bisogno di una casa alla mia portata, dove potermi muovere con la carrozzina: qualcuno può darmi una mano?», chiede il ragazzo da Imola, dov’è ricoverato in un istituto specializzato in lesioni spinali. Ritornerà a vivere dalla zia, in via Castellana: ma quell’appartamento è troppo piccolo per ospitare lui, la mamma, la sorella e i due zii; soprattutto è al terzo piano e il condominio, piuttosto datato, non ha l’ascensore; il bagno non è a norma per essere usato da un disabile. Alla gioia di poter finalmente salutare gli ospedali, fa da contraltare la preoccupazione per una sistemazione in questo momento non adatta. «Di quel giorno ho memoria solo fino al tuffo, poi più niente – racconta Jano al telefono –. Per le vacanze, come già altre volte, ero arrivato dall’Albania a Mestre per stare con gli zii. Era una bella giornata di sole, siamo andati con tutta la famiglia a Jesolo. Era la prima volta che frequentavamo quel parco. Ero felice. Quando sono andato a fare il bagno, mi sono lanciato in piscina di testa. Poi per me c’è stato il nulla, mi sono risvegliato in terapia intensiva». Durissima da affrontare la diagnosi: paralisi agli arti inferiori, mentre anche le braccia e le mani hanno subito una grave compromissione. Il ragazzo è stato recuperato in acqua privo di sensi, subito rianimato, portato al pronto soccorso di Jesolo, poi a San Donà, quindi all’Angelo dov’è stato operato.


LA STANCHEZZA
A seguire è stato spostato a Portogruaro, ma qui si è ammalato di polmonite per cui si è reso necessario un ricovero a Padova: superata la crisi, è stato inviato a Imola per la riabilitazione: «Sono stanco di stare in ospedale, non vedo l’ora di tornare a casa», afferma Jano, accudito al capezzale dalla mamma Agetina e dalla sorella Pamela giunte apposta dall’Albania. Quando sarà dimesso torneranno in quella casa che la zia Linda ha acquistato col mutuo oltre 10 anni fa. «Adesso l’abbiamo messa in vendita per far fronte alle spese per curare mio nipote. Intanto io ho lasciato il lavoro di cameriera ai piani per sostenere mia sorella nell’assistenza», racconta Linda che ieri ha suonato al campanello del parroco della Cipressina, don Sandro Manfrè, per chiedere come fare per avere una mano ora che si prospettano le dimissioni del ragazzo. In mattinata c’è stato un primo contatto con gli assistenti sociali, ma non sembra facile: «Purtroppo una soluzione da soli non possiamo permettercela – prosegue la zia –. Le spese sono già state molte, saranno ancora tantissime, speriamo di farcela in qualche modo. Chiediamo al Comune di darci una mano. Veniamo da un anno durissimo». Quel 22 giugno dell’anno scorso doveva essere una giornata di festa tra un sole già caldissimo e il refrigerio dell’acqua di una bella piscina, invece si è trasformato in uno spartiacque per Jano. «Ora mi sento meglio, in ripresa – continua lui – Ho finito la scuola, un giorno mi piacerebbe lavorare». Purtroppo non è il primo giovane che si fa male per un tuffo sbagliato: ogni estate si ripete qualche caso ai pontili in spiaggia o in piscina. «Ai ragazzi come me dico di stare attenti perché basta un attimo»: Ora Jano spera in una nuova ripartenza, con l’aiuto di qualcuno che possa permettergli di trovare una casa adatta alla sua nuova vita.

Ultimo aggiornamento: 16:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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