Incidente frontale a Montebelluna tra una corriera e un furgone. Chi erano Pietro Gallina e Ruggero Priarollo: «Amici dal cuore d'oro»

Domenica 15 Ottobre 2023 di Valeria Lipparini
Incidente frontale a Montebelluna tra una corriera e un furgone. Chi erano Pietro Gallina e Ruggero Priarollo: «Amici dal cuore d'oro»

MONTEBELLUNA (TREVISO) - Nascondeva il suo grande cuore dietro una faccia scavata dalle rughe e dal sole. Pietro Gallina, l’80enne titolare dell’omonima attività di pompe funebri, è deceduto ieri nel terribile schianto in via Bassanese. Era conosciuto e amato da tutti. Montebellunese doc, abitava dietro al Duomo, non si interessava di politica e di vita pubblica. Ma di persone, quello sì. E quando qualcuno era in difficoltà, economica o anche soltanto perchè aveva qualche cruccio di troppo, c’era Pietro pronto ad aprire una porta. Uno spazio di ascolto, oppure il suo furgoncino per portare la legna a chi ne aveva bisogno, pronto pure per trasportare in ospedale chi non riusciva a farlo da solo. Apriva, con la stessa disarmante semplicità, anche il portafogli. Non si contavano le persone che gli venivano a chiedere un piccolo aiuto. «Lui non negava nulla a nessuno e spesso il prestito non gli tornava indietro. Ma era fatto così. Dava con una mano e con l’altra scordava quello che aveva fatto» racconta, con le lacrime agli occhi, il genero Fabiano Veneran.

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LA GENEROSITA’
Pietro, artigiano del legno da quando ne aveva 17, aveva sposato Angela Dussin. Da quell’amore erano nati due figli, Lino, che aveva rilevato l’attività del padre e Gilda, sposata con tre figli. Pietro veniva da una famiglia numerosa, era il più grande di altri quattro tra fratelli e sorelle e, con la generosità che metteva in ogni gesto, aveva deciso di tenere in casa con sè il fratello down Franco, morto tre mesi fa, a 63 anni. Era stato un piccolo miracolo d’amore. Lo teneva come un figlio, lo accudiva e dove andava lui, di solito, si portava anche Franco. Tanto che i medici gli avevano fatto i complimenti. «Franco ha vissuto molto a lungo per una persona che ha la sua sindrome, è stato merito di Pietro. Glielo hanno riconosciuto gli stessi medici che avevano in cura Franco» dice la sorella Mariangela, sconvolta, nella strada della morte, a due passi dal furgoncino con il muso completamente distrutto, dove ha trovato la morte il fratello pochi attimi prima. Non sa nulla della dinamica dell’incidente. «Non ho chiesto» si schermisce. Ma una cosa la sa. E la dice: «Mio fratello andava piano quando era al volante, non ha mai azzardato sorpassi e non superava i limiti di velocità. Mi spiegheranno cosa è successo». È scossa, così come alcuni amici di Gallina che vogliono ricordarlo, invece, come il punto di riferimento della comunità «La domenica riuniva una brigata di amici dopo la messa.

Qualcuno portava una bottiglia, qualche altro, qualcosa da mangiare. Quattro chiacchiere, due battute e poi ognuno tornava a casa propria con il cuore più leggero. Adesso non c’è più ed è una perdita grande» dicono.

La dinamica dell'incidente mortale a Montebelluna - Video


I PASSEGGERI
Insieme a Pietro, nel sedile davanti, due amici. Due persone che stava aiutando nei loro bisogni quotidiani. Ruggero Priarollo, 75 anni, è deceduto sul colpo. Ex muratore, viveva con la pensione in un appartamento di edilizia popolare poco distante dal centro, insieme al figlio Christian, alla compagna di quest’ultimo e alla loro figlioletta. Un uomo semplice. Che aveva lavorato duro una vita e, adesso, aiutava il figlio e la sua famiglia. C’era un filo sottile che lo legava a Pietro. Non solo amicizia e solidarietà, perchè quando poteva, gli dava una mano. Ma proprio una sintonia profonda di carattere. Ruggero era un uomo buono. Aveva sposato di nuovo l’ex moglie malata di tumore da cui si era separato nel 1990 e aveva deciso di riaccoglierla in casa. Lei, cardiopatica, era rientrata a Montebelluna dalla Germania, dove lavorava. Ruggero aveva deciso di sposarla di nuovo per garantirle un tetto e le cure sanitarie. Un gesto che nascondeva, magari, un amore mai venuto meno, ma soprattutto un cuore gentile. Insieme a loro, nel furgoncino della morte, c’era il terzo amico, Nicola Mazzocco, 64 anni, che sta lottando tra la vita e la morte in ospedale, dove i medici lo hanno ricoverato in terapia intensiva senza, per ora, sciogliere la prognosi. Un triste destino ha unito, un’ultima volta, i tre amici.

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Ultimo aggiornamento: 20:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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