Treviso. Il mercato settimanale non attrae i giovani: «Ma se ci fosse del vintage di buona qualità cambieremmo idea»

Sondaggio della Confersercenti tra i ragazzi tra i 16 e i 20 anni: solo il 34% frequenta le bancarelle; il 30% ci andrebbe per trovare vestiti di marca e vintage

Lunedì 6 Novembre 2023 di Paolo Calia
Mercato

TREVISO - I giovani non frequentano il mercato bisettimanale del martedì e del sabato, ribattezzato “Mercato Maggiore” con tanto di logo e sito internet dalla nuova campagna di marketing e promozione avviata da Ca’ Sugana e dalle categorie. Non lo frequentano per via degli orari e, soprattutto, perché è “vecchio”. Questi, in estrema sintesi, i risultati di un sondaggio fatto dalla Confersercenti per sondare richieste ed esigenze di un “target” variegato non facile da intercettare come quello dei ragazzi.

Ma di cui nemmeno il mercato tradizionale può fare a meno. E quale strumento migliore per capire gusti e tendenze che un sondaggio dai giovani e fatto da giovani? La Confesercenti si è così affidata ai ragazzi impegnati nei suoi uffici nell’alternanza scuola-lavoro per tastare pensieri e umori dei loro coetanei. È quindi nato un sondaggio su un campione di 50 ragazzi compresi tra i 16 e i 20 anni. E i risultati hanno portato non poche sorprese.

Scarso interesse

Primo dato che già spiega molto: solo il 34% dei ragazzi frequenta il mercato trevigiano. Il 66% invece non ci mette mai piede. Chi lo frequenta, quei pochi che lo fanno, ci va per tradizione familiare (30%), per passare una mattinata diversa dal solito (35%), per procurarsi prodotti freschi, ovviamente alimentari (35%). Andando al nocciolo della questione, la maggioranza che non si avventura mai tra le bancarelle non lo fa essenzialmente perché non ha interesse. «Qui bisognerebbe lavorare - sottolinea Gianni Taffarello, presidente della Confesercenti trevigiana - il mercato va preservato perché è una risorsa. I nostri dati ci dicono che al martedì e al sabato, nei negozi della città, la clientela aumenta del 40% proprio grazie a chi arriva in città per le bancarelle e poi si dedica ad altro. È quindi una risorsa da coltivare». 

Il vintage

E allora diventa cruciale capire cosa potrebbe essere fatto per aumentare l’interesse dei giovani. E i ragazzi, al solito, le idee le hanno chiare. Il mercato sarebbe più attrattivo se si trovassero più facilmente prodotti di marca vintage o a basso prezzo (risposta data dal 40% degli intervistati): «In tanti - spiega Anna Cavasin, del Riccati dove frequenta la quarta e che ha materialmente fatto le interviste - hanno detto che preferirebbero andare a comprare capi vintage, ma di qualità, tra le bancarelle piuttosto che in un centro commerciale». Un altro 30% del campione verrebbe al mercato se trovasse abbigliamento alla moda per ragazze e ragazzi (30%); fondamentale sarebbe poi avere un catalogo online delle bancarelle con i prodotti che forniscono corredato dal prezzo (25%). «Su questo fronte è buona l’iniziativa del Comune che ha aperto il portale “Treviso per te..”, dove nella sezione “Mercato” si trovano la descrizione delle bancarelle e anche la loro posizione - osserva Taffarello - magari bisognerebbe pubblicizzarlo di più». Tra i giovani non fa invece molta presa l’idea di un mercatino delle “pulci” che, invece, in altre regioni spopola: a Treviso piacerebbe solo al 5% dei giovani.

Il nodo dell'orario

Cruciale è poi il capitolo degli orari. Prolungare la durata del mercato fino alla 15 interessa solo fino a un certo punto. Il 40% dei ragazzi dice che non lo frequenterebbe lo stesso perché al martedì c’è scuola e al sabato ci sono altri impegni personali come lo sport. Solo il 18% ritiene il prolungamento interessante, ma si tratta di studenti universitari. Il 40% invece ribadisce che l’attrattività, al netto di ogni altra considerazione, viene data dalla qualità dei prodotti. Ed è proprio sulla qualità che amministrazione comunale e categorie vogliono battere: Ca’ Sugana promette controlli più frequenti, gli addetti ai lavori più opera di persuasione. Infine qualche proposta sparsa: il 14% dei ragazzi ipotizza di spostare l’orario del mercato al pomeriggio; il 16% di organizzarlo anche di domenica; il 40% di creare un’area dedicata solo ai prodotti diretti ai giovani, una sorta di “agorà” destinata a diventare punto di ritrovo permanente. Un 30% invece, nonostante tutto, ribadisce di non essere comunque interessato all’argomento.

Ultimo aggiornamento: 08:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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