Rovigo. Crescono gli sfratti, è allarme casa: presentate 205 richieste di esecuzione

Lo scorso anno in Polesine sono stati eseguiti 81 sfratti, con un aumento del 211,54% rispetto al 2021

Domenica 22 Ottobre 2023 di Francesco Campi
Sfratti in aumento (foto d'archivio)

ROVIGO - Mentre aumentano i prezzi degli affitti, gli sfratti tornano a correre, chiudendo la pausa pandemica e superando i valori del 2019: il segretario generale della Cgil Pieralberto Colombo parla apertamente di «emergenza casa» perché «i dati recentemente resi pubblici dal ministero dell'Interno per il 2022, segnalano che sono in preoccupante aumento i provvedimenti di sfratto in Italia, in Veneto e anche nella nostra provincia».

Crescono gli sfratti

Lo scorso anno in Polesine sono stati eseguiti 81 sfratti, con un aumento del 211,54% rispetto al 2021, quando erano stati 26, mentre nel 2020 solo 21. Nel 2019 erano stati 71. Per quanto riguarda i provvedimenti di sfratto, invece, nel 2022 ne sono stati emessi 130: 119 per morosità, 39 dei quali solo nel capoluogo, e 11 per finita locazione. Nel 2021 erano stati 123: 108 per morosità, 38 a Rovigo, e 15 per finita locazione. Colombo nota come «cresce in modo preoccupante il disagio abitativo a tutti i livelli, che rappresenta una componente rilevante delle diseguaglianze e della povertà. Nel nostro Paese sono stati emessi, nel 2022, quasi 42mila provvedimenti con una crescita del 9,4% rispetto all'anno precedente, 8,9% in Veneto. Se guardiamo al Polesine, la situazione è preoccupante, considerata anche la cronica difficoltà legata alla disponibilità di alloggi pubblici: nel 2022 sono stati emessi 130 provvedimenti, dei quali ben 119 per morosità, con un incremento complessivo di quasi il 6%. Sempre l'anno scorso, sono state presentate 205 richieste di esecuzione di sfratto. È evidente quanto sia urgente elaborare una strategia per affrontare, con adeguate risorse, l'articolata problematica del disagio abitativo, chiedendo a politica e istituzioni, anche locali, di considerare la casa come un'infrastruttura sociale indispensabile. A maggior ragione nel nostro territorio se vogliamo renderlo nuovamente attrattivo, in contrasto allo spopolamento in corso». C'è un altro tema connesso, quello degli alloggi per universitari fuori sede. «Una situazione allarmante che mette in discussione la concreta esigibilità dello stesso diritto allo studio sancito dalla Costituzione.

In Italia, a fronte di circa 800mila studenti fuori sede, i posti letto negli alloggi universitari sono 40mila: solo il 4,9% degli studenti trova alloggio nelle residenze pubbliche o in quelle convenzionate con gli enti pubblici per il diritto allo studio. Tale problematica coinvolge ormai anche i fuori sede che studiano a Rovigo, che con sempre maggior difficoltà riescono a trovare alloggi e i prezzi sono spesso eccessivi».

Le proposte

Il 2022 è stato l'anno della ripresa degli sfratti dopo il blocco per la pandemia, col decreto del marzo 2020 prorogato fino al 20 giugno 2021, per poi ripartire in base alle date di emissione dei provvedimenti. Questo ha coinciso con il caro bollette e l'aumento dell'inflazione, una combinazione micidiale. «La questione abitativa rimane per la nostra provincia una delle priorità anche per favorire uno sviluppo duraturo e di qualità, ancor più in vista di nuovi possibili insediamenti produttivi. Come Cgil, insieme al Sunia abbiamo avanzato a tutti i livelli proposte chiare: rifinanziare il Fondo di sostegno per l'affitto e il Fondo per la morosità incolpevole, oggi bloccato dal Governo; incrementare l'edilizia residenziale pubblica, anche attraverso la riqualificazione del patrimonio non utilizzato; integrare l'edilizia pubblica con quote di edilizia residenziale sociale; realizzare residenze universitarie pubbliche e incrementare il "fondo studenti fuori sede; rivedere il regime fiscale legato alle locazioni per incentivare il canone concordato, favorendo così le locazioni di lunga durata e quelle transitorie per studenti». 

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