QUINTO DI TREVISO - È bastata una serata di festa a trasformare un 30enne come tanti in un pirata della strada. La sua fuga ha innescato un micidiale effetto-domino costato la vita al camionista Livio Babetto, 44 anni di Noale, travolto e ucciso a Quinto, sulla Noalese, nella notte tra venerdì e sabato.
Mentre macinava chilometri, ignaro della tragedia che si sarebbe consumata di lì a poco, non si è reso conto degli indizi che stava letteralmente spargendo per strada. Sono stati i pezzi di carrozzeria raccolti sul luogo del mortale e poi sulla rotonda a fornire alla polizia stradale indizi cruciali sull’auto pirata: modello, colore, direzione di fuga. I controlli incrociati nelle banche dati delle forze dell’ordine e le pattuglie sguinzagliate a setacciare le strade hanno fatto il resto, permettendo alla polizia stradale di chiudere il cerchio sul pirata grazie a un’indagine-lampo. L’auto malconcia era parcheggiata sotto casa. La prova definitiva che ha permesso di dare un volto e un nome al pirata che verso le 3 della notte tra venerdì e sabato aveva innescato il micidiale effetto-domino culminato nella morte dell’autotrasportatore.
GLI ACCERTAMENTI
Il 30enne è già stato denunciato per omissione di soccorso e ora rischia un’ulteriore denuncia per guida in stato di ebbrezza, se gli accertamenti confermeranno che era ubriaco anche al momento dell’incidente. Oltre a una serie di violazioni del Codice della Strada. Anche la 25enne che ha travolto Babetto finirà sotto inchiesta, con l’accusa di omicidio stradale: un atto dovuto in casi come questo. La giovane, che viaggiava in direzione Zero Branco, è risultata negativa all’alcoltest e, in base ai primi riscontri, teneva una condotta di guida prudente. Eppure non è riuscita a evitare il 44enne: se l’è trovato davanti all’improvviso e non ha potuto fare nulla. La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio stradale e nelle prossime ore il magistrato deciderà se disporre o meno l’autopsia sul corpo della vittima. Intanto si attende l’esito degli esami tossicologici su tutti e tre i conducenti coinvolti. Sarà invece la perizia cinematica a ricostruire l’esatta dinamica, le cause e le responsabilità del “doppio incidente”. Ripercorrere gli attimi dell’investimento sarà determinante: un nodo cruciale è capire se il 44enne sia uscito mentre la Clio era in transito, sbucando all’improvviso, o se l’investimento fosse in qualche modo evitabile. Anche le condizioni della strada potrebbero aver giocato un ruolo nel tragico epilogo, con l’asfalto reso scivoloso dall’umidità e un velo di nebbia che potrebbe aver ridotto la visibilità.
IL DOPPIO INCIDENTE
Il camionista, dipendente della Siad, era specializzato nei trasporti speciali: quella notte stava andando a recuperare il suo camion parcheggiato a Quinto. Lo aspettavano a Bergamo per caricare l’ossigeno da portare agli ospedali. Invece il suo viaggio si è interrotto tragicamente sulla Noalese. Babetto era riuscito a risalire dal fosso dopo il tamponamento. Probabilmente stava attraversando la strada per mettersi in salvo nella piazzola di sosta di fronte e da lì chiamare i soccorsi. Invece è stato falciato.