I cittadini di via Piave a Mestre si organizzano con i "social per la sicurezza" e incontrano il prefetto Michele Di Bari

Domenica 22 Ottobre 2023 di Filomena Spolaor
Controlli interforze lungo via Piave in una foto d'archivio

MESTRE - Non vogliono rapporti con associazioni “politicizzate”. Sono un gruppo di residenti, si sono uniti nel coordinamento "Cittadini Quartiere Piave". Hanno creato un gruppo Facebook e uno WhatsApp, che contano numerosi iscritti. Elogiano il prefetto Michele Di Bari, che li ha già incontrati al Coffee Break. E qui ieri sera, si sono dati il secondo appuntamento. «Cerchiamo di valutare e accogliere delle strategie – ha spiegato Mary Adamo –, per costruire azioni contro il degrado e lo spaccio continuo. Ma soprattutto collaborare, come ci ha invitato a fare anche il prefetto». Due settimane fa Di Bari è passato per caso davanti al Coffee Break. Ha visto i residenti riuniti, è entrato e si è seduto insieme a loro.

«Gli abbiamo espresso i nostri problemi – ha raccontato sempre la cittadina - e lui ci ha proposto di confrontarci direttamente. È stato disponibile nei nostri confronti.

Ci ha detto anche che le leggi non sono dalla parte delle forze dell'ordine. Il lavoro interforze svolto è grandioso, ma occorre del tempo e il prefetto non vuole mollare la presa”. Nel gruppo WhatsApp, creato quindici giorni fa, una sessantina di iscritti dialogano del disagio percepito. Si comunicano anche le situazioni di emergenza, si aiutano. I residenti hanno dichiarato di sentirsi più sicuri. “La presenza dei tossicodipendenti è diminuita – ha spiegato un'altra residente -. Gli operatori di strada li portano nei dormitori. Il prefetto ha ribadito che pone attenzione a diverse situazioni, da solo o in collaborazione con il Comune e altre istituzioni, per il rispetto della legalità».

Anche Ernesto Rosapepe, titolare del Coffe Break, conferma che la condizione di via Piave è migliorata. «Certi individui non si vedono più – afferma -, come i nigeriani che spacciavano in gruppo. Prima si ritrovavano in piazzetta San Francesco o accanto alla chiesa, adesso passeggiano come normali cittadini. Si vedono meno tossicodipendenti davanti ai portoni. Sono diminuite anche le siringhe, perché gli operatori che le forniscono, poi le ritirano. Le forze dell’ordine sono più presenti ed efficaci. Noto molte più macchine, controllano e portano via gli spacciatori o assuntori». Nell’incontro di ieri si è discusso anche degli eventi che questa estate hanno animato i giardini di via Piave. Sembrano avere creato disagio. «Non è stata fatta un’attività così importante – ha sottolineato Mary Adamo -, da attirare gente per popolare la zona. Non si trattava di manifestazioni dedicate ai residenti, ma ai turisti. Non è stata garantita la sicurezza e di mattina molti cittadini vedevano persone che dormivano sopra al palco o nascoste dietro le strutture».

«Inoltre, gli organizzatori della manifestazione ‘PortaVerde’ hanno promosso uno spettacolo, in cui si parlava della liberalizzazione delle droghe leggere – ha aggiunto un residente - . È contradditorio parlare di riconquistare il quartiere, quando si pubblicizzano eventi che alimentano la questione». Ernesto Rosapepe a breve presenterà un progetto al Comune. Sta coinvolgendo i bar e i ristoranti del quartiere Piave di ogni nazionalità, per organizzare eventi nei giardini, ognuno con il proprio stand.

Ultimo aggiornamento: 17:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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