Covid, «Rt 0,95 al limite con l'arancione». Palù: «Ecco le varianti più pericolose»

Giovedì 6 Maggio 2021 di Raffaella Ianuale
La diretta sugli aggiornamenti Covid di oggi 6 maggio con il virologo Giorgio Palù
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Luca Zaia, assente alla diretta di oggi, 6 maggio, durante il consueto punto stampa dalla sede della protezione civile di Marghera per gli ultimi aggiornamenti su Covid-19 e vaccinazioni in Veneto.

Il presidente Luca Zaia, impegnato in video-conferenza con le Regioni, è stato sostituito dall'assessore alla Sanità della Regione Veneto Manuela Lazarin e ha partecipato al punto stampa il virologo e presidente di Aifa Giorgio Palù che ha illustrato le varianti e individuato quelle più pericolose.

Secondo i primi pronostici fatti a livello nazionale, se il trend delle vaccinazioni continuerà a questo ritmo, in Veneto l'immunità di gregge potrebbe essere raggiunta per il 10 settembre. 

Intanto sono molte le aziende venete che stanno chiedendo alle Ulss la possibilità di poter aprire i centri vaccinali nelle proprie sedi lavorative per somministrare i vaccini ai dipendenti, mettendoli quindi in sicurezza.

Oggi e domani, inoltre, dovrebbero essere gli ultimi giorni riservati alla vaccinazione dei sessantenni, seguirà la fascia 50-59 anni.

Il bollettino

Il Veneto registra 850 nuovi contagi Covid nelle ultime 24 ore, e 7 decessi. Gli infetti  totali dall'inizio dell'epidemia salgono così a 415.822, le vittime a 11.404. È in continua discesa la curva dei ricoveri negli ospedali. Nei normali reparti medici sono 1.113 (-50) i posti letto occupati da pazienti Covid, nelle terapie intensive sono 168 (-5)

I nuovi parametri 

 
I nuovi parametri in previsione della cabina di regia di domani: Rt 0,95, incidenza 97 su 100mila abitanti. «Il Veneto ha ad oggi un Rt di 0,95, ad un passo dalla fascia arancione - spiega l'assessore Manuela Lanzarin  - È un dato che ci preoccupa e ci deve preoccupare. Decisamente migliori  invece i numeri relativi all'incidenza: 97 positivi su 100mila abitanti, e all'occupazione ospedaliera, pari al 15% sia per le terapie intensive che per le aree non critiche».
 

Prenotazioni vaccini

Ci sono ancora alcuni giorni per le prenotazioni vaccinali dei sessantenni, poi si partirà con i cinquantenni «è questioni di giorni - precisa l'assessore Lanzarin - ma la vaccinazione della fascia 50-59 partirà in modo uniforme in tutto il territorio regionale».

Sono state 42.686 le dosi di vaccino anti-Covid somministrate ieri nelle strutture sanitarie del Veneto. Il totale delle dosi finora inoculate è pari a 1.879.324, l'85,5% di quelle consegnate nella regione. I cittadini che hanno già completato il ciclo di immunizzazione sono 555.183 (11,4% della popolazione). Il 26,4% (1.289.401) ha invece ricevuto almeno una dose. La fascia di popolazione che ha maggior copertura (con almeno una dose ricevuta), è quella degli over 80, con il 96,2%, seguita da quella 70-79 anni (77,2%), e dalla 60-69 (42,3%).

 

Conferenza delle Regioni

 
La Conferenza delle Regioni di ieri ha ribadito quanto già chiesto come ricorda l'assessore Manuela Lanzarin: le Regioni hanno insistito quindi sul coprifuoco spostato alle 23, la riapertura dal 1 giugno dei parchi tematici, la riapertura delle piscine e anche dei centri commerciali nel fine settimana.
La conferenza ha analizzato il tema delle riaperture delle strutture extra-ospedaliere, come le case di riposo. Può accedere alla struttura chi ha fatto la doppia somministrazione di vaccino, chi ha effettuato tampone nelle ultime 24 ore e chi ha già contratto la malattia.
 

Varianti

Il professor Giorgio Palù, ospite del punto stampa di oggi, affronta il tema della varianti, tenendo una vera e propria lezione universitaria. L'evoluzione del virus da gennaio 2020 a partire dal pipistrello che ha dato avvio a tutto quello che è poi successo. «Il problema è la complessità dei genomi e a pochi mesi dalla sequenziazione del genoma la società Moderna aveva già elaborato il vaccino - spiega Palù - questo è il più grande virus che sta infettando il genere umano. Tutti i virus Rna mutano. Inizialmente non c'era certezza sulla capacità delle varianti di infettare, mancava un modello scientifico. Comunque già da Whan all'Italia il virus si era modificato».

Sudafricana, Brasiliana, Indiana

«C'è poco da dire: il virus è cinese perché è lì che è nato e lì si è sviluppato - sottolinea Palù - i cinesi nel 2000 sono stati zitti almeno 6 mesi prima di parlare del virus della Sars e in questo caso sono stati zitti almeno tre mesi perchè già a settembre 2019 era presente».

«La variante Sudafricana e la variante Brasiliana, sono importanti perché aumentano il fattore di diffusione e resistono agli anticorpi. La variante Sudafricana è la più preoccupante perchè si diffonde di più, da 3 a 5 volte rispetto alle altre, ma i vaccini funzionano - spiega Palù - La variante Indiana: è la somma di due varianti che si sono diffuse. Ci sono una ventina di lavori che dicono alcuni che è più contagiosa, altri che lo è meno. Non ci sono ancora evidenze scientifiche che confermino che questa variante sia più virulenta e letale. La variante Inglese è oggi la dominate, nel nostro Paese è al di sopra del 91% dei casi, mentre la Sudafricana è in calo e per la Nigeriana ci sono soli pochi casi».

 
 

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Pubblicato da Luca Zaia su Giovedì 6 maggio 2021

Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 09:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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