ROVIGO - Un nuovo capitolo, con tanto di colpo di scena, si aggiunge alla vicenda della professoressa colpita in classe da uno studente che le sparò contro alcuni pallini usando una pistola ad aria compressa. Il fatto avvenne la docente all'Itis Viola Marchesini di Rovigo. Dopo la promozione degli studenti coinvolti, il 9 in condotta in pagella per due di loro, le feroci polemiche scatenatisi subito dopo e il consiglio di classe convocato su sollecitazione del ministro Valditara, conclusosi con l'abbassamento dei voti in condotta per tutti e cinque i ragazzi, oggi è la famiglia del ragazzo che sparò contro Maria Cristina Finatti, ha annunciato che potrebbe agire in sede penale e civile, per diffamazione e danni morali, qualora la docente proseguisse nel diffondere notizie "non veritiere" sul pentimento e le scuse dopo l'episodio.
Lo ha detto il legale della famiglia, l'avvocato Nicola Bergamini: «L'alunno ha incontrato la docente a scuola e si è scusato, e anche i genitori.
Il legale ha quindi puntualizzato che il ragazzo che materialmente ha sparato «si è scusato personalmente e assieme alla famiglia in svariate occasioni, fin dal giorno stesso dell'episodio. Appena tornato a casa, quel giorno, ha mandato una mail alla prof, che aveva abbandonato la scuola, porgendo subito le sue scuse, chiedendo un contatto telefonico per programmare un incontro per scusarsi di persona. La professoressa Finatti ha risposto dopo un'ora, ha apprezzato che il ragazzo si fosse accorto della gravità del fatto e avesse accettato le scuse, tanto che non riteneva necessari un incontro personale».
La docente, ha quindi puntualizzato Bergamini «nei giorni successivi agli spari non è mai stata a casa, l'alunno l'ha incontrata sui banchi di scuola e si è scusato di nuovo. I genitori sono andati a scuola per porgere le loro scuse».
Quello che la famiglia contesta a Finatti «è che ripete di sentirsi abbandonata, parla sempre in maniera generica sulla scuola. Ci lamentiamo perché sta creando dei danni nei confronti del ragazzo, dipinto come un mostro. Eppure lui ha fatto e sta continuando a fare volontariato, perché ritiene giusto il percorso rieducativo. Siccome la presenza sui media della prof è costante, i media e le tv se ne occupano. Dice che i ragazzi lo hanno fatto per esibirsi sui social, ma il ragazzo non è mai stato presente su alcun social network. Se si continuerà a generalizzare su condotte del ragazzo che non risultano vere del ragazzo, la famiglia vorrà tutelare l'immagine del ragazzo, sia in sede penale che civile», ha concluso.