Omicidio di Vanessa Ballan. Il compagno Nicola: «Volevamo sposarci, ora vivrò per nostro figlio»

Il giovane sotto choc: "Sognavamo le nozze dopo il secondo figlio"

Venerdì 22 Dicembre 2023 di Mauro Favaro
Vanessa Ballan e Nicola Scapinello

RIESE PIO X (TREVISO) - «Volevamo sposarci. Io e Vanessa stavamo cullando il sogno del matrimonio in chiesa. Si pensava di farlo dopo la fine della sua gravidanza. Invece tutto questo è stato improvvisamente cancellato. Adesso è dura. Ma so che devo iniziare a cercare di guardare avanti. Lo devo fare anche e soprattutto per il nostro bambino».

Nicola Scapinello si è confidato così con gli amici che nelle ultime ore hanno avuto modo di incontrarlo. La morte della sua compagna Vanessa Ballan, uccisa martedì mattina nella sua casa di Spineda a Riese Pio X da Bujar Fandaj, ha lasciato un vuoto che oggi sembra incolmabile. La coppia aveva un figlio di 4 anni. E lei a novembre aveva scoperto di essere nuovamente incinta: stava aspettando un altro bambino. L’amore di Nicola nei confronti di Vanessa era incrollabile. Tanto da spingerlo a superare la sofferenza per la relazione che lei aveva avuto con Fandaj. Ad agosto la 26enne aveva deciso di chiudere per sempre con il 41enne. Il kosovaro aveva iniziato a perseguitarla e a minacciarla. Ed era stato lo stesso Nicola a fine ottobre ad accompagnarla a denunciarlo per stalking.

IL PROGETTO

Un gesto d’amore capace di andare oltre alle difficoltà che si possono incontrare nella vita. Purtroppo, però, non è bastato. Martedì l’esistenza di Vanessa è stata violentemente spezzata. E sono andati in frantumi anche tutti i sogni. «Nicola è in uno stato di shock. È più che comprensibile davanti alla consapevolezza del progetto di famiglia che stava prendendo corpo: dopo il primo figlio, erano in attesa del secondo – spiega don Giorgio Piva, parroco di Riese Pio X –. C’era anche il progetto di arrivare al matrimonio con Vanessa, una volta portata a termine la seconda gravidanza, dando quindi stabilità a un rapporto per alcuni versi ancora fragile. In loro era prevalente la voglia di costruire. E ora c’è la consapevolezza che tutto questo è stato cancellato». Dopo il sequestro dell’abitazione di via Fornasette a Spineda, teatro del femminicidio, Nicola è chiuso nella casa dei suoi genitori a Riese Pio X. Ed è qui che il sacerdote si è recato mercoledì per far visita alla famiglia e per portare la vicinanza di tutta la comunità. «Pur nel grande dolore – rivela don Giorgio – ho visto in lui anche l’inizio di una volontà. Quella di dire: devo guardare avanti. Non è estraneo a questa prospettiva, per non rimanere schiacciato dentro a un ricordo negativo, stando accanto al bambino e lasciandosi aiutare dalla famiglia e dagli amici». Parole nella sostanza confermate da Simone Guglielmin, avvocato delle famiglie Scapinello e Ballan. «Nicola è stretto al suo bambino: passa tutto il tempo con lui e cerca di andare avanti per lui», sottolinea il legale. Oggi la famiglia dovrebbe andare in obitorio per portare un saluto a Vanessa. Sarà un momento di estremo dolore. Aggunge don PIva: «È una tragedia che si è abbattuta su di loro e su tante comunità: quella di Riese come quelle di Spineda, Poggiana, Castelfranco e Altivole (quest’ultimo paese di residenza di Fandaj, ndr.). Lo stato d’animo è di tristezza. Ma mi sembra di notare una voglia di superare il tutto in modo positivo. La leva è rappresentata dai valori della fede cristiana: niente cancella la forza dell’amore, del bene e del desiderio di riscattarci da situazioni negative».

LA PREGHIERA

Ieri sera le famiglie della zona di sono riunite spontaneamente in una fiaccolata in ricordo di Vanessa, una luce nel buio, culminata con il rosario recitato davanti al capitello di via Tirette, poco lontano dalla casa dove è stata uccisa la 26enne. Stasera alle 20.30 il duomo di Castelfranco, città di origine della ragazza, ospiterà una veglia di preghiera chiesta proprio dalle due famiglie. È stato dedicato a Vanessa anche il concerto del conservatorio. E i Los Massadores, il gruppo musicale di Matteo Guidolin, sindaco di Riese Pio X, hanno annullato il concerto che era stato programmato per la sera del 26 dicembre all’Home Rock Bar di Treviso: «Ci sono momenti in cui il dolore spegne anche i sorrisi più scanzonati e allegri – hanno scritto –. Riposa in pace con il tuo bambino, Vaness. Nell’asilo frequentato dal figlio di Nicola e Vanessa è andata in scena la recita di Natale. Il loro piccolo non c’era. Si è scelto di ridurre la rappresentazione al minimo. Ma senza annullarla. «In questo tremendo dolore i bambini non hanno colpe», dicono i genitori. Su tutto, resta il nodo della denuncia per stalking che non si è rivelata sufficiente a salvare la vita di una giovane donna e mamma. «Vanessa e Nicola si erano dati da fare per chiedere aiuto alla giustizia – evidenzia il parroco –. Non è cosa di mia competenza, ma bisognerebbe vedere che strumenti hanno le forze dell’ordine per intervenire in maniera efficace in situazioni del genere. In pratica che strumenti ci sono per salvare una vita». Infine, c’è anche un pensiero per Fandaj: «Il Signore sostenga chi è chiamato a indagare perché i responsabili del delitto siano assicurati alla giustizia e possano pentirsi del male compiuto. Una persona deve anche prendere coscienza e rispondere del male che ha fatto. Se a una triste realtà rispondiamo con il sentimento della vendetta, non ne veniamo fuori, ci autodistruggiamo».

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Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 06:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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