Il presidente del Parco del Delta del Po: «Una scelta scellerata riaprire i pozzi»

Giovedì 10 Novembre 2022 di Giannino Dian
Il Delta del Po veneto potrebbe essere messo a rischio dalle estrazioni di gas
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PORTO VIRO - Anche il presidente della Regione Veneto è intervenuto sul tema della ripresa delle estrazioni di gas metano in Adriatico dicendo che è «corretto sondare tutte le possibilità, ma è pur vero che le perforazioni nel nostro Polesine hanno dato vita a una subsidenza, cioè un calo dei terreni, fino a 4 metri». È sempre più decisa, intanto, l’alzata di scudi contro le nuove trivelle nel Delta del Po Veneto: una terra giovane che ha poco più di 400 anni, frutto del lavoro dell’uomo e di un’opera di bonifica costata miliardi di lire, per proteggerla dalle alluvioni, renderla produttiva mantenendola sana e vivibile.

Una terra che rischia, se non tutelata, di ritornare a una immensa laguna dove dimoreranno pesci e uccelli invece dell’uomo con le sue molteplici attività socio-economiche.


COSTA FRAGILE 
Il presidente del Parco del Delta, Moreno Gasparini, chiarisce la posizione dell’ente rispetto alle possibili nuove trivelle per l’estrazione del gas a pochi chilometri dalla costa. «Di fronte alla prospettiva di estrarre una piccolissima quantità di gas metano rispetto al fabbisogno nazionale - spiega -, la nostra posizione è netta e chiara: siamo per il No. Già nel 2021 l’Ente Parco è stato capofila, e assieme ai nove comuni che ne fanno parte e alla Provincia di Rovigo, ha depositato un ricorso alle trivellazioni nell’alto Adriatico. Allo stato attuale, con le ultime notizie rilasciate dalla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni e dal ministro competente in cui si riaprono le concessioni per l’estrazione del gas metano oltre le 9 miglia e sotto il 45° parallelo, sembra l’ennesima barzelletta messa in atto per aggirare l’ostacolo opinione pubblica». 
L’Ente Parco, che lei sta guidando per il secondo mandato consecutivo è contrario a questa inattesa e preoccupante decisione del Governo. Forse non sanno della fragilità del territorio del delta del Po? «Sicuramente non conoscono non solo la fragilità ma le peculiarità e i punti forza del nostro territorio: un turismo sostenibile che dopo tanto lavoro, impiego di risorse umane ed economiche, sta muovendo i primi passi. È uno scrigno di biodiversità unico nel suo genere a livello europeo quindi, il dovere e la responsabilità di proteggere in tutte le sue forme, il mondo professionale dell’agricoltura e della pesca». 


TERRITORIO DA TUTELARE 
Gasparini ricorda la storia scritta dalle estrazioni di gas metano degli anni ‘50-‘60. «Ha già ampiamente dimostrato quanto dannoso e deleterio sarebbe mettere in atto una scelta così scellerata: da quegli anni in poi, il livello del nostro suolo deltizio si è abbassato, in certi punti, anche fino a quattro metri sotto il livello del medio mare, con altissimi costi sociali riguardanti la messa in sicurezza dei nostri argini sia di prima linea (a mare) che di seconda linea (dei fiumi: Adige e Po). Sembra assurdo, ora, dover assistere scelte governative così anacronistiche spinte verso le fonti fossili quale è il gas metano, quando il mondo intero sta facendo passi da gigante verso tecnologie innovative: il fotovoltaico e l’eolico, nel rispetto dell’ambiente». 


AZIONI DA ATTUARE
Che iniziative prenderà l’Ente Parco per convincere il Governo a rivedere la decisione di permettere le trivellazioni in deroga alle misure di tutela del territorio deltizio dei precedenti Governi? «Con i colleghi sindaci – ha concluso Gasparini (chè è anche sindaco del comune di Loreo, ndr) - riuniti al Centro Visitatori del Parco a Porto Viro, due giorni fa ne abbiamo già parlato ed è stata unanime la contrarietà alle trivelle. Il Delta ha già pagato a caro prezzo i danni dalle estrazioni negli anni ‘50-‘60. Senz’altro porteremo nelle debite sedi istituzionali, nelle forme più forti e incisive, la voce di un territorio con oltre 70 mila abitanti, invitando chiunque voglia decidere sopra le nostre teste, che venga a visitare il Delta del Po veneto, per rendersi conto che, quanto affermo come presidente dell’Ente di tutela e sviluppo del territorio, è pura verità. Ripeto, per l’ennesima volta: che l’Ente Parco regionale veneto è per un “No” assoluto alla trivellazione del nostro territorio, tra l’altro riconosciuto, ancora nel 2015, “Riserva di biosfera MaB Unesco”. 

Ultimo aggiornamento: 08:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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