Monselice. Fece espoldere la casa per vendicarsi del padrone che la stava sfrattando: anziana condannata

Un anno di reclusione, con la sospensione condizionale della pena

Domenica 22 Ottobre 2023 di Luca Ingegneri
L'abitazione data alle fiamme per vendetta

MONSELICE - É stata lei a far esplodere l’appartamento in cui abitava. Carmela Zerbetto aveva escogitato il diabolico piano per vendicarsi del padrone di casa che la stava sfrattando. Un anno di reclusione, con la sospensione condizionale della pena. É la condanna rifilata dal giudice monocratico Laura Fassina alla settantatreenne pensionata accusata di crollo di costruzioni, difesa dall’avvocato Alberto Giuliani.

L’anziana dovrà inoltre risarcire il proprietario dell’alloggio, un 41enne carabiniere di Monselice, costituito parte civile con l’avvocato Federico Alati. Il giudice ha disposto il ristoro del danno per complessivi cinquantamila euro. La condanna dell’imputata era stata sollecitata anche dal pubblico ministero Maria D’Arpa che aveva valorizzato la perizia psichiatrica in cui Carmela Zerbetto veniva descritta come affetta da “disturbo rivendicativo”.

L'esplosione della casa

La casa era stata fatta esplodere il 6 giugno 2019, esattamente venti giorni prima dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario per lo sfratto esecutivo. La fuga di gas era stata provocata dal taglio dei tubi del fornello in cucina. La pensionata aveva rischiato di morire. Era rimasta imprigionata all’interno del suo appartamento trasformato in una prigione di fuoco. Soltanto il tempestivo intervento di due carabinieri, che l’avevano trasportata a braccia giù dal terrazzino, le aveva salvato la vita. Carmela Zerbetto se l’era cavata dopo un lungo ricovero al Centro grandi ustionati di Verona. Ma i guai per l’anziana non erano terminati. La Procura della Repubblica l’aveva accusata di aver provocato volontariamente la terribile esplosione che ha danneggiato la palazzina di via Coronin distruggendo il suo appartamento e quello al piano superiore.

Le indagini

Dalle indagini di carabinieri e vigili del fuoco era emerso che la donna aveva tranciato intenzionalmente il tubo di adduzione del gas metano ai fuochi della cucina provocando un botto spaventoso. Un piano diabolico per vendicarsi del padrone di casa che le aveva appena intimato lo sfratto. Di lì a venti giorni avrebbe dovuto fare le valigie e lasciare libero l’alloggio. La pensionata era andata su tutte le furie. Al punto da organizzare la fuga di gas e l’inevitabile esplosione. Il pubblico ministero Maria D’Arpa aveva formulato nei suoi confronti l’accusa di crollo di costruzioni.
L’incendio era divampato alle 3.30 della notte. La violentissima esplosione nella palazzina di via Coronin aveva fatto sobbalzare sul letto molti residenti del quartiere. Nel giro di qualche minuto l’appartamento occupato da Carmela Zerbetto si era trasformato in un inferno: le fiamme avevano avvolto mobili, tende, tappeti. Il calore era talmente intenso da far esplodere i vetri delle finestre. Dagli infissi ormai divelti erano uscite colonne di fumo mentre la donna gridava aiuto: le fiamme le impedivano di raggiungere la scala, confinandola nell’ultima stanza dopo il terrazzo. Dell’incendio si erano accorti i vicini che, impauriti, avevano lanciato l’allarme al 112. I carabinieri erano arrivati sul posto nel giro di pochi minuti: la donna era bloccata in casa. I vigili del fuoco stavano arrivando insieme all’ambulanza del Suem ma i militari sapevano che non c’è tempo da perdere. Nel cortile di una casa vicina c’era una scala a pioli che i due carabinieri avevano usato per raggiungere il terrazzo e recuperare Carmela Zerbetto. Uno di loro se l’era caricata in spalla, l’altro l’aveva aiutato a scendere. La donna respirava affannosamente. Era intossicata dal fumo acre e ustionata su buona parte del corpo. Dopo una notte all’ospedale di Schiavonia, era stata trasferita in elicottero all’ospedale veronese di Borgo Trento.

Ultimo aggiornamento: 17:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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