Venezia. Ponte della Libertà, 14 incidenti provocati dalla rotaia del tram. E questa mattina caduta un'altra motociclista

Mercoledì 30 Agosto 2023 di Elisio Trevisan
L'incidente di oggi sul Ponte della Libertà

MESTRE - Dal primo gennaio 2015 ad oggi, solo sul ponte della Libertà, sono stati denunciati 14 incidenti legati alle rotaie del tram. «No comment» risponde Renato Boraso quando gli si chiede se come Comune si sente in qualche modo complice di questi sinistri e di tutti quelli che non sono stati denunciati. «Bisogna verificare l'esatta dinamica e le cause che hanno portato la turista francese alla morte e capire se c'entra davvero la rotaia ma, al di là di questo, l'incidentalità mi dà l'impressione di essere pesante» continua l'assessore alla Mobilità. Per questo dopo l'ennesima vittima ha deciso che non si può più stare fermi. E anche questa mattina, mercoledì 30 agosto, una motociclista è caduta sul ponte, per fortuna senza gravi consgeuenze.

Il traffico non ha subito particolari rallentamenti.


LA RICHIESTA
«Ho chiesto agli uffici un dossier dettagliato dei sinistri verificatisi dal 2016 ad oggi (il 19 dicembre 2010 venne inaugurata la linea T1 da Favaro Veneto a Mestre, dal 12 settembre 2014 la linea è stata prolungata fino a Marghera, il 15 settembre 2015 venne inaugurata la rimanente tratta da Mestre a Venezia ndr.). Voglio capire, numeri alla mano, qual è la situazione reale e poi potremo sederci ad un tavolo e decidere cosa fare. Intanto porgo le mie condoglianze e quelle dell'Amministrazione alla famiglia della turista deceduta, siamo vicini nel dolore. Ora è arrivato il momento di mettere in fila i dati: parlo di incidenti mortali e anche di non mortali, di feriti gravi e meno gravi, di motociclisti, ciclisti, pedoni, automobilisti. Parlo di denunce per risarcimento danni relative a sinistri collegati alle rotaie del tram, di sinistri rilevati dalle forze dell'ordine e di quelli non rilevati. Lungo tutti i 20 chilometri delle due linee, la T1 e la T2». Quando il dossier sarà pronto si potrà cominciare a ragionare sul servizio di trasporto pubblico della francese New Translohr che fino ad oggi è riuscita a piazzare il tram a guida vincolata su gomma in sole 7 città nel mondo, e nella maggior parte dei casi con percorsi non promiscui e molto più corti di quello veneziano: a Clermont-Ferrand in Francia i convogli corrono su 14 km di tracciato, a Medellin su 5 km, a Padova su 10,3 km, a Shanghai su 9 km, a Tianjin su 8 e a Parigi su 6,6 km. A Mestre dei 20 chilometri complessivi solo il 4% è su corsie riservate, il resto è promiscuo, cioè corre in mezzo alla strada dove passano auto, furgoni, camion, e soprattutto moto, bici, monopattini e pedoni. Dai dati in possesso del Comune emerge che i sinistri denunciati e avvenuti sulle rotaie del tram solo sul Ponte della Libertà sono, appunto, 14, e che «al momento per i sinistri verificatisi dall'1 gennaio 2015 ad oggi non sono pervenuti atti di citazione e nessuno è stato liquidato dalle Compagnie: la motivazione generale è che la rotaia è installata da tempo su piattaforma rossa ben visibile, non presenta insidie ed inoltre è segnalata da apposita cartellonistica di pericolo». Ma cosa significa "pericolo" quando la famosa, o famigerata, rotaia non è piatta come per la stragrande maggioranza dei tram, ma è tonda, in rilievo e con due scanalature profonde ai lati, tanto che persino gli automobilisti devono stare attenti quando ci vanno sopra con le ruote, figurarsi i centauri. Un pericolo del genere forse non andrebbe imposto ai viaggiatori. Le valutazioni del dossier naturalmente dovranno tenere conto principalmente di due fattori: vittime e feriti da un lato, e sostenibilità economica dall'altro: «Questo sistema, ricordo, è gravato ancora da un mutuo residuo di 300 milioni di euro da pagare in 20 anni con rate di 460 mila euro al mese. - riprende Renato Boraso - Ad oggi, trasportando oltre 40 mila passeggeri al giorno, la gestione riesce a coprire il mutuo senza ricorrere a fondi ulteriori. Se, ora parlo per assurdo, si dovesse decidere di eliminare il tram, si dovrebbero trovare 300 milioni per finire di pagarlo».


ESPOSTI A RISCHI
E se invece si continua a farlo correre almeno per i prossimi vent'anni, cioè fino a fine mutuo, si continuerà ad esporre le persone a rischi che sono ben al di sopra di quelli normali che si affrontano percorrendo una strada. «La realtà è che il progetto è stato sbagliato. Questo tipo di tram dovrebbe correre su spazi riservati, dove non ci sono altri mezzi. - conclude l'assessore - Ma ce lo siamo trovato così, e abbiamo anche dovuto farlo funzionare perché quando si è insediata la prima Giunta Brugnaro non andava».

Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 09:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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