Bimba annegata nel lago di Revine, in caserma gli animatori del Grest. Aperta un'inchiesta

Venerdì 29 Luglio 2022 di Maria Elena Pattaro
La piccola Mariia morta a 7 anni
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REVINE LAGO (TREVISO) - Annegata nelle acque del lago di Revine, nella Marca trevigiana, mentre era in gita col grest. La procura di Treviso ha aperto un fascicolo sulla morte di Mariia Markovetska, la rifugiata ucraina di soli 7 anni, affogata mercoledì 27 luglio pomeriggio dalle acque del lago di Santa Maria. Le ipotesi di reato formulate dal pm di turno, al momento, sono omicidio colposo e omessa vigilanza. Nessun nome ancora iscritto nel registro degli indagati, in attesa che i carabinieri della compagnia di Vittorio Veneto concludano tutti gli accertamenti del caso. I militari stanno raccogliendo in queste ore le testimonianze degli animatori e dei referenti del grest organizzato dal Campus San Giuseppe di Vittorio Veneto che erano presenti al momento della tragedia. Tra i turisti e lo staff del bar Fela qualcuno ha riferito di presunte leggerezze commesse dallo staff del grest. È proprio quello che le indagini puntano a chiarire. Non sarà facile, comunque, attribuire eventuali responsabilità per il decesso della piccola.
Ieri mattina sul corpicino, che si trova ora all'obitorio di Vittorio Veneto, è stato eseguito un primo esame esterno da cui è emerso che i suoi polmoni erano pieni d'acqua.

Un elemento che farebbe propendere per la morte per annegamento. Ma soltanto l'autopsia potrà darne la certezza, chiarendo anche se all'origine dell'annegamento ci sia stato un malore magari dovuto allo sbalzo termico tra la temperatura esterna e quella dell'acqua. Con tutta probabilità il magistrato disporrà l'esame autoptico nelle prossime ore.

CHOC COLLETTIVO
Intanto ieri mattina, pur nello choc collettivo, le attività del grest sono proseguite. Ed è stata una giornata di rielaborazione del trauma, per tutti, animatori in primis. Una équipe di psicologi ha assistito gli educatori, scossi per l'accaduto per poi fornire supporto anche ai bambini. Erano una quarantina, dei 70 iscritti, quelli che ieri hanno partecipato alle attività. «Non potevamo sospendere tutto, rischiando di mettere in difficoltà le famiglie - afferma Suor Maddalena, responsabile amministrativa del Campus -. E poi dovevamo stare vicini ai nostri ragazzi e al gruppo di animatori. Hanno bisogno di parlare, di metabolizzare quello che è successo. È un momento terribile. Siamo tutti addolorati e sconvolti, ci dispiace immensamente per la piccola Mariia». «I bambini erano entrati in acqua a gruppi, sorvegliati a vista dagli animatori che creavano una cintura in modo che i ragazzi non si spingessero troppo in là», aggiunge la suora prima di richiudersi un in silenzio carico di dispiacere per la peggiore delle sciagure che potesse capitare. Mariia era scappata dalla guerra in Ucraina insieme alla mamma Antonina e alla sorellina: si erano rifugiate a casa della nonna Ivanna, trasferita già da tempo a Vittorio Veneto. Capelli biondi, occhi azzurri e un futuro ancora tutto da scrivere, spezzato drammaticamente.

IL DRAMMA
La chiamata al 118 è scattata alle 15.50, quando una coppia di turisti belgi si è accorta di quel corpicino adagiato sul fondo del lago, a circa un metro e mezzo da riva, subito riportato in superficie da un vigile del fuoco fuori servizio. Gli animatori la stavano cercando da più di mezz'ora, da quando cioè si erano accorti che la piccola mancava all'appello. Ma per Mariia non c'è stato niente da fare: le manovre di rianimazione sono durate un'ora e mezza. Nessuno voleva arrendersi: né i presenti che per primi le hanno praticato il massaggio cardiaco, né i sanitari del Suem 118 intervenuti poco dopo. Purtroppo il cuore della piccola non ha mai più ripreso a battere. Tra i genitori che alle 16.30 aspettavano i pullman con a bordo i loro figli si è scatenato il panico quando si è diffusa la notizia. «Per un attimo abbiamo temuto che fosse nostra figlia: anche lei si chiama Maria - dice ancora scosso Oscar Salvador - e ha 8 anni». La bimba ucraina avrebbe spento 8 candeline il 31 agosto. «È una tragedia enorme. Siamo vicini alla famiglia della piccola, ma anche allo staff del grest e come amministrazione siamo pronti a offrire tutto il sostegno necessario, materiale e psicologico», afferma Antonella Caldart, assessore al Sociale. Anche la comunità greco-cattolica della diocesi di Vittorio Veneto si sta mobilitando, non solo attraverso la preghiera ma anche offrendo un aiuto concreto per le pratiche necessarie al rimpatrio della salma. La famiglia seppellirà Mariia in Ucraina non appena arriverà il nullaosta. Un mesto viaggio di ritorno sotto le bombe da cui erano scappati. Intanto in riva al lago è stato deposto un mazzo di ortensie rosa.

 

Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 09:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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