Donadio, presunto boss dei casalesi, parla dell'ex sindaco e suo legale: «Mirco Mestre, brava persona»

Venerdì 7 Ottobre 2022 di Maurizio Dianese
Processo casalesi, Donadio parla di Mirco Mestre: "Brava persona"

ERACLEA - «Brave persone come Mirco Mestre ne ho conosciute poche, anzi nessuna». Parola di Luciano Donadio, il capo del clan dei casalesi di Eraclea il quale interviene alla fine della lunghissima deposizione dell'ex sindaco Mestre, arrestato nel blitz del febbraio del 2019 che ha azzerato la cosca dei casalesi di Eraclea. Pensare che Mirco Mestre ce l'aveva messa tutta compresa una emozionante lacrimuccia, per convincere il Tribunale che lui è un'anima bella finita in mezzo ai lupi. Non sapeva nulla Mirco Mestre, eletto sindaco grazie anche ai voti dei casalesi. «Nessuno mi ha mai detto nulla. I carabinieri? No. La polizia? No. La Prefettura? Ho fatto un sacco di riunioni in Prefettura e nessuno mi ha mai messo sull'avviso».
Strano che gli investigatori, che pure tenevano sotto controllo Donadio da anni, non siano andati a dire al suo avvocato perché Mirco Mestre ha seguito come legale Donadio per 14 anni e 28 procedimenti, pagando 25/30 mila euro di parcelle, come ha sintetizzato lo stesso Mestre - che Donadio non era uno stinco di santo, no? E chissà perché sono andati invece a dirlo al suo predecessore, il sindaco Giorgio Talon, l'unico primo cittadino di Eraclea che non ha mai avuto nulla a che fare con i casalesi. Talon era stato avvertito di stare in guardia, ma se anche non glielo avessero detto, lui come tutti gli abitanti di Eraclea sapevano bene chi era Donadio. Però la linea di difesa di tutti gli imputati di questo processo contro i casalesi di Eraclea è per forza questa: non sapevamo. E Mirco Mestre, che come tutti i politici vive di fama e quindi di presenze e di foto sui giornali, arriva a dire che lui non legge i giornali, «non ho tempo». E non avendo tempo non ha mai saputo nulla di nulla. Nemmeno che l'ex sindaco Graziano Teso non a caso condannato per concorso esterno in associazione mafiosa era vicinissimo a Donadio.

IL VICESINDACO
È così Graziano Teso diventa il vicesindaco della Giunta guidata da Mestre che, non avendo mai saputo nulla di nulla, non si era stupito quando la Lega Nord aveva preso il cappello e si era ritirata dalle consultazioni per formare una coalizione di centro destra. «A quanto sapevo io, Teso era antipatico a qualcuno della Lega». Tutto qua. E se Donadio in più di una occasione dice di Mestre «è il nostro sindaco» - ma è anche vero che era Graziano Teso il punto di riferimento politico dei casalesi secondo Mestre la frase va intesa in senso calcistico, come quando uno del Milan, dice «è la nostra squadra». E quindi, non avendo mai sospettato che a Eraclea ci fosse la camorra, nonostante decine e decine di articoli sul Gazzettino che dal 2006 in poi ha raccontato le malefatte dei camorristi di Eraclea, certo non poteva sospettare che Antonio Pacifico pure lui del gruppo dei casalesi e pure lui condannato per truffa come Donadio per usura - avesse prestato soldi a strozzo a Ludovico Pasqual che si era rivolto a Mestre per cercare di difendersi proprio dalle pretese di Pacifico: «Non sapevo che era prestito usuraio, altrimenti lo avrei invitato ad andare dai carabinieri».
Ecco perché, essendo all'oscuro di tutto, quando è stato arrestato «mi si è stravolto il mondo». Mirco Mestre lo dice alle 11.49, dopo oltre un'ora di deposizione tesa e nervosa in aula bunker e a quel punto scatta pure la lacrimuccia. «Perché essere coinvolti in questa vicenda...

Io professo la mia innocenza, come ho sempre fatto dall'inizio. Non ho mai fatto un accordo con chicchessia».

CAMPAGNA ELETTORALE
E quindi dei voti che gli ha portato Donadio attraverso Zamuner - che sarà interrogato sul punto la prossima volta - nulla sa. E la campagna elettorale del 2016 chi l'ha pagata? «L'abbiamo pagata noi della Giunta, di tasca nostra quando siamo stati eletti: 27 mila euro».
Donadio in una intercettazione dice di aver dato 50 mila euro. «Non è vero». Lo conferma lo stesso Donadio, seguendo la linea di negare sempre tutto: «Mai pagato una campagna elettorale». Peccato che non sia così, Maurizio Barzan in aula ha confermato che lui, Donadio e Graziano Poles hanno finanziato tutte le campagne elettorali di Graziano Teso. Ma, senza scomodare Shakespeare, Luciano Donadio è uomo d'onore e aggiunge: «Se tutti i boss fossero come me, la camorra sarebbe legalizzata».
Ecco un altro che si stupisce che lo abbiano arrestato invece di farlo Cavaliere della Repubblica.

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 20:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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