Tragedia di Ariano, i due figli di Rkia sono tornati a scuola

L’obiettivo è cercare di dare loro un modo per superare il trauma della morte violenta della madre

Giovedì 6 Aprile 2023 di Anna Nani
la casa di via Fine dove viveva Rkia Hannaoui

ARIANO NEL POLESINE - Dopo che il giallo sulla morte di Rkia Hannaoui è stato tristemente risolto, l’interesse primario è quello di tutelare i suoi due figli di 8 e 11 anni, direttamente coinvolti nella faccenda. Ieri i bimbi sono andati a scuola vivendo così una parvenza di normalità. Le lezioni sono l’ultimo baluardo di quella quotidianità di questi due bambini che è stata completamente stravolta martedì scorso, quando la loro mamma è stata colpita da un proiettile esploso accidentalmente da una pistola che era nelle mani del figlioletto più piccolo. Una vita stravolta che li ha visti allontanare da quell’abitazione di via Fine ad Ariano nel Polesine che per tutta la loro piccola esistenza era stata la loro casa.

Una casa che avevano dovuto abbandonare per trovare rifugio dallo zio dopo la morte violenta della madre per lasciar spazio ai Carabinieri nel portare avanti le indagini che hanno tolto il velo di mistero che per una settimana è aleggiato su Ariano.


Inizialmente nessuno aveva raccontato cosa fosse avvenuto, anzi gli adulti coinvolti nella vicenda, ovvero il padre e il vicino di casa, avevano offerto una versione dei fatti che era apparsa inverosimile nonostante, fin da subito, l’esito della Tac in ospedale avesse individuato un corpo presumibilmente compatibile con un proiettile nel cranio della giovane mamma. Fino al giorno dell’autopsia, che è stata eseguita lunedì, i “grandi” di questa storia raccontavano di un malore improvviso, forse per tentare di coprire una verità molto più dura e scomoda che è stata confermata dal referto autoptico, che parlava di un proiettile nella testa che confermava lo scenario peggiore. Nel giro di poche ore sono state spazzate via tutte le altre ipotesi, lasciando la più brutta e impensabile: a sparare era stato uno dei figli.



COMMOZIONE
In paese il dolore per la scomparsa improvvisa di Rkia Hannaoui ha lasciato posto all’incredulità: ci sono persone che ammettono sconfortati di averlo pensato fin da subito e altri che ancora non comprendono come e dove un bimbo di quell’età abbia potuto recuperare un’arma carica e pronta a sparare. Sarà l’ufficio requirente competente ad accertare le responsabilità colpose di terzi in ordine a quanto accaduto in dipendenza della omessa custodia dell’arma con relativi proiettili e la posizione dei familiari minori non imputabili. L’interesse primario, invece, continua a essere quello dei bambini e dopo la svolta nelle indagini, l’amministrazione comunale di Ariano ha deciso le proprie prossime mosse. «Ci stiamo attivando», spiega la prima cittadina Luisa Beltrame, sentita in merito alla faccenda che ha lasciato basite due comunità quella arianese e quella marocchina che nel paese è ben radicata. «Non abbiamo indicazioni dalla procura, stiamo valutando però un passaggio a casa con l’assistente sociale, anche perché abbiamo recuperato un po’ di materiale scolastico e stiamo valutando di confrontarci con l’Ulss 5 e il consultorio familiare per avviare una progettualità condivisa con la famiglia».

Nei prossimi giorni, quindi, la sindaca insieme ai responsabili dei Servizi sociali contano di riuscire ad avvicinare la famiglia che dopo la conferma dell’ipotesi peggiore, si è chiusa nel proprio silenzioso dolore per quello che è un dramma nel dramma. «Stiamo vedendo se riusciamo ad andare a trovarli - prosegue Beltrame - vediamo se ci accolgono e se hanno piacere di incontrarci».
Per quanto riguarda le esequie della giovane madre, la questione è ancora aperta: fin da subito i famigliari avevano detto che avrebbero voluto portare la salma di Rkia Hannaoui in Marocco, nella sua terra di origine, per dare corso al tipico funerale islamico, ma al momento la salma non è ancora a disposizione della famiglia.

Ultimo aggiornamento: 14:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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