Tragedia di Revine, il papà della piccola Mariia sta combattendo in Ucraina

Il console: "Siamo al lavoro per farlo arrivare qui in Italia quanto prima". La famiglia vorrebbe seppellire la bimba di 7 anni nel paese natale.

Sabato 30 Luglio 2022 di Claudia Borsoi e Maria Elena Pattaro
Revine lago bimba di 7 anni morta, il papà è impegnato nella guerra in Ucraina
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REVINE LAGO - La figlioletta di 7 anni muore annegata nella Marca, dove si era rifugiata per scappare dalle bombe. Lui, rimasto a combattere in Ucraina per ora non può che piangerla a distanza. Il papà di Mariia sta facendo tutto il possibile per raggiungere l'Italia e stare accanto alla moglie Antonina e all'altra figlioletta, di appena 5 anni. Ma vista la situazione non è detto che il giovane, che sta combattendo nella zona orientale, la più colpite dall'offensiva russa, riesca a lasciare il Paese. «Un dramma nel dramma» dice il console onorario ucraino per le Tre Venezie Marco Toson, che si è attivato immediatamente per fornire tutto l'aiuto necessario a riunire questa famiglia lacerata dal dolore. «Stiamo facendo il possibile per permettere il suo arrivo qui in Italia».


LACRIME E ABBRACCI
Intanto mamma Antonina, 28 anni, accompagnata dal nonno acquisito di Mariia, si è recata al lago di Santa Maria. Per vedere il posto in cui la loro bambina ha perso la vita. Ma soprattutto per capire come è potuto accadere. Ha incontrato alcuni dei primi soccorritori (Julien Hercelin, titolare del bar Fela e Lorella Da Re, infermiera di Vittorio Veneto) e ha abbracciato a lungo la turista belga che insieme al marito si è accorta del corpicino in acqua. «Aiutateci a capire cos'è successo» la richiesta accorata rivolta a chi ha cercato di riportare in vita la sua bimba. «Non c'era rabbia nelle sue parole (tradotte dal nonno della piccola perché la mamma non parla italiano, ndr), solo tanto dolore» - riferisce il titolare del bar, colpito dalla compostezza di quella giovane mamma a cui un crudele destino ha strappato la sua primogenita. La famiglia vorrebbe celebrare il funerale in Ucraina e seppellire la piccola nel Paese in cui è nata e cresciuta, sfidando le bombe da cui mamma e figlie erano scappate lo scorso marzo, allo scoppio delle ostilità. Il percorso è tutto in salita, ma la solidarietà non manca: la comunità ucraina, così come la Caritas diocesana e l'amministrazione comunale di Vittorio Veneto hanno teso la mano alla famiglia, mettendosi a disposizione per qualsiasi necessità, dal supporto psicologico all'aiuto economico per il rimpatrio della salma.


LA MESSA
A questo proposito oggi pomeriggio la comunità ucraina vittoriese si raccoglierà in preghiera attorno a mamma Antonina e nonna Ivanna, alle 14, nella piccola chiesa della Consolata in via Rizzera, luogo in cui periodicamente don Yuriy Khodan, cappellano delle comunità greco-cattoliche ucraine di Conegliano e Vittorio Veneto, celebra la messa per i suoi confratelli ucraini di rito bizantino-greco-cattolico. Al termine della celebrazione in lingua ucraina, don Yuriy si confronterà con la famiglia della bambina per capire eventuali esigenze, anche economiche, per il rimpatrio della salma della piccola. «La comunità ucraina è sempre solidale sottolinea il sacerdote -. Ed è sempre pronta ad aiutare. Il rimpatrio della salma è molto costoso». Pure il Comune è pronto a fare la sua parte. «Se ci sarà richiesto, siamo a disposizione per contribuire alle spese del funerale della bambina conferma l'assessore al sociale Antonella Caldart -. Come Comune abbiamo messo a disposizione della famiglia una psicologa che parla ucraino qual ora la sua famiglia volesse del sostegno». E nelle prossime ore il sindaco Antonio Miatto farà visita alla famiglia di Mariia, portandole la vicinanza di tutta la comunità vittoriese. «Se la famiglia lo riterrà, li incontrerò rende noto il sindaco -. La sofferenza per quanto accaduto è tantissima, colpisce la famiglia della bambina, ma anche la comunità del Campus San Giuseppe». Continuano intanto le indagini.

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Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 11:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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