Blitz contro i bivacchi e le occupazioni abusive, liberato il sottopasso del cimitero

Giovedì 25 Gennaio 2024 di Fulvio Fenzo
Blitz contro i bivacchi e le occupazioni abusive, liberato il sottopasso del cimitero

MESTRE Il sottopasso, l’edificio abbandonato, la palazzina da demolire... Un giro quotidiano per tenere sotto controllo la città ed evitare che il degrado peggiori giorno dopo giorno. E così, stavolta, “Oculus” ha smantellato i bivacchi degli sbandati nel tunnel che da via Santa Maria dei Battuti porta al cimitero di Mestre, e poi in via Torino a due passi dal Campus universitario e, a Marghera, nelle ex case comunali che dovrebbero essere abbattute nelle prossime settimane in piazza Mercato.

E, ancora, gli agenti del servizio Sicurezza urbana della Polizia locale, impiegati in questo progetto attivato dal 2011, hanno controllato una serie di altri siti a rischio intrusione, segnalati anche dai residenti delle zone circostanti. 


SGOMBERI E CONTROLLI
Clochard e sbandati erano infatti tornati nel sottopasso di via Giovanni da Verrazzano, più volte sgomberato in passato, dove - con coperte, materassini e cartoni -, erano stati realizzati alcuni giacigli. Bivacchi che sono stati rimossi assieme agli operatori di Veritas, sigillando nuovamente la recinzione all’entrata che era stata divelta per introdursi nel tunnel. Il secondo sgombero è avvenuto nell’ex ambulatorio dell’ex “Macello” di via Torino, edificio comunale messo in vendita per trasformarlo in studentato, dove gli agenti hanno trovato un italiano e un colombiano che dormivano sotto ad una tenda montata in una delle stanze. Infine, sempre in tema di sgomberi, sono stati richiusi gli accessi dei civici 30 e 39 di piazza Mercato a Marghera, liberando le palazzine che dovranno essere demolite. 
Ma nella “Città giardino” gli agenti sono tornati anche nell’ex asilo Sacro Cuore (dove è partito il cantiere dell’Ulss per realizzare il distretto sanitario, ma qualcuno continuerebbe ad entrare) e nell’area verde sul retro del teatro Aurora, tra via Padre Gelain e via Paolucci, usata stabilmente come luogo per il consumo di sostanze. E qui, nei prossimi giorni, la parrocchia di Sant’Antonio, proprietaria dell’area, provvederà a ripristinare la recinzione divelta e a rimuovere i rifiuti.


«LAVORO QUOTIDIANO»
«L’obiettivo dei controlli è contrastare il degrado e promuovere la legalità - spiega l’assessora alla Sicurezza, Elisabetta Pesce -. Questi interventi mirati sono volti a rendere la nostra città un luogo più sicuro per tutti, anche con la collaborazione dei cittadini che ringraziamo per le segnalazioni». Segnalazioni che erano arrivate anche per alcuni movimenti sospetti nell’edificio abbandonato in via Forte Marghera 241, di proprietà dell’Agenzia del Demanio, oppure nell’ex Unicredit di via Forte Marghera 101, e al Palaplip di via San Donà, chiuso ormai da anni, dove sono stati riscontrati segni inequivocabili di tentativi di effrazione. 
«Il Programma Oculus prevede proprio questo - spiegano dal comando della Polizia municipale - e cioè una mappatura dei siti abbandonati e a rischio che devono essere costantemente controllati. Ora troviamo 3-4 persone alla volta, al massimo, proprio perché i sopralluoghi sono costanti ed impediscono che altri sbandati si aggiungano a quelli che già ci sono. Prima di questo progetto, sotto al cavalcavia tra Mestre e Marghera, trovammo 110 persone in un colpo solo, mentre oggi non c’è nessuno, o quasi. Per questo il sistema di “Oculus” è stato fatto proprio anche da una circolare del Ministero dell’Interno: Venezia è l’unica Città metropolitana in Italia a non avere nemmeno un insediamento fisso di sbandati».


I PROBLEMI
Ma si continua a vedere gente che dorme per strada. Al Centro Candiani, nei vari angoli che rientrano rispetto alla strada, nella serata di sabato scorso si contavano otto bivacchi, oppure sotto i portici tra via Dante e via Fusinato, o in corso del Popolo all’altezza di via Paruta o di via Mestrina. «Sono casi conosciuti - riprendono dalla Polizia locale -, ma qui siamo di fronte a persone che non accettano nessuna forma di ricovero notturno, o che soffrono di problemi psichiatrici. Al massimo prendono un tè caldo o una coperta, ma niente di più». «Siamo più sul “filone” della criminalità o degli sbandati, che su quello dei senza dimora - aggiunge l’assessore alla Coesione sociale Simone Venturini -. Spesso si tratta di stranieri, perlopiù dell’Est, che dovrebbero essere rimpatriati, per quali qualsiasi risposta di tipo “sociale” è minima, in quanto rifiutano ogni tipo di percorso di reinserimento che, invece, viene offerto dalla nostra Casa dell’Ospitalità e dall’Unità di strada che stanno operando a pieno regime».
 

Ultimo aggiornamento: 11:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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