CEGGIA (VENEZIA) - Ruba una Fiat Panda e si schianta contro i piloncini di cemento ai margini del settecentesco Oratorio Bragadin, danneggiandone i gradoni d’ingresso. È successo attorno alle 22.30 di martedì scorso, a Ceggia. Per i più religiosi, magari, il segno della Divina Provvidenza nell’applicare una punizione per aver infranto il settimo comandamento: “non rubare”.
Nei fatti, secondo quanto appurato dalle forze dell’ordine che stanno svolgendo le indagini, una persona avrebbe rubato una Fiat Panda dalle vicinanze, iniziando a correre senza criterio per le vie del paese, forse alterato dall’alcol o da altre sostanze.
Si spera ora che il danneggiamento alla proprietà del Comune e della parrocchia venga risarcito, anche se purtroppo si dice scettico il sindaco Mirko Marin. «Trattandosi di un furto d’auto - spiega il primo cittadino -, non sappiamo se l’assicurazione del veicolo coprirà i danni». Tanta indignazione intanto arriva dai cittadini, che allo storico edificio di culto sono affezionati. Come conferma don Alessandro Ravanello, nel piccolo oratorio all’incrocio tra via Guglielmo Marconi e via Giacomo Puccini «una volta al mese viene ancora recitato il Rosario. Mentre a maggio è stata recitata la Messa in occasione delle Rogazioni», a conferma dell’importanza che ancora riveste per la comunità dei fedeli. La struttura è stata edificata alla fine del XVI secolo, come cappella annessa all’omonima seicentesca villa Bragadin che d’estate ospitava la nobile famiglia veneziana, come riporta un’iscrizione sopra il portale: “Marcantonio Bragadin riedificò dalle fondamenta, 1795”.