Mestre. Tossicomani e pusher sotto casa, il gesto estremo dei residenti: «Filo spinato e sorveglianza armata»

Domenica 26 Novembre 2023 di Giulia Zennaro
Tossicomani e pusher sotto casa, il gesto estremo dei residenti: «Filo spinato e sorveglianza armata»

MESTRE - All'angolo tra via Gozzi e via Aleardi, in uno dei quartieri più multietnici di Mestre, è spuntata una nuova barriera di filo spinato: un "rinforzo" che gli inquilini del palazzo hanno installato per tenere lontani tossicodipendenti, pusher e senzatetto che orbitano nella via. Oltre all'eloquente filo spinato, sono comparsi anche due altrettanto eloquenti cartelli che recitano, in italiano e inglese: "Pericolo - filo spinato - sorveglianza armata".

MISURA ESTREMA

Una misura che può suonare estrema, ai residenti di Mestre che non hanno a che fare quotidianamente con il degrado e il pericolo causati da questi "incontri ravvicinati", ma che agli abitanti del condominio è sembrata l'extrema ratio per difendersi da coloro che entrano nel garage sotterraneo per consumare droga o passare la notte, lasciando spazzatura, siringhe e tracce di bivacchi.

Le tracce lasciate da chi consuma e spaccia droga non risparmiano nemmeno il giardino che unisce via Aleardi a via Costa, dove si trova l'asilo nido Chiocciola. Un quartiere non facile, quello di via Gozzi: il punto di congiunzione tra la zona di Mestre più vicina alla stazione, con i suoi ben noti problemi, e quella che conduce al centro della città, attraverso corso del Popolo. Un'arteria, quella di corso del Popolo, che negli ultimi mesi ha fatto parlare di sé più per lo smercio di oggetti di provenienza furtiva, dopo che il tristemente noto "mercatino del rubato" si è spostato dal parco Tasso alle panchine del Corso, che per le attività commerciali storiche che ancora resistono. In fondo a via Gozzi, sull'affaccio con corso del Popolo, il bar soprannominato "Ottagono", più volte controllato dalle forze dell'ordine dagli stessi residenti per attività poco trasparenti e ricettacolo di personaggi poco raccomandabili.

CONVIVENZA DIFFICILE

Una convivenza non sempre facile, quella tra i mestrini "storici" e i residenti "acquisiti": in via Gozzi la quasi totalità di attività commerciali è gestita da stranieri. Anche il commercio di stupefacenti, a Mestre, è in mano a pusher stranieri (anche se chi consuma sono soprattutto italiani, alcuni arrivati addirittura da fuori provincia). «I pusher che si vedono oggi non sono quelli di cinque anni fa», commenta Gianpaolo Conte, uno dei residenti più attivi nella lotta al degrado nel quartiere Piave, all'indomani dell'operazione Spiderman dello scorso giugno, «le facce sono tutte nuove. C'è stato un cambio di giro, è evidente». Fino a qualche mese fa nell'occhio del ciclone c'era principalmente il quartiere Piave. Ora, grazie alle numerose operazioni di polizia, carabinieri e guardia di finanza volute dal prefetto Michele Di Bari, la situazione si è aggravata nelle zone circostanti, fino a lambire anche Corso del Popolo. «Adesso consumatori e venditori si sono spostati a raggiera un po' in tutta la città - osserva Di Bari - basta chiedere ai residenti di via Aleardi e via Gozzi, passati in pochissimo tempo da zona nobile a zona presa d'assalto da sbandati e spacciatori».

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