Architetto trevigiano «riporta» l'acqua davanti alle Terme di Caracalla: «Uno specchio, così il parco torna agli antichi splendori»

Al progetto ha lavorato anche Paolo Bornello

Venerdì 5 Aprile 2024 di Marta Dal Bianco e Valentina Dal Zilio
Terme di Caracalla, architetto trevigiano riporta l'acqua

TREVISO - Riportare le Terme di Caracalla all’antico splendore, attraverso l’acqua: l’elemento che le ha contraddistinte e che non torna nel sito da quasi duemila anni. Questo l’ambizioso progetto del team - di cui ha fatto parte anche l’architetto trevigiano Paolo Bornello - che ha portato all’installazione di uno specchio d’acqua davanti al monumento. Non tanto un contenitore, quanto piuttosto un caleidoscopio che permette giochi di luci e riflessi. L’idea di unire il presente a quel lontano passato è partita proprio dall’elemento centrale per un complesso di bagni termali, ma che nei secoli non era più stata raccolta. Da qui nasce il progetto “Caracalla allo specchio”, con l’obiettivo di riportare l’acqua nel luogo di epoca imperiale dopo 1.800 anni.

A raccontare il piano e le sue innovazioni, l’architetto di Treviso Paolo Bornello (Bornello Workshop, via Manzoni 17, Treviso) che si è occupato della direzione lavori e del progetto esecutivo, insieme a un team multidisciplinare e variegato.

IL PROGETTO

La squadra che si è occupata della progettazione e della realizzazione ha visto l’unione di professionisti con background e provenienze nazionali diverse (architetti di spazi, società di ingegneria all’avanguardia, archeologi e responsabili della cultura), con la Soprintendente Speciale di Roma Daniela Porro e l’ideazione della direttrice delle Terme Mirella Serlorenzi e l’architetto progettista Hannes Peer. Se l’obiettivo di riportare l’acqua nella domus originaria è stato ben chiaro fin da subito, la realizzazione del progetto ha richiesto qualche accortezza perché, per preservare il sito, non sarebbe stato possibile riempire di nuovo le terme come nell’antichità. Di questo si è occupato proprio l’architetto trevigiano Bornello, con alle spalle altri progetti di restauro contemporaneo e innovativo, tra i quali lo storico Caffé Quadri di Piazza S. Marco, la Chiesa di S. Moisé a Venezia e ancora antiche ville venete. «L’idea è stata fin da subito quella di non fermarsi al restauro - spiega Bornello -, ma trasformare l’area in un parco urbano contemporaneo a disposizione della città. Da monumento, a parco che ospiterà presto performance e spettacoli culturali. Il tutto in linea con le Terme “originarie”, che non erano solo un luogo per il benessere del corpo, ma anche della mente: un tempo ospitavano infatti biblioteche e opere d’arte».

L’INTERVENTO

L’intervento, parte di una riqualifica all’avanguardia, consiste nel posizionamento di una vasca rettangolare di 42 x 32 metri con acqua a sfioro su tre lati, rivestita da un colore nero (Liner) e con il compito di specchiare e incorniciare le meravigliose vestigia dello storico sito. La vasca, profonda solo 10 cm, presenta un palco dello stesso colore, rialzato di appena 5 cm e che dà l’idea di teatro acquatico, spazio che verrà utilizzato nelle numerose conferenze e spettacoli attesi. A restituire il calore dell’antico complesso, sul fondale dello specchio 20 getti d’acqua, accompagnati da altrettanti riflettori, permettono di eseguire vari giochi e movimenti d’acqua e di luce. Il palco è perimetrato su tre lati con un led a luce calda e, solo nel lato lungo, un impianto di atomizzazione dell’acqua è in grado di produrre una nube proiettata verso il centro della vasca. «L’accoglienza “a caldo” è stata molto positiva e inaspettata - ha spiegato l’architetto trevigiano -: il primo approccio è sempre un ottimo indicatore e c’è stato molto entusiasmo. Non potendo riportare l’acqua, abbiamo deciso di far dialogare il contemporaneo alla preesistenza».

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