TRIESTE - Una banda organizzata, ognuno con un ruolo ben preciso.
Il primo furto in via dei Porta
Per la banda però questi saranno solo lontani ricordi, perché attraverso le denunce e le indagini condotte attraverso anche la visione delle immagini di videosorveglianza del circuito cittadino, gli otto soggetti, tutti di nazionalità georgiana, ritenuti responsabili dei furti sono stati rintracciati e identificati. Per quattro di loro, considerati gli elementi più pericolosi, sono state emesse misure cautelari. L'operazione, denominata Open House, ha permesso di identificare inizialmente due soggetti, di nazionalità georgiana che, presumibilmente, erano stati gli autori di uno dei primi furti perpetrati in via dei Porta, che aveva fruttato quasi 15.000 euro.
Come agivano
Oltre all’utilizzo di strumenti ed attrezzi di tipo professionale, idonei ad aprire facilmente porte blindate e forzare casseforti, il gruppo criminale è stato particolarmente abile nel non lasciare tracce ed indizi. Le denunce di furto sono state ricevute sia dall’Arma dei Carabinieri che dalla Polizia di Stato che, in un primo momento, hanno condotto indagini in autonomia, effettuando gli interventi nelle abitazioni colpite dalla banda in argomento e curando i relativi sopralluoghi con i dovuti rilievi tecnici. Successivamente, accertata l’identità degli stessi autori dei furti, la Procura della Repubblica di Trieste ha riunito i vari fascicoli affidando al dott. Montrone il coordinamento delle indagini.
Quattro misure cautelari
Nella prima mattinata di lunedì scorso, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri di Trieste hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica giuliana, nei confronti di quattro cittadini di nazionalità georgiana, tra i 20 e i 40 anni, ritenuti gli elementi più pericolosi della banda. Tre dei quattro soggetti sono stati assicurati alla giustizia mentre il quarto è attualmente latitante e si presume possa essere espatriato. Mentre uno è stato associato alla casa circondariale di Reggio Calabria, dove risiedeva, gli altri due sono stati arrestati in regime di detenzione domiciliare muniti di braccialetto elettronico. Le attività di indagine di Carabinieri e Polizia proseguono sia per la cattura del quarto individuo e sia per ricercare la refurtiva trafugata.