Violenza contro le donne, i volti delle 700 vittime nelle tele della veneziana Paola Volpato in mostra a Treviso

Lunedì 7 Novembre 2022 di Elena Filini
Paola Volpato dipinge i volti delle donne vittime di violenza

TREVISO - I loro volti, i loro nomi, le loro storie. Donne sorridenti, giovani. Uccise dei propri mariti o compagni. Sono tutti ritratti, settecento, nella mostra dell'artista veneziana Paola Volpato inaugurata ieri pomeriggio a palazzo dei Trecento e dedicate alle donne vittime di femminicidio. Il numero impressiona. «Ho immaginato un'installazione a chiocciola perchè la spirale della violenza è sempre più avviluppante, potenzialmente senza fine», spiega Paola Volpato. Ogni tanto, tra molti ritratti, una fondo nero. «Sono le ragazze che non hanno neppure un volto, donne che potremo ricordare solo per nome». Fa impressione vederle tutte insieme, raccolte per anno. È come se nel ritratto prendessero vita e non fossero un semplice numero. «Noi siamo troppo concentrati sui numeri - incalza l'assessore al sociale Gloria Tessarolo - dimentichiamo le storie.

E dimentichiamo che dietro ogni donna c'è una famiglia distrutta».

La storia

Paola Volpato, a partire dal 2015, ha raccolto dalle notizie di cronaca nazionale tutti i volti e le storie delle oltre 700 donne uccise. Un numero che assume una particolare gravità, visto che sono oltre 1600 le uccisioni di donne registrate fra il 2008 e il 2018, mentre per il biennio 2020-2021 il rapporto della Polizia Criminale (marzo 2022) ha rilevato 147 femminicidi compiuti in ambito familiare. «I ritratti delle donne uccise in Italia dal 2015. Per ognuna di loro ho fatto un lavoro in rete, ricostruendo le loro vicende, la dinamica del loro assassinio. Ci sono anche le donne che non hanno immagine pubblica: la stima è al ribasso, ogni anno si scoprono nuove storie sommerse - riprende Volpato - l'urgenza di ricordare le loro storie è nata anni fa. Insieme alle immagini ci sono dei video in cui di ognuna racconto nomi, luoghi, e fatti di cronaca. Ho setacciato gli archivi e la cronaca nera: credo sia importante essere molto dettagliati. Quest'anno ci sono 67 omicidi, 800 dal 2015». Nel 2013 Volpato a Mestre aveva organizzato il primo flashmob dedicato al femminicidio. Dal 2015 la necessità di lavorare su questo tema è diventata un'urgenza. «Bisogna capire che il tema della violenza ci riguarda tutti».

Gli appuntamenti

La mostra ai Trecento apre un mese interamente dedicato alle riflessioni sulla violenza: il calendario completo sarà presentato a giorni, ma Treviso desidera diventare un punto di riferimento non solo per la denuncia della violenza sulle donna ma anche per le buone pratiche che riguardano i percorsi protetti e le strutture d'appoggio per mamme e bambini in fuga dalle violenze domestiche. «La volontà è stata di creare un momento all'avvio del mese di novembre per parlare a tutti: arrivi qui e hai volti che ti comunicano - sottolinea Tessarolo - chiunque visiti questa mostra due domande se le porta a casa: noi volevamo aprire degli interrogativi che poi si sviluppano durante tutto il mese». Il 25 novembre si parlerà di femminicidio sotto il profilo giuridico e nel mondo dell'informazione: la sera ci sarà uno spettacolo di sensibilizzazione. E il 27 novembre in concomitanza con la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, le Mura di Treviso saranno rivestite di coperte, nate dall'unione di tutti i quadrati con l'associazione Viva Vittoria. «Queste donne sono storie, non numeri. A Treviso portiamo il loro ricordo per far capire che la violenza tocca tutte le fasce sociali e anagrafiche, è un tema presente con drammaticità nella nostra società al punto che, facendo i calcoli, in Italia ogni anno muoiono circa 100 donne per mano dei propri compagni», conclude Tessarolo.
 

Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 10:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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