Il mestrino Paolo Dalle Fratte terzo all'Ironman di Jesolo e tra i primi atleti al mondo

Giovedì 11 Maggio 2023 di Maurizio Dianese
Il mestrino Paolo Dalle Fratte terzo all'Ironman di Jesolo e tra i primi atleti al mondo

MESTRE - L'uomo fatto di ferro è mestrino. E chissà se è stata l'acqua a fare la differenza. L'acqua della piscina di via Calabria nella quale hanno nuotato insieme, lui e Federica Pellegrini. Di sicuro c'è che da quell'acqua è uscita la più grande nuotatrice italiana e un "iron man" come Paolo Dalle Fratte, 30 anni il prossimo 16 ottobre, che figura tra i venti migliori atleti italiani e tra i primi al mondo.

A Jesolo nell'ultimo Iron man si è classificato terzo nella sua categoria, dai 30 ai 34 anni. «Ci credo sempre, ma stavolta me lo sentivo che potevo arrivare al podio. Sono uscito secondo dall'acqua, dopo il francese che ha vinto».

LA CARRIERA

Laureato in ingegneria energetica, un passato recente di progettista di grandi impianti del freddo, adesso ha deciso di fare l'assicuratore. Più tempo per allenarsi, no? «Anche. Mi sveglio alle 4 ogni mattina e finisco alle 10 di sera. In mezzo c'è il lavoro alle Generali, che penso e spero di fare al meglio, ed è un lavoro pieno di contatti con gli altri, a differenza dello sport che ho scelto o che mi ha scelto», sorride Dalle Fratte che ha fatto dell'understatement il suo credo. «Faccio anche tre allenamenti al giorno, mai meno di 25 ore la settimana», dice, come se fosse una cosa alla portata di tutti. Fisico da cyborg, ha la comunicatività del ragazzo della porta accanto che è bravo, ma non se la tira, un ragazzo che è cresciuto a Tessera e che a Mestre ha vissuto fino all'altro giorno, quando ha deciso di "ritirarsi" a Jesolo dove continua ad allenarsi all'aperto.
«Come ho cominciato? Mia mamma mi portava in piscina in via Calabria. Fino a 12 anni nuoto, poi basket, poi l'università e lo studio, che mi ha fatto smettere per un po'. Poi ho ricominciato e durante la pandemia mi sono appassionato alla bicicletta». Da qui a fare gli Iron Man è da tutti, no? «Ovviamente no. Però se c'è una cosa che si impara anche con questi sport estremi è che puoi farcela e che quando ce la fai, è bellissimo. Sei tu da solo contro te stesso e contro il tempo. Una scarica di adrenalina».
E gli amici, gli spritz, le pizzate, la morosa?
«Tocca rinunciare. Non alla morosa, ma al resto sì. Bisogna sapersi regolare in tutto. Con il cibo e il resto». Risultati? «Nel 2021 il primo Iron man di Jesolo. Sono arrivato 30. assoluto e non era male per la prima volta, con tremila partecipanti e un tempo di 4 ore e 24 minuti». In due anni da trentesimo a terzo,. Una progressione non male. «Non mi basta. Mi sono qualificato in Finlandia per l'Iron man world championship». E cioè? «L'Iron man di Jesolo è è fatto di 120 chilometri mettendo insieme 1.900 metri di nuoto, 90 di bici, 21 chilometri di corsa. Una faticaccia, ma ormai mi sono qualificato per Klagenfurt: 3.800 di nuoto, 180 chilometri di bici e 42 di corsa, per finire".
Una passeggiata... «Non proprio. Però ormai ho imparato che quando il fisico ti molla e prima o poi succede, resta la testa. La testa fa l'80% della gara e ti fa vincere o perdere. E voglio dire a tutti che Ironman non è autolesionismo come può sembrare, visto che ti sottoponi ad uno stress incredibile, ma amore per se stessi e per lo sport».

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