Incidente mortale a Quinto di Treviso: preso il pirata della strada, positivo all'alcoltest. A inchiodarlo i detriti dell'auto

Domenica 18 Dicembre 2022 di Maria Elena Pattaro
Livio Babetto

QUINTO DI TREVISO - Sono stati i detriti a inchiodarlo. I pezzi di carrozzeria rimasti sul luogo dell'incidente hanno permesso ai poliziotti di risalire al pirata. La caccia al fuggitivo è durata un paio d'ore. Finché il 30enne trevigiano è stato rintracciato a casa di un amico. Aveva bevuto: l'alcoltest ha dato esito positivo. Era ignaro della tragedia che si era consumata nel frattempo. Ma sotto casa era parcheggiata l'auto malconcia con cui aveva tamponato la Opel Meriva di Livio Babetto, il 44enne falciato l'altra notte sulla Noalese dall'auto in transito di una 25enne veneziana.

Il camionista di Noale, dipendente della Siad, stava andando a prendere il camion parcheggiato a Quinto. Guidava l'auto della compagna e si era appena messo in salvo dopo quel primo incidente: la Meriva era finita nel fosso pieno di fango, in via Marconi, nella zona industriale di Quinto, all'altezza del Prix. È stato proprio il fuggitivo a innescare il micidiale effetto domino culminato nella morte dell'autotrasportatore, 70esima vittima dell'anno.


INCIDENTI CONCATENATI
Il giovane automobilista tampona la Meriva e scappa, lasciando Babetto dolorante e sotto choc. Ma l'indagine-lampo della polizia stradale ha permesso di stringere il cerchio attorno al trevigiano. Fondamentali sono stati i pezzi di carrozzeria persi dalla macchina pirata, a partire da un brandello di cofano che ha permesso agli inquirenti di individuare subito il modello della vettura, restringendo il campo delle ricerche. I controlli incrociati sulle banche dati delle forze dell'ordine e le strade battute a tappeto dalle pattuglie impegnate proprio nei controlli anti-stragi hanno fatto il resto. Così nel giro di un paio d'ore il 30enne è stato rintracciato, a diversi chilometri dal luogo dell'incidente. Aveva trovato rifugio da un amico. La pattuglia della Polstrada intervenuta in via Marconi poco dopo le 3 si era accorta subito che all'appello mancava una vettura. Detriti e segni erano inequivocabili: sull'asfalto e nel fossato c'erano pezzi di carrozzeria di una terza auto, che mancava all'appello. Segno che il primo impatto era stato di una certa violenza, tanto da far finire nel fosso la Meriva diretta a Quinto e da staccare parte del muso dell'altra auto. Inoltre la macchina del 44enne aveva un'ammaccatura posteriore compatibile con un tamponamento. Nel fosso, insomma, Babetto non ci era finito da solo. Le telecamere però non sono state d'aiuto nella caccia al pirata: in quel tratto di Noalese non ci sono occhi elettronici pubblici e quelli installate dai privati non inquadrano l'arteria.


LE INDAGINI
Il 30enne è stato denunciato per omissione di soccorso e rischia anche la contestazione per guida in stato di ebbrezza, se gli accertamenti confermeranno che era sotto l'effetto di alcol anche al momento dell'impatto. Intanto la Procura di Treviso aprirà un fascicolo per omicidio stradale. La 25enne che ha travolto Babetto, risultata negativa all'alcoltest, verrà probabilmente indagata, come atto dovuto. Il pubblico ministero deciderà in queste ore se disporre l'autopsia sul corpo del 44enne. La dinamica e le cause del doppio incidente sono ancora al vaglio degli inquirenti. Ricostruire gli attimi dell'investimento sarà determinante: un nodo cruciale è capire se il 44enne sia uscito mentre la Clio era in transito, sbucando all'improvviso, o se l'investimento fosse in qualche modo evitabile.


FALCIATO E UCCISO
Sono le 3: Babetto sta percorrendo la Noalese in direzione Treviso, che in quel tratto di zona industriale prende il nome di via Marconi. All'improvviso succede l'irreparabile: il 44enne viene tamponato dall'auto pirata, sbanda nel fosso, riesce a risalire e a raggiungere la carreggiata ma proprio quando crede di essere in salvo viene falciato dalla Clio, che viaggia in direzione opposta. L'uomo finisce sotto la vettura: l'impatto è fatale. La giovane si ferma immediatamente e scatta la chiamata al 118. In pochi minuti si precipitano sul posto l'ambulanza, i vigili del fuoco e una pattuglia della polizia stradale. I vigili del fuoco illuminano a giorno la scena dell'incidente ed estraggono il corpo da sotto la Clio. Purtroppo per Livio non c'è più niente da fare. Al medico del Suem 118 non resta che constatarne il decesso.

Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 12:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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