VENEZIA - Buona annata per le mele, anche nel veneziano, ma anche qui è allarme rincari. «La raccolta autunnale delle mele della varietà Grenny e Fuji è andata bene con pezzature buone e grado zuccherino soddisfacente, nonostante la siccità nei mesi estivi spiega Stefano Musola, presidente sezione frutticoltura di Confagricoltura Venezia. - Per quanto riguarda la raccolta della varietà Pink Lady, ancora in corso, abbiamo qualche problema infatti le temperature calde di un ottobre, praticamente estivo, non hanno dato quel sbalzo termico tra la notte ed il giorno che favorisce la colorazione.
LIQUIDAZIONE BASSA
Preoccupano invece soprattutto i prezzi di liquidazione. «Al momento i prezzi sembrano molto bassi rispetto al prezzo finale di vendita all'ingrosso e al dettaglio sottolinea Musola. - La sensazione è che i rincari per i costi energetici, registrati nelle varie fase di lavorazione della filiera, vengano scaricati sui produttori: in questo modo le spese di produzione superano gli introiti, rischiando di mettere in difficoltà le aziende che producono frutta».
MERCATO INCERTO
Per non parlare delle incertezze sul mercato, vera incognita che pende come una spada di Damocle tanto sui venditori che sui preduttori. «A quanto pare alcuni commercianti stanno cercando di limitare il più possibile spese di energia elettrica per i frigoriferi e carburante per trasporti, perciò comprano meno merce rispetto al consueto aggiunge Francesca Aldegheri, responsabile frutticoltura Confagricoltura Veneto. - La conseguenza è che diminuisce la vendita complessiva del prodotto, oltre che avvenire comunque a prezzi poco soddisfacenti».
«SERVE UN CONFRONTO»
La situazione è difficile per molte aziende agricole, eccetto per il settore della viticoltura. «In questa situazione di crisi, se vogliamo mantenere la situazione primaria in Italia, è necessario ridiscutere la ripartizione del valore nella filiera tra produttori agricoli, imprese del settore della trasformazione e grande distribuzione - conclude Marco Aurelio Pasti, presidente di Confagricoltura Venezia. - Solo un confronto aperto può permettere di trovare il giusto equilibrio per affrontare le emergenze, senza scaricare la maggior parte dei costi sul primo anello della filiera, che è il più debole, anche perché polverizzato».