Follia a Treviso. Non riceve notizie della madre da 4 ore in ospedale e aggredisce l'infermiera: «Spero che crepi»

Mercoledì 19 Luglio 2023 di Redazione
Non riceve notizie della madre da 4 ore in ospedale e aggredisce l'infermiera: «Spero che crepi»

TREVISO - Porta la madre al pronto soccorso e minaccia un'infermiera augurandole la morte. Un'aggressione verbale nata nella sala d'aspetto del pronto soccorso del Ca' Foncello e finita nelle aule del tribunale. Alla sbarra degli imputati c'è una 51enne di Mogliano, M.

T., che la vigilia di Natale del 2017 aveva accompagnato lì l'anziana madre per problemi respiratori. Dopo circa 4 ore, non avendo notizie del genitore, la donna avrebbe protestato vivacemente con un'infermiera. I toni si erano alzati ma quella volta la questione era finita lì. Non per la 51enne, evidentemente, che addossava alla sanitaria la lunga attesa di informazioni sulle condizioni della madre.

LA DINAMICA

Il 22 febbraio dell'anno dopo, infatti, ha rincarato la dose prendendosela di nuovo con l'infermiera. Con parole ancora più pesanti, stavolta. Tanto che la presunta vittima ha deciso di non lasciar correre, presentando una querela nei confronti della donna. «Ti ricordi di me? Mia mamma è sotto i ferri e ti auguro che le tue bambine piangano al tuo capezzale e che tu crepi - sono le frasi della moglianese riportate nel capo di imputazione -. So chi sei e ho già parlato con il direttore sanitario». Ieri mattina l'infermiera ha deposto in aula: «In diverse occasioni - ha detto - i parenti delle persone portate in pronto soccorso alzano la voce con noi operatori sanitari. Del resto lo posso capire: hanno il marito, un genitore o un figlio in condizioni difficili e indubbiamente la tensione sale, complice la preoccupazione. Ma quello che è successo a me non ha veramente giustificazioni».

Il processo scaturisce da un'opposizione a un decreto penale di condanna, risalente al 2020, in cui la 51enne era stata condannata al pagamento di 750 euro in sostituzione di dieci giorni di reclusione. Ma la moglianese, difesa dall'avvocato Giuseppe Basso, non ha pagato scegliendo invece la via del processo immediato, ritenendo probabilmente di essere nel giusto. L'ultima parola spetta al giudice.

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