Luca Zaia torna in diretta. «Il 95% dei positivi al Covid non ha sintomi. Progetto sperimentale unico in Veneto: test della saliva per cercare il virus

Mercoledì 9 Settembre 2020 di Beatrice Mani
Luca Zaia torna in diretta oggi alle 12.30. Gli aggiornamenti sul Coronavirus in Veneto
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Luca Zaia in diretta oggi, mercoledì 9 settembre 2020. Gli ultimi aggiornamenti sul contagio da Coronavirus in Veneto e le disposizioni della Regione.

La grande novità della giornata è rappresentata da un nuovo progetto sperimentale che parte in Veneto: il test della saliva all'Università di Padova. Gli ospiti presenti nella sede della Protezione Civile di Marghera sono: il professor Rosario Rizzuto, alla guida dell'Ateneo di Padova, Mario Plebani, a capo del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell'Azienda ospedaliera di Padova, Stefano Merigliano, presidente della scuola di medicina, e il professor Roberto Rigoli, direttore dell'unità di Microbiologia dell'ospedale di Treviso e coordinatore di tutti e 14 i centri di Microbiologia del Veneto.

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Il test salivare è diverso dal tampone tradizionale per la modalità di raccolta del materiale da analizzare ma, come il tampone tradizionale, consente la diagnosi di tipo molecolare. Inizialmente il test salivare interesserà i dipendenti dell’Ateneo e gli eventuali contatti di studenti positivi, ma l’auspicio espresso oggi è che possa estendersi in maniera molto ampia in tempi ragionevolmente brevi. E si potrà fare anche l'autodiagnosi.

Un accenno ai grandi temi sul ritorno alla normalità. «Sulla sanità seguiremo le direttive nazionali, mentre sul trasporto pubblico correggeremo qualcosa».

Così Luca Zaia in diretta Facebook sulle misure di contrasto al Coronavirus in Veneto.
 

Luca Zaia in diretta: cosa ha detto





Il bollettino
Oltre un milione di tamponi eseguiti, oltre un milione di test rapidi (si supera in totale i tre milioni), totali positivi 24.209 (+91 rispetto a ieri), 7.876 persone in isolamento, ricoverati 142 (dei quali 59 negativi e 83 positivi), in terapia intensiva 18 pazienti, 2.135 i decessi dal 21 febbraio. «Il 95% dei positivi non ha sintomi, questo è un contesto epidemiologico totalmente diverso da quello che avevamo in primavera. Non abbiamo un'emergenza ospedaliera, il virus c'è, è meno aggressivo perché in questo momento non dà sintomi», ha sottolineato il presidente Zaia. (LEGGI TUTTO)


Porto Viro: focolaio nella casa di cura
«Ci sono 17 pazienti positivi su 140, su 300 dipendenti positivi 12 operatori in una casa di cura privata a Porto Viro - ha spiegato ancora il governatore -. 7 pazienti trasportati in ospedale, domani i rimanenti 10 saranno trasferiti a Trecenta dove attiviamo il reparto Covid. La situazione è sotto controllo, stamani abbiamo fatto una videoconferenza con i direttori generali delle Ulss».


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Virus, test della saliva in Veneto

«Si tratta di un programma unico a livello nazionale - ha detto Zaia nel presentarlo, vale a dire il test della saliva per il Coronavirus. Quando comincerà la sperimentazione? Prima dell'inizio delle lezioni, che prenderanno il via il 28 settembre prossimo».

«La collaborazione tra la sanità regionale e il mondo universitario – ha detto il governatore – prosegue e produce risultati sempre più importanti. Presentiamo con orgoglio quest’ultimo, che ha una prospettiva storica, perché per noi fa parte dell’evoluzione verso un sistema di test rapido di massa in autoscreening, abbinato alla spinta sulla ricerca dell’antigene. In prospettiva, il test salivare è fondamentale, perché, una volta appropriatamente testato con la sperimentazione, potrà diventare una risposta veloce e sicura, con procedure più semplici e dall’esito garantito».


Il rettore dell'Università di Padova Rizzuto
«Siamo molto orgogliosi, speriamo sia di grande utilità. Tra meno di 20 giorni l'Università ricomincia le lezioni in presenza. Gli asintomatici sono possibili trasmettitori che non siamo in grado di identificare. Per farla breve è accaduto questo: Plebani un giorno è venuto da me dicendomi che la diagnosi molecolare da saliva ha una affidabilità pari a quella dei tamponi. Quindi abbiamo proposto di fare un progetto pilota per monitorare molecolarmente (quindi ripetendo il test ogni volta) ogni 20 giorni il test al personale universitario (sarà su base volontaria ma mi aspetto che l'adesione sia molto alta, se tutti aderissero saremmo 8mila persone). Una volta identificati i positivi monitoreremo i contatti: gli studenti (60mila sono gli studenti in totale) venuti a contatto con il positivo, e quindi isolare il possibile contagio, bloccarlo subito. Questo significa garantire a insegnanti e studenti la sicurezza che chi va in aula non è portatore del virus». 

La App per gli studenti
«Abbiamo aggiornato la App di rilevazione degli studenti - ha spiegato Rizzuto -, modificandola per sapere non solo i presenti in aula ma anche dove sono seduti gli studenti, ogni posto, infatti, è numerato. La App è obbligatoria e tutti gli studenti ce l'hanno».
 

Test della saliva: come funziona

Tecnicamente è un cotoncino che si mastica e si mette in un contenitore. Poi il test viene depositato in 8 punti di raccolta. Il test quindi viene eseguito da solo dal paziente. Un codice a barre identificherà il test. Gli esiti dei test verranno comunicati poi ai dipendenti. Quanto costa il test della saliva? Quanto un tampone. Quanto tempo per avere i risultati? Entro le 24 ore. In caso di positività non serve effettuare altri esami.


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Ma perché il test della saliva non sostituisce subito il tampone?
«Si tratta di una sperimentazione, adesso cominciamo ad avere una quantità di dati che ci permette di dire che il test è valido, ma il cambiamento delle metodologie non può essere a rischio - ha spiegato Rizzuto -, bisogna prima validare questa metodologia, e noi lo facciamo su un grande numero di persone, ma bisogna sempre basarci sui dati scientifici. Il risultato è attendibile, i positivi sono positivi, la efficacia di rilevazione è come quella del tampone. Ma questo studio ci permette di ampliare il numero». 

«Il tampone lo stiamo eseguendo in 14 microbiologie del Veneto - ha spiegato il rpesidente Zaia -, ma il tema vero è che questa ricerca va nella direzione di passare da un metodo invasivo, quello del tampone, all'autodiagnosi. Quando lo dicevo a febbraio tutti ridevano... questa è un'evoluzione».

Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 13:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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