Marta Bisello: «I milioni di Maniero? Se li avessi avuti non sarei finita a fare la badante»

Domenica 18 Ottobre 2020 di Maurizio Dianese
Marta Bisello: «I milioni di Maniero? Se li avessi avuti non sarei fitina a fare la badante»
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VENEZIA «Non è più lui». Marta Bisello, compagna per una vita di Felice Maniero, è da un anno ormai in una struttura protetta dedicata alle donne vittime di violenza. Maniero la accusa di averlo tradito, denunciandolo, per tenersi i soldi, cioè quel che resta di un malloppo che a metà degli anni 90, quando Felicetto aveva iniziato a collaborare con i magistrati, raggiungeva una cifra equivalente a 50 milioni di euro di oggi. «Macché 50 milioni, sbotta Marta Bisello. Se avessimo avuto così tanti soldi io non sarei finita a fare la badante e la baby sitter per portare a casa i soldi per mangiare».


Se non sono 50 milioni poco ci manca visto che lo stesso Maniero ha confessato di aver consegnato al cognato Riccardo Di Cicco, a partire dal 1989, la somma di 33 miliardi di lire, più o meno 17 milioni di euro. E certo Di Cicco non è stata l'unica testa di legno che Maniero ha utilizzato per far sparire i quattrini che aveva messo da parte in quasi vent'anni di carriera criminale. Resta da capire quanto possa essere rimasto del capitale iniziale. 
 

La donna di Maniero

Marta Bisello ha accettato di parlare per la prima volta, dopo un silenzio che dura da sempre, «perché non mi fido dei giornalisti». E spiega: «In ogni caso, tanti soldi se li è fatti fuori con le sue attività imprenditoriali, che sono andate tutte male.

E lui incolpava me dei fallimenti. Credeva di essere un grande manager, un grande imprenditore e invece perdeva soldi e basta».

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Le aziende di Felicetto

Non la pensa così Giorgio Marsutti, il suo primo socio in affari: «Maniero era intelligente, sveglio, capiva subito. E poi era intuitivo, scaltro. Bravo, insomma». La prima ditta, specializzata nella vendita porta a porta di articoli per la casa, aveva sede a Quarto Inferiore, nel bolognese e rendeva bene. Non fino al punto di giustificare una vita miliardaria come quella che continuava a fare Felice e la sua famiglia, ma non andava affatto male, assicura Marsutti. Poi però Felicetto si era messo in proprio: «Aveva imparato come si fa e quindi aveva deciso di fare da solo». Ecco l'azienda per la depurazione dell'acqua di casa, Anyaquae, che è finita in un fallimento. «Sì, ma non poteva essere colpa sua dice ironicamente Marta Bisello - Perché lui è uno che non può sbagliare e se qualcosa va male deve essere per forza colpa di qualcun altro. Nel caso specifico la colpa era sempre mia. Per questo mi picchiava e mi insultava in continuazione. Vivevo una vita d'inferno. All'inizio non mi ero resa conto che stava cambiando tutto, anche perché ho passato momenti belli e anche bellissimi con lui e facevo fatica a credere che fosse finita».

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I soldi spariti

Ma poi il problema dei soldi si è fatto sentire, in modo sempre più pressante, al punto da costringere la famiglia Maniero, lui, Marta e la figlia Anita, «per la quale stravedeva, era pronto a buttarsi nel fuoco per lei» ammette Marta Bisello - a trasferirsi dalla villa di via delle Cave al condominio di via Giacomo Corna Pellegrini 24 a Brescia. L'appartamento è al terzo piano di una palazzina qualsiasi, ma il boss non riesce nemmeno a pagare l'affitto o, almeno, questo è quello che fa credere a Marta Bisello dalla quale vuole separarsi. Marta, comunque, continua a pescare nel salvadanaio di casa. «L'ho beccata due volte che prendeva soldi dal nascondiglio segreto in camera di mia figlia», racconta il boss nel suo memoriale. Ma non doveva essere rimasto molto in cassa, a parte i quadri. Maniero aveva collezionato decine, centinaia di quadri di valore nella sua vita criminale visto che, oltre al resto, era anche un appassionato esperto d'arte. «Li ha venduti tutti due anni fa», assicura Marta Bisello, ma anche in questo caso bisogna stare a quello che ha voluto farle credere Maniero e non è detto che corrisponda alla realtà.


In ogni caso, lei crede che non sia rimasto più niente del tesoro del boss. Al punto che, quando Maniero l'ha invitata a fare le valigie, ha pensato di chiedere al Comune di Brescia l'assegnazione di una casa popolare. Questo, dunque, porterebbe a dire che il presunto accordo di Marta Bisello con il cognato Riccardo Di Cicco per tenersi quegli 11 miliardi di lire che Di Cicco dice di aver perso in speculazioni sbagliate, sia una pura fantasia di Maniero. Resta il fatto l'ex boss del Brenta ormai è convinto di questo, anche perché la dritta gli arriva dall'unica donna della sua vita e cioè da sua madre, Lucia Carrain: Figlio mio, lo sai che Marta e Anita parlano con il Bruto?


L'ex boss del Brenta ha fatto due più due ed è arrivato alla conclusione che Marta è colpevole di averlo tolto di mezzo, denunciandolo per maltrattamenti, all'unico scopo di godersi il malloppo.

Ultimo aggiornamento: 19:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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