Fvg. Frutta e verdura salate. Ma "a pagare" il conto sono i contadini

Mercoledì 31 Gennaio 2024 di Loris Del Frate
Fvg. Frutta e verdura salate - Foto di Hans da Pixabay

La protesta dei trattori, già arrivata sul territorio regionale, anche se non con la stessa intensità vista altrove, ha già "invaso" le strade di diverse province italiane.

Una battaglia che gli agricoltori stanno combattendo per la sopravvivenza visto che sono la prima trincea di una filiera (passiva) che sfrutta il lavoro degli altri. In questo caso dei contadini che trascorrono ore e ore a lavorare nei campi. Di più. I prodotti che le persone acquistano nei negozi o nei punti vendita della grande distribuzione sono soggetti ogni giorno all'aumento dei prezzi legati all'inflazione, alla siccità, alla troppa pioggia e a ogni tipo di evento atmosferico che pregiudica le condizioni meteo. Ma se il prezzo si alza in negozio e alleggerisce il portafoglio dei clienti, cresce di ben poco e nella maggioranza dei casi non cresce per nulla per chi i prodotti dei campi li coltiva. La stessa vale per gli allevatori che si ritrovano con una costante oscillazione del prezzo di acquisto del latte, solo che nella stragrande maggioranza dei casi è al ribasso.


 

LA FILIERA


Basta vedere la tabella pubblicata a fianco per capire da cosa nasce la protesta dei trattori, anche se la cifra bassa che viene corrisposta all'agricoltore per i suoi prodotti coltivati nei campi e nell'orto è solo una delle motivazioni, pur trattandosi probabilmente di quella più significativa. Se è vero, infatti, che volano i prezzi del cibo per la spesa delle famiglie, ai contadini gli stessi prodotti agricoli vengono pagati dal 13,7 sino al 70 per cento in meno rispetto al costo in negozio. Se i prezzi pagati ai contadini inoltre sono crollati nel 2023 è cresciuta contestualmente l'inflazione alimentare.


 

IL LATTE


Forse l'esempio del latte è quello più emblematico. Il prezzo al produttore nel mese di ottobre e novembre si è notevolmente abbassato, passando dai 60 centesimi al litro di inizio 2023 ai 49 centesimi di questi giorni. La quotazione è in continuo calo, ma il consumatore al supermercato non vede la diminuzione del prezzo. Un litro di latte, infatti, costa mediamente dall'euro e 60 ai due euro al litro. Anche per gli ortaggi il prezzo riconosciuto al produttore agricolo è meno di un quarto di quello che si trova scritto poi per il consumatore finale nei reparti dell'ortofrutta. Altro esempio emblematico che ben rappresenta tra le altre cose la provincia di Pordenone sono le mele Golden, quelle che hanno uno degli smerci maggiori. Ebbene, al frutticoltore viene riconosciuto il prezzo di circa 30, massimo 40 centesimi per il prodotto da consumare fresco, mentre il prezzo al supermercato oscilla tra i 2.20 sino ai 2.29 euro al chilo. Un caffè al bar costa come tre chili e mezzo di mele pagate al produttore. Ancora peggio per le mele da trasformati da cui si ricavano succhi o composte. In questo caso non si superano i 10, 15 centesimi al chilo. Una confezione di succhi di frutta, non di marca composta da sei astucci costa mediamente dai 4.50 ai 6 euro.


 

VERDURA DI STAGIONE


Non va certo meglio per la verdura di stagione come radicchio, cavoli, finocchi, carote, bieta, ortaggi che dal campo al supermercato moltiplicano il prezzo almeno per tre - quattro volte. La tabella del resto è indicativa. (vedi tabella). Entrando ancora più nel dettaglio dal grano al pane il prezzo aumenta di oltre 17 volte tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l'acqua per ottenere un chilo di prodotto finito, con una forbice che non è mai stata così ampia. Un chilo di grano viene pagato agli agricoltori circa 24 centesimi, il 32% in meno rispetto allo scorso anno, mentre la stessa quantità di pane viene venduta ai consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 5 euro, con un rincaro che è arrivato anche fino al +20%.


 

LA FILIERA


Il problema si chiama "filiera". La merce una volta presa dal campo fa altri due, a volte tre passaggi. Arriva ai mercati generali dove il prezzo cresce, viene acquistato dal negoziante è finisce in negozio, oppure se è destinata alla grande distribuzione ha un altro passaggio legato al confezionamento che non sempre è interno. Ecco fatto: il radicchio rosso dai 99 centesimi pagati al lavoratore della terra viene venduto a cinque euro al chilo. Con buona pace di tutti i filtri per cercare di contenere i prezzi.

Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 10:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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