VENEZIA - L'incidente di ieri sul ponte della Libertà riporta all'attualità una tematica ben nota agli abitanti di Venezia e a chi accede alla città per lavoro o turismo: la viabilità del ponte, unica via di accesso terrestre alla città lagunare.
COLLO DI BOTTIGLIA
Sulla necessità di ripensare la viabilità della città lagunare è d'accordo anche Paolo Bonafè, segretario comunale di Azione, che sottolinea come questo sia solo l'ennesimo di una lunga serie di incidenti che dimostrano come Venezia sia impreparata a gestire le emergenze legate alla viabilità. «Il Ponte della Libertà è un collo di bottiglia inevitabile e non sono prevedibili altre vie d'accesso automobilistiche. Però restano ancora un mistero le motivazioni che hanno portato a non aver creato delle aperture di carreggiata nei due sensi, sia sul ponte che lungo le carreggiate da e per Venezia, per deviare il traffico e per percorrere il ponte a senso unico alternato quando una delle due carreggiate fosse risultata bloccata. Il ponte va reso una Ztl riservate agli aventi diritto, come accade in altre città. Auspichiamo l'approvazione in tempi rapidi del Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile e la realizzazione dei terminal di appoggio per raggiungere la città storica con motobattelli o con tram, bus o treno da San Giuliano o dai Pili».
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