Venezia a pagamento, la questione del ticket di accesso: i veneti esentati fino al raggiungimento della soglia. Ma come funzioni ancora non si sa

Martedì 11 Ottobre 2022 di Alda Vanzan
Venezia a pagamento, la questione del ticket di accesso: i veneti non pagano fino al raggiungimento della soglia. Ma quale sia e come funzioni ancora non si sa
3

VENEZIA - Tra poco più di tre mesi, il 16 gennaio 2023, a Venezia entrerà in vigore il contributo di accesso. Significa che - tranne residenti, lavoratori, studenti, oltre a una serie di esenzioni per casi particolari - per entrare in città bisognerà prenotare e, una volta raggiunta la soglia massima di sopportabilità, anche pagare. Solo che alla Regione questa decisione di far pagare i veneti non va giù. «Venezia è il capoluogo della Regione del Veneto e ai veneti non deve essere chiesto un centesimo», dice l'assessore al Turismo Federico Caner. Che, tra l'altro, ancora non sa bene come funzionerà questo contributo di accesso: «La Regione non è stata coinvolta, non ci sono state fornite informazioni, abbiamo chiesto i dati alla control room del Comune di Venezia per capire come sono i flussi, quali sono le previsioni e quando scatterebbe il pagamento, ma ad oggi non abbiamo avuto un cenno di risposta».


Venezia, tiket per entrare: le esenzioni e i veneti


L'assessore regionale sa benissimo che Venezia è una città fragile, unica al mondo e che non può reggere una quantità illimitata di turisti. «La gestione dei flussi è fondamentale», dice Caner a margine della presentazione di Buy Veneto, il workshop internazionale sul turismo in corso a Mestre.

Solo che le soluzioni individuate dall'amministrazione comunale di Luigi Brugnaro non lo convincono. «Le uniche informazioni di cui sono a conoscenza le ho avute non dal Comune, ma dai colleghi del mio partito, la Lega, che operano a Venezia. Due sono le preoccupazioni: i tornelli fisici (perché non è bello trovare una barriera quando entri in una città) e il ticket di accesso».

Video

Veneti non pagano fino al raggiungimento delle soglie


Da quanto comunicato da Ca' Farsetti, sia i residenti nella Città metropolitana di Venezia che i residenti nella Regione Veneto saranno esclusi dal pagamento del contributo di accesso fino al raggiungimento delle soglie che saranno previste da apposita delibera di Giunta. Superate le soglie, si paga. Per capire: se sarà stabilito che la soglia sarà ad esempio di 50mila abitanti, chi ha prenotato ed è il 49.999° visitatore non paga, ma dal 50.001° in su bisogna mettere mano al portafoglio. Quanto? Da 3 a 10 euro con scaglioni non ancora definiti. «Non è una questione di soldi - dice Caner - ma di appartenenza a una comunità. Venezia è il capoluogo del Veneto, lo slogan scelto dalla Regione per il turismo è Veneto - The Land of Venice e non è stato facile farlo accettare ai veronesi, e adesso si chiede che paghino il ticket per andare a Rialto? Ricordo a tutti che durante i due anni di pandemia da Covid-19 Venezia è stata in piedi grazie ai veneti».


Caner avanza una proposta: utilizzare lo stesso sistema del city pass Venezia Unica, quello per viaggiare sui vaporetti con i prezzi dei biglietti calmierati. In realtà, il costo della carta non è uguale per tutti: 10 euro per i residenti nel Comune di Venezia, 20 per i residenti nella Città Metropolitana, 40 per i residenti nella Regione Veneto, 100 per i residenti al di fuori del Veneto.


Affitti brevi a Venezia


E mentre si attende la delibera della giunta municipale di Venezia che fisserà le soglie giornaliere di presenze, tiene banco il tema degli affitti brevi. Londra, Berlino, Parigi, Barcellona stanno valutando come intervenire per limitarli, se non proprio vietarli, ritenendoli una delle cause principali dello svuotamento di identità delle città. Venezia, invece, grazie al Decreto Aiuti Bis approvato prima delle elezioni che contiene una norma proposta dall'allora deputato del Partito Democratico Nicola Pellicani (e approvata da tutte le forze politiche del Governo Draghi, quindi con l'unica esclusione di FdI), è chiamata a fare da apripista in Italia. Ma mentre le altre città turistiche vorrebbero avere la stessa possibilità («Serve subito una norma nazionale che consenta ai Comuni di poter intervenire in modo chiaro e deciso per tutelare le nostre città e mettere un freno alla proliferazione degli affitti turistici brevi», hanno detto i sindaci di Bergamo, Bologna e Firenze), in laguna l'atteso regolamento è già contestato dai proprietari di immobili, tanto che ai politici - e ai neo parlamentari - è stato chiesto di non redigerlo.

Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 10:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci