Taglio di Po. Anche il Consorzio di bonifica contro le trivelle: «Sicurezza idraulica e impianti in pericolo»

Martedì 8 Novembre 2022 di Giannino Dian
Una stazione idrovora del Consorzio di bonifica

TAGLIO DI PO - Anche il presidente del Consorzio di Bonifica Delta del Po, Adriano Tugnolo, alla guida dell’ente consorziale per il secondo mandato consecutivo, esprime la sua contrarietà alla scelta fatta dal Governo per le trivellazioni in mare, allo scopo di avere una quantità esigua di gas metano, rispetto al danno che porterebbe alla bonifica e vanificando i lavori effettuati negli anni con l’impiego di miliardi di lire tolti dalle casse dello Stato. Il Delta del Po è un territorio invidiato dal mondo intero che merita rispetto, tutela e considerazione e non trivellato. Abbiamo rivolto al presidente Tugnolo alcune domande e con estrema franchezza ci ha dato delle risposte esaustive dalle quali si capisce la contrarietà alle trivellazioni.

PREOCCUPAZIONE

Cosa ne pensa del possibile arrivo di nuove trivelle dirimpetto al Delta Polesano? «Le dichiarazioni del Governo di possibili trivelle per estrazione di gas metano nell’Adriatico ci preoccupano moltissimo. Già negli anni 60 sul nostro territorio è stato estratto da terra il gas metano e stiamo ancora pagando a caro prezzo per l’abbassamento del suolo di oltre 3 metri, le terribili conseguenze. Con l’eventuale ripresa delle estrazioni, il suolo ritornerà ad abbassarsi ulteriormente e sarebbe un grosso problema per l’efficienza delle nostre idrovore. Avrebbero bisogno di una riqualificazione con un gravoso impegno economico».
Ci vuole spiegare meglio cosa significa riqualificazione delle idrovore? «Se a causa del prelievo del gas metano il suolo dovesse abbassarsi ulteriormente a causa della subsidenza, come avvenuto e come confermano esperti e studiosi della materia, le idrovore attuali non funzionerebbero per cui saremo costretti ad abbassare le tubazioni e sostituire le pompe dei vari impianti per riuscire a sollevare l’acqua dai terreni. Praticamente, bisognerebbe ripetere gli interventi fatti anni addietro».

SICUREZZA A RISCHIO

Ci sarebbero problemi per la sicurezza idraulica? «Ora abbiamo in livello di sicurezza idraulica che ci tutela sia dalle mareggiate che dalla tenuta degli argini del fiume Po quindi, dalle alluvioni mentre, se il territorio dovesse abbassarsi ulteriormente, anche la sicurezza idraulica, per l’abbassamento degli stessi argini del fiume, verrebbe compromessa e sarebbe la fine per il nostro stupendo e produttivo territorio “Parco Regionale”, la più importante zona umida d’Europa».
Perchè queste trivelle nel tratto di mare Adriatico compreso tra il 45. parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo del Po di Goro non è accettata da nessuno del Delta? «Gli anni delle alluvioni non sono proprio così lontani da essere dimenticati e quegli eventi sono stati la conseguenza delle estrazioni di metano degli anni 50/60. Al naturale fisiologico bradisismo si è aggiunta la subsidenza e per il Polesine, ma in particolare per il nostro Delta è stato un dramma che ancora continua seppure in modo più contenuto».

VENEZIA ESCLUSA

Pare che dalle trivellazioni il Governo abbia escluso la laguna veneziana. «La scelta del Governo di preservare Venezia rispetto al Delta del Po ci ha lasciati perplessi e preoccupati, come che il Delta non meriti la stessa considerazione di altri territori d’Italia. Il Delta è un territorio altamente antropizzato, con delle potenzialità eccezionali rappresentate dall’agricoltura tradizionale e specializzata, dal comparto pesca con prodotti di qualità certificata come le cozze di Scardovari, le vongole veraci e le ostriche rosa e un turismo balneare e ambientale che richiama ormai alcuni milioni di turisti all’anno».
 

Ultimo aggiornamento: 07:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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