PIEVE DI SOLIGO - «Signor giudice, sì, sono stato io. Ho rubato perché mi servivano soldi dopo che mi hanno tolto il reddito di cittadinanza: prima potevo contare su 700 euro al mese, ora vivo solo con i 320 della pensione di invalidità». Parole pronunciate durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto dal 53enne di Farra di Soligo che sabato mattina si è introdotto in un cantiere edile di Pieve di Soligo tra via Mussa Alta e Carlo Conte, in gestione alla ditta a conduzione familiare La nuova De Coppi, rubando dallo sgabuzzino un portafogli contenente 300 euro e una carta PostePay e fuggendo, grazie a una complice che lo aspettava in auto, finendo per ferire Alessandro De Coppi, figlio del titolare dell'impresa, che si era aggrappato all'auto per evitare che la coppia fuggisse.
LA MISURA
Il 53enne, arrestato dopo un paio d'ore vicino a un vigneto a Conegliano e difeso dall'avvocato Alessandra Nava, è accusato di rapina impropria.
LA TESTIMONIANZA
«Stavo lavorando all'interno del cantiere, insieme a mio padre e mio zio aveva spiegato Alessandro De Coppi, vittima del furto - Quando sono uscito dalla porta d'ingresso per prendere alcuni utensili lasciati dentro il furgone, ho visto una persona allontanarsi dal ripostiglio, dove c'erano i nostri effetti personali. Lì ho realizzato che c'era qualcosa che non andava». Il ladro ha aspettato che gli operai fossero all'interno del casolare per agire. Poi si è reso conto che non era passato inosservato. «Quando ha aumentato il passo, gli sono corso dietro» ha raccontato De Coppi. L'operaio è salito su una Dacia Sandero mentre De Coppi si è appeso alla portiera per fermare lui e la complice alla guida. Cadendo si è ferito, ma è riuscito a prendere la targa e a dare una descrizione ai carabinieri, che hanno fermato la coppia prima di mezzogiorno a Conegliano.
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