Venezia a rischio, i palazzi sono divorati dal moto ondoso. L'esperto: «Le murature sono forate dall'acqua». Nel mirino anche la velocità delle barche

Mercoledì 12 Ottobre 2022
Venezia a rischio, i palazzi sono divorati dal moto ondoso. L'esperto: «Le murature sono forate dall'acqua»
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VENEZIA - Il moto ondoso "si mangia" i palazzi e le rive veneziane. Un fenomeno che preoccupa i cittadini e le autorità. E oggi l'esperto, il docente ordinario di idrodinamica all'Università di Padova Luigi D'Alpaos, ha evidenziato quelle che sono le cause e le conseguenze peggiori: «In riferimento al moto ondoso, il parametro fondamentale è la velocità.

Il danno prodotto, in seguito ad alcune sperimentazioni, viaggia al cubo della velocità, quindi se una barca va a due metri al secondo, l'energia del moto ondoso sarà otto volte tanto». Per D'Alpaos il «male» della laguna di Venezia è la velocità, su cui bisogna intervenire prima che sia troppo tardi.

Come fermare il moto ondoso a Venezia?

Intervenuto in 4/a e 5/a commissione consiliare del Comune di Venezia, il professore ha chiarito che ci possono essere altri provvedimenti, come i propulsori, le forme delle chiglie, ma i problemi che proseguono da trent'anni possono trovare una prima soluzione agendo sulla leva della velocità, anche se: «può dare fastidio ad alcune categorie, motivo per cui gli studi del '92 possono esser stati messi in alcuni scaffali alti di qualche libreria».

Murature dei palazzi divorate dall'acqua

Altro problema rilevato riguarda le murature dei palazzi veneziani: «Sono forate, l'azione dell'onda è drammatica, perché incide ed estrae sedimenti attraverso le sconnessioni, per questo serve una grande manutenzione che c'era nel passato, ma ora pare che nessuno se ne preoccupi». Secondo il docente serve anche intervenire sulle multe: «I gps oggi hanno una buonissima precisione, si applichino le sanzioni».

Mancano professionisti esperti

Da ultimo, D'Alpaos ha lanciato una frecciata che lui stesso ha definito «feroce» alla politica: «Una volta i tecnici a Venezia avevano una preparazione adeguata sui temi lagunari. La tradizione del magistrato alle acque era far diventare presidente il più bravo tra gli ispettori che avessero passato la loro vita dentro alla struttura. Ora arrivano da zone lontanissime e non sanno nemmeno cosa sia la laguna, forse sarebbe opportuno far loro fare un esamino di idraulica».

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 20:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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