Brunetta: «Il Mose è un modello, diventi patrimonio dell'Unesco»

Venerdì 2 Giugno 2023 di Maurizio Crema
Brunetta: «Il Mose è un modello, diventi patrimonio dell'Unesco»

VENEZIA - «Il Mose patrimonio culturale dell’umanità Unesco da regalare al mondo per salvarlo dall’innalzamento dei mari che mette a rischio il 70% della popolazione mondiale». È l’idea di Renato Brunetta, presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, lanciata nel suo intervento di apertura della prima edizione della Biennale della Sostenibilità svoltasi ieri in Arsenale. Un impegno che è anche una sfida raccolta e amplificata dall’ex sindaco Paolo Costa, membro del comitato tecnico scientifico della Fondazione, che suggerisce di utilizzare la conca di navigazione di Malamocco - «Un errore progettuale perché troppo piccola» - in un «vantaggioso complemento del punto di attracco in altura che renderà il porto di Venezia agibile per le grandi navi portacontainer anche a Mose alzato». Ma non è stato facile. Non a caso il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, collegato da remoto dal Lussemburgo, ringrazia chi «20 anni fa iniziò i lavori, nonostante tutte le contrarietà e le traversie economiche, giudiziarie, strutturali e amministrative. Il fatto che questanno si completeranno i lavori e che il Mose ha salvato Venezia decine di volte, mi dice che la spesa ne è valsa la pena». Un’opera costata circa 6 miliardi che il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro considera un esempio di «coraggio del fare» come Ponte Morandi e Pedemontana Veneta: «Venezia ha sperimentato per prima l’effetto dei cambiamenti climatici. Il Mose è il risultato del coraggio di fare, bisogna fidarsi della scienza e della tecnologia per guardare alle sfide del futuro e continuare a salvaguardare la nostra Laguna. Sul tema della sostenibilità c’è un grande progetto con tanti aspetti: la pulizia dei canali, il sistema delle fognature, la protezione delle sponde, ma anche il futuro di Porto Marghera». Per questo bisogna rifinanziare anche la Legge Speciale. Venezia e la sua laguna laboratorio per le sfide climatiche che stanno già affrontando altre città e nazioni. Nel corso del convegno non a caso si è descritto la lotta contro uragani e grandi maree in Olanda, Gran Bretagna, Stati Uniti. «Il Mose è la prima e più grande opera di sostenibilità che il nostro Paese può mostrare al mondo, la più grande opera di idraulica mobile della storia dell’umanità - sottolinea Brunetta, che ha ricordato come si sia messo a piangere quando ha visto per la prima volta le barriere idrauliche alzarsi per salvare la città -. Il 70% della popolazione mondiale vive su aree costiere, in città su aree portuali, ed è a rischio sopravvivenza a partire dal prossimo secolo. Il Mose, invece, dà sicurezza alla città di Venezia per i prossimi cento anni, ma la può dare anche al resto del mondo. È un bene pubblico che chiederemo all’Unesco di riconoscere come opera della cultura mondiale. L’Italia potrebbe regalare al resto del mondo i suoi brevetti, la sua tecnologia, la sua manifattura, la sua sicurezza. Ovviamente con tutte le modifiche e i miglioramenti che il tempo ci indicherà. Venezia, la più antica città del futuro. Grazie al Mose non è più il mondo che salva Venezia, ma Venezia che salva il mondo». E Costa, parafrasando Mario Draghi, chiede che il Mose venga alzato «as ever as it takes», quindi «ogni volta che serva per tenere all’asciutto le fondamenta del costruito veneziano e far dimenticare ai veneziani l’acqua alta».

SISTEMA

«Da ministro, in 7 mesi, penso di aver raccolto lo spirito di Venezia e del Mose - osserva Salvini - sbloccando, accelerando e finanziando, perché le grandi opere sono un volano per piccole e medie opere. Una delle visite che ricordo con maggior stupore è stata quella al cervellone del Mose sottacqua, dove ho capito che straordinaria opera di ingegneria e innovazione sia». Proprio uno degli artefici di quest’opera, il direttore del Consorzio Venezia Nuova, Hermes Redi, ricorda quanto sia stata complessa la progettazione e la realizzazione di quello che chiama «sistema Mose, una soluzione integrata da opere anche sul litorale culminato col lavoro ciclopico della posa dei cassoni e la realizzazione delle due sale controllo. È un progetto totalmente italiano di cui dobbiamo essere orgogliosi». Ora si spera che possa far scuola anche per evitare intrallazzi e mazzette in questi anni da finanziamenti miliardari da Pnrr.

Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 09:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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