Motta di Livenza. Si ritrova in casa la banda dell'Audi bianca: negoziante urlando mette in fuga i ladri

Mercoledì 8 Novembre 2023 di Gianandrea Rorato
Una delle stanze a soqquadro nella casa del negoziante Emanuele Bellomo

MOTTA DI LIVENZA (TREVISO) - Ladri in azione lunedì pomeriggio in un’area residenziale a sud del centro storico di Motta. Presa di mira un’abitazione che i malviventi, secondo le vittime, avevano probabilmente già adocchiato da qualche giorno. I ladri hanno agito all’imbrunire per dare meno nell’occhio, sperando che in casa non ci fosse nessuno. Stando ai primi riscontri si tratta di una banda composta almeno da tre persone che si muove a bordo di un’Audi bianca, la stessa che nei giorni scorsi era stata vista a Cimpello di Fiume Veneto (Pordenone) e San Vendemiano. I ladri la settimana scorsa erano già passati per controllare la zona ed erano stati notati. Stavolta hanno preso di mira e messo a soqquadro una villetta in via Trento e Trieste


LA TESTIMONIANZA

«Lunedì pomeriggio, poco prima delle 19, ignoti che si spostano con un’Audi bianca hanno rubato a casa mia - racconta Emanuele Bellomo, commerciante di scarpe sportive con un negozio in via I Maggio - Erano in tre e io in quel momento ero appena arrivato. Sono usciti dall’abitazione saltando dalla finestra al primo piano appena ho acceso la luce. Hanno rubato oro e qualche oggetto di valore affettivo. L’elettronica l’hanno lasciata al suo posto». Bellomo poi continua: «Sentendo delle voci parlare al cellulare, forse il palo che ha avvertito i complici della mia presenza, mi sono messo a urlare salendo le scale. Quelli all’interno delle stanze sono scappati lasciando delle borse in giardino. Poi sono saliti in auto: l’Audi era leggermente avanzata e non ho potuto fotografare la targa, pur avendo lo smartphone in mano.

Poi sono fuggiti ad alta velocità». 


IL SOSPETTO

«La settimana precedente la stessa banda era venuta in ricognizione, sempre con la stessa auto. Hanno suonato al citofono, io mi sono affacciato e loro spariti in tutta fretta - chiude Bellomo - Lì per lì credevo che, avendo aperto in ritardo, fosse qualcuno che cercava mia moglie. Magari si era spazientito e se n’era andato. Ho anche provato a chiamarlo, ma chi aveva suonato ha tagliato la corda per non farsi vedere. Ho però notato l’auto, la stessa di lunedì. Sono entrati aprendo il garage: lì ho capito che in qualche maniera hanno clonato il mio telecomando». Da qui l’appello: «Dico a tutti di tenere gli occhi bene aperti e prestare massima attenzione a qualche segno particolare che si può trovare nelle abitazioni, oppure come nel mio caso una chiamata strana. I preavvisi spesso sono riconoscibili». Automatica la denuncia ai carabinieri.

Ultimo aggiornamento: 07:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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