Polizia stradale di Treviso: «Siamo stanchi di avvertire le famiglie dei morti. Non esistono strade killer ma comportamenti scorretti»

Venerdì 26 Agosto 2022 di Giuliano Pavan
Simone Morello comandante dei carabinieri stanco di avvisare le famiglie dei morti
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TREVISO - «Siamo stanchi di dover andare a suonare i campanelli delle case e annunciare alle famiglie che hanno perso un papà, una mamma e soprattutto in questo periodo un figlio». La scia di sangue che sta imbrattando le strade della provincia di Treviso non lascia indifferenti nemmeno i soccorritori. E le forze dell'ordine che, loro malgrado, sono costrette, oltre a effettuare i rilievi e le indagini del caso, anche a informare i familiari delle vittime del decesso di un loro caro. «È un'emorragia che deve essere contrastata - afferma Simone Morello, il comandante della Polizia stradale di Treviso - Quella di ieri notte (l'incidente costato la vita al 17enne Kevin Carraro) è l'ennesima tragedia di un'estate funestata da troppe croci. È necessario invertire subito la tendenza».


IL PUNTO
Treviso si conferma una delle città in cui i morti sulle strade non tendono a diminuire. Molti incidenti sono causati dall'abuso di alcol o stanze stupefacenti, ma altrettanti dalla distrazione, dall'uso del cellulare, dall'alta velocità o dal mancato rispetto delle regole del codice della strada. Sul punto il comandante Morello è chiaro: «Non esistono strade killer, ma comportamenti sbagliati che portano a conseguenze tragiche.

Le istituzioni fanno il loro dovere, cercando di sensibilizzare soprattutto i giovani, ma non solo, sui rischi che si corrono se non si rispettano le regole. Serve una maggiore cultura della sicurezza, a tutela di tutti». Le responsabilità degli incidenti ricade dunque molto spesso, se non sempre, sui comportamenti dei singoli. Le disattenzioni possono capitare, ma le percentuali dei sinistri provocati da disattenzione o condotte scorrette sono bulgare. «Il messaggio che intendo far passare è che guidare, indipendentemente dal mezzo, è una cosa seria ma non è pericolosa - continua il comandante Morello - Chi si trova alla guida di un'auto, una moto, un camion o una bicicletta deve prestare attenzione e rispettare le regole, a partire dai limiti di velocità, che esistono a tutela sia del conducente che di tutti gli altri utenti della strada. Le responsabilità sono sempre del singolo».


I CONTROLLI
L'attività di repressione è capillare. Come disposto anche nel corso dei vertici sulla sicurezza pubblica che si tengono periodicamente in Prefettura, i controlli su strada sono costanti. Non passa giorno in cui le pattuglie delle forze dell'ordine, dalla polizia ai carabinieri passando per guardia di finanza e polizia locale, non siano lungo le principali arterie e nelle vie secondarie per evitare che gli automobilisti si comportino in maniera scorretta. «Treviso esprime un coefficiente di controllo su strada molto elevato - afferma il comandante Morello - e l'attività sanzionatoria dimostra come le pattuglie siano costantemente sul territorio». Ovviamente non è pensabile né possibile avere una pattuglia lungo ogni strada. Ed è per questo che l'unico modo per evitare che si ripeta un susseguirsi di morti come in questo agosto è mettersi alla guida consapevoli che seguire le norme salva la vita. «Come polizia stradale abbiamo due modi per affrontare il problema degli incidenti - conclude Morello - Il primo è quello di presidiare il territorio: avere infatti un'auto della polizia in strada funge anche da deterrente. Il secondo è portare avanti, come stiamo facendo ormai da più di vent'anni, iniziative e campagne per far capire soprattutto ai più giovani che guidare con responsabilità è un dovere civico».
 

Ultimo aggiornamento: 19:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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