Benzina alle stelle, la Marca non fa eccezione. Ecco qual è il distributore più caro della provincia

In questi giorni il picco assoluto è registrato in autostrada: nell’area di servizio Q8 Calstorta Sud lungo l’A4

Venerdì 18 Agosto 2023 di Mauro Favaro
Automobilisti a caccia della pompa di benzina più economica

TREVISO - Il prezzo della benzina è schizzato nuovamente alle stelle. E la Marca non è un’isola felice. Si supera sempre più spesso la quota dei 2 euro al litro. A volte anche con il self service. In questi giorni il picco assoluto è registrato in autostrada: nell’area di servizio Q8 Calstorta Sud lungo l’A4, nel territorio di Cessalto, il carburante speciale servito è arrivato a toccare quota 2,569 euro. Ma anche per un litro di benzina normale (servito) servono comunque 2,319 euro. Di seguito, nell’area di servizio Tamoil Sile Ovest, lungo l’A27 a Casale sul Sile, la benzina servita è a 2,309. E il gasolio tocca il massimo provinciale a 2,209 euro al litro.

I prezzi della benzina

Uscendo dalla rete autostradale, il distributore al momento più caro, come certificato dal portale Osservaprezzi del ministero delle Imprese e dal made in Italy, risulta essere l’Ip di via San Vettore a Cornuda: 2,279 euro per la benzina servita e 2,159 euro per il gasolio servito (che con il self service scendono rispettivamente a 1,979 e 1,859). Mentre il Q8 di via Molinetto a Crespano supera i 2 euro, esattamente 2,019, anche per la benzina fatta con il self service. Poco più in giù ci sono i distributori Ip sul Terraglio a Preganziol, Ag Energy di via Olivi a Possagno e le stazioni Eni di Vedelago, Fonte e Crocetta del Montello. Di contro, ci sono anche distributori che riescono ancora a tenere prezzi relativamente bassi. Ad oggi il più economico della Marca risulta essere il Tap di via Belvedere a Casale sul Sile. Qui la benzina è rimasta a 1,518 euro al litro e il gasolio a 1,408 euro al litro. Salendo un po’ si trova l’Ip del lungo Piave a Nervesa: benzina self a 1,779 e gasolio self a 1,769. E non troppo distanti da queste cifre ci sono anche l’Eni di via Feltrina nuova a Montebelluna (1,809 per la benzina self e 1,649 per il gasolio self), l’Ip di Gaiarine, Bc di via Castellana e l’Iper Station di Castelfranco Veneto. Aprendo il capitolo del Gpl, il distributore più caro è il Tamoil Sile Ovest lungo l’A27 (0,851). Fuori dall’autostrada il picco si tocca al Q8 di via Zermanesa a Mogliano (0,737). Mentre per il Gpl la stazione di servizio al momento più economica è il carburanti Bianchi di Resana (0,599). Il metano più caro, infine, si trova all’Eni di via Scattolon a Villorba (1,394). E quello più economico al distributore di via Barriera a Susegana (1,049), seguito dall’Eni della tangenziale di Treviso (1,099).

«Stavolta i benzinai non sono chiamati in causa – sottolinea Moreno Parin, coordinatore del gruppo Gestori carburanti Treviso di Casartigiani e Artigianato trevigiano – è forse l’unica cosa positiva del cartellone del prezzo medio imposto per legge. Cartellone che, per quanto riguarda i prezzi, non è servito a nulla. Anzi, già si incominciano a intravedere i primi effetti negativi sui prezzi». A proposito del prezzo medio del carburante, va sottolineato che ad oggi il Veneto risulta essere la seconda regione più economica d’Italia, appena sotto alle Marche. Parlando di media, infatti, qui attualmente si va da 1,925 euro per la benzina a 1,824 per il gasolio, fino a 0,668 per il Gpl e a 1,315 euro per il metano. Ma Parin ne ha anche per Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy. «Non potendo più puntare il dito sui benzinai, ha pensato bene di puntare ai raffinatori, colpevoli secondo lui di essere gli attuali responsabili del caro carburanti. Andando a imporre margini di raffinazione decisi per legge ai pochi rimasti in Italia li si metterà di fronte a due scelte: chiudere le raffinerie o vendere i prodotti raffinati all’estero. Complimenti alla pensata – scandisce – se proprio vuole, come azionista di maggioranza potrebbe imporre a Eni di riversare buona parte dei guadagni, utili, sui prezzi dei carburanti alla pompa presso gli impianti del cane a sei zampe. Questa sì che sarebbe una strada da percorrere, sempre che gli altri azionisti Eni accettino una drastica riduzione degli utili»

Ultimo aggiornamento: 07:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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