Tragedia di Revine, la mamma della piccola Mariia: «Torno a vivere in Ucraina, voglio sentirla vicina a me»

Mercoledì 3 Agosto 2022 di Maria Elena Pattaro
La mamma di Mariia annegata a Revine Lago è disposta a tornare a vivere in Ucraina per sentire vicina la sua piccola
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VITTORIO VENETO/REVINE LAGO - Disposta a tutto pur di restare accanto al suo piccolo angelo biondo, annegato nelle acque del lago di Revine. Anche a tornare a vivere in Ucraina, il paese da cui lei e le figliolette erano scappate cinque mesi fa e in cui Mariia verrà seppellita. Mamma Antonina non si dà pace per la morte della sua primogenita: aveva solo 7 anni, e un futuro ancora tutto da scrivere. «Non voglio abbandonarla» continua a ripetere la giovane mamma, tra i singhiozzi. È passata una settimana dalla tragedia e adesso che è stata eseguita l'autopsia sulla salma, pur nello choc, la priorità è riuscire a rimpatriare la salma in Ucraina per assicurarle una degna sepoltura nel suo paese natale, dove è nata e cresciuta. E da cui purtroppo gli orrori della guerra l'avevano costretta a scappare insieme alla mamma e alla sorellina di 5 anni, dalla città di Ivano-Frankivs'k, nell'ovest del paese, per rifugiarsi a Ceneda di Vittorio Veneto, a casa della nonna Ivanna, che abita qui da anni e in passato ha lavorato come badante.

Il nulla osta del magistrato sulla salma della piccola è atteso nelle prossime ore, mentre l'arrivo in Italia del papà della piccola, rimasto in Ucraina a combattere, sembra una possibilità sempre più remota, nonostante gli sforzi fatti dal consolato ucraino delle Tre Venezie. «Stiamo provvedendo a tutte le pratiche per il rimpatrio della salma» - spiega Alice Dall'Antonia, l'avvocato che assiste la famiglia -. A complicare lo scenario c'è il rischio che Igor il nonno di Mariia (che lavora qui come camionista, ndr) sia trattenuto in Ucraina, visto che rientra nell'età di chi è arruolabile al fronte. Ci stiamo adoperando per scongiurare questo scenario, che non farebbe».


LA SOLIDARIETA'
In tanti si sono mobilitati per contribuire alle spese necessarie al funerale, attraverso apposite raccolte fondi. A cominciare dalla comunità ucraina che sabato scorso, al termine della messa di preghiera nella chiesa vittoriese della Consolata, con rito bizantino-greco-cattolico, ha fatto una colletta consegnando il denaro raccolto nelle mani della famiglia colpita dal lutto. Anche la Caritas diocesana si è mobilitata organizzando una raccolta fondi (a cui è possibile contribuire attraverso un bonifico intestato a Fondazione Caritas Vittorio Veneto onlus, IBAN IT 30 L 02008 62196 000104583709, specificando nella causale: Emergenza Ucraina - per Mariia). «Tutta questa solidarietà che commuove la famiglia di Mariia, grata per l'aiuto, la vicinanza e il supporto che sta ricevendo in questi giorni terribili» prosegue il loro legale. Giorni in cui la mamma e i nonni della piccola continuano a ribadire la loro intenzione di andare fino in fondo per fare chiarezza sulla morte della loro piccola: «Vogliamo sapere la verità». Le indagini della Procura continuano.


FUTURO INCERTO
La priorità della famiglia al momento è celebrare il funerale della piccola. Poi bisogna pensare al futuro. Un futuro in cui il vuoto lasciato dalla bimba continuerà a pesare come un macigno. Da un lato c'è il bisogno di una madre di poter piangere insieme al marito sulla tomba della figlioletta. Dall'altra il pericolo di una guerra che non accenna a placarsi. In mezzo la preoccupazione per l'altra figlia, più piccola, a cui dare la prospettiva di un futuro lontano dalla violenza. Ma anche la volontà di seguire un eventuale processo per accertare le responsabilità sulla tragedia. «Sono tutte valutazioni che stanno facendo - conclude l'avvocata -. Sono tanti i fattori di cui tenere conto per prendere una decisione, soprattutto in un momento come questo in cui lo choc è ancora fortissimo». 

Ultimo aggiornamento: 4 Agosto, 12:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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