Venezia, moto ondoso, fasce orarie per barche a remi. Ira dei gondolieri: «Non lo provochiamo noi»

Mercoledì 21 Settembre 2022 di Tullio Cardona
Venezia, fasce orarie per le imbarcazioni a remi contro il moto ondoso. L'ira dei gondolieri: «Non lo provochiamo noi»
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VENEZIA - «Quanto ha detto Marco Agostini ci lascia sbalorditi, e a questo punto agiremo a tutti i livelli: locale, regionale, nazionale e... internazionale». Il presidente dell’Associazione Gondolieri è assai arrabbiato, così come l’intera categoria. Le affermazione del comandante della Polizia locale, espresse in sede di II e IV commissione riunite, appartengono ad una serie di audizioni sul moto ondoso.

In sintesi, Agostini ha espresso le sue riflessioni sulle barche a remi in Canal Grande, a partire dalle gondole.

LE LIMITAZIONI

«Non sarebbe scandaloso che il Canal Grande fosse interdetto ai vogatori, alle imbarcazioni a remi per divertimento - ha detto il comandante della Polizia locale - Non perché le barche a remi provochino moto ondoso, ma assieme ai gondolieri e ai taxi portano a intasamenti e manovre che generano moto ondoso». «Varrebbe la pena distinguere i percorsi delle serenate delle gondole rispetto ai luoghi dove avvengono il carico-scarico merci e la raccolta dei rifiuti. Questo semplificherebbe molto il trasporto merci nelle zone centrali della città».

«Il tema della velocità è importante per il volume di moto ondoso che provoca - ha poi osservato Agostini - ma non è l’unico fattore. Ci sono imbarcazioni che a velocità inferiori generano maggiore moto ondoso. Sappiamo che i gondolieri operano praticamente dalle 8 a mezzanotte e, quindi, per una fascia della giornata si sovrappongono ad altre tipologie di trasporto, dalla raccolta rifiuti al trasporto merci».

FASCE ORARIE

Insomma, fasce orarie per gondole e barche a remi, affinché il tratto che dal ponte di Rialto conduce a Ca’ Foscari risulti meno intasato. «Siamo l’unica categoria alle quali la fascia oraria è stata imposta ed è rispettata - continua Balbi - Inoltre da tre anni non ci sono più serenate o carovane di gondole in Canal Grande. Vorrà dire che andremo sul lago di Garda, dove forse saremo meglio accettati. Abbiamo un turnover per il quale in estate un terzo dei gondolieri resta a casa e così metà di loro nei mesi invernali. Ci rifiutiamo di essere “bèchi e bastonati”: ora deve rispondere la politica, perché il comandante ha parlato solo da tecnico. Noi l’intasamento dei mezzi a motore lo subiamo, altro che provocarlo. Come già è stato proposto, vorremmo un coordinamento interforze per l’intero controllo delle acque in centro storico e in laguna. Tuttora i battelli Actv si incrociano sotto il ponte di Rialto, cosa che dopo la morte del turista tedesco sarebbe vietata».

Anche Aldo Reato, consigliere comunale per molto tempo alla guida dei gondolieri, tira in ballo Giunta e Consiglio comunale: «Adesso spero che segua una precisa risposta dell’Amministrazione, perché mi sembra che stiamo dando i numeri. A questo punto buttiamo una bella gettata di cemento sul Canal Grande e risolviamo tutto. Come ho più volte denunciato, mancano i presidi nelle acque interne e i controlli in quelle demaniali».

LA POLITICA

Il consigliere Giovanni Giusto è pronto alla guerra: «Sarà una lotta all’ultimo sangue a favore degli ultimi veneziani, che si vorrebbe ridurre come gli indiani d’America: a loro le riserve, a noi le fasce orarie. Qualcuno ha detto che viene presentato il mondo al contrario. Interdire ai veneziani la propria città è una valutazione incredibile. Venezia rimane tale solo se mantiene il suo sistema sostenibile, e la lentezza di chi va a remi è perfettamente compatibile con la città e con i 5 chilometri all’ora consentiti in Canal Grande. Pensiamo bene a quanto Agostini afferma: «le barche a remi creano pericolo all’intasamento”, ovvero a chi provoca gli ingorghi. È il mondo al contrario».

Ultimo aggiornamento: 07:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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