Il giallo di Ariano, parla il marito di Rkia: «Il medico dica la verità, io non ho capito nulla come voi»

Asmaoui Lebdaoui, il marito di Rkia Hannaoui non sembra credere che qualcuno possa aver ucciso sua moglie

Sabato 1 Aprile 2023 di Francesco Campi
Ariano, parla il marito di Rkia

ARIANO NEL POLESINE (ROVIGO) - «Il medico di Rovigo che fa tutte le visite, lui deve dire la verità. Io non ho capito nulla come voi». Al dolore si aggiunge l'incredulità per qualcosa che non gli sembra possibile. Asmaoui Lebdaoui, il marito di Rkia Hannaoui non sembra credere che qualcuno possa aver ucciso sua moglie.

Il racconto del figlio piccolo, che era in cucina con lei e dice che l'ha vista cadere mentre stava facendo una videochiamata con la nonna in Marocco, la prima diagnosi del medico del 118, che avrebbe parlato di un malore in seguito al quale la donna sarebbe caduta, sbattendo la testa sul fornello: questo quello che l'uomo ripete anche di fronte alle telecamere Rai, interrompendosi più volte quando il nodo alla gola blocca le sue parole, scoppiando a piangere, poi riprendendo a parlare di una tragedia che lui stesso fatica ad elaborare. Asmaoui fa l'operaio agricolo.

Nessun problema

Mai nessun problema con nessuno, spiega, tanto meno con l'anziano padrone di casa, Giacomo Stella, che vive al piano di sopra e che è stato il primo ad accorrere quando il bimbo piccolo ha chiamato aiuto perché la madre era caduta a terra: «Giacomo è il proprietario della casa, sta sopra e io abito al primo appartamento. Sto lì da cinque o sei anni. Non ho niente da ridire su di lui, tutto bene, tutto a posto, gioca con i bambini. Da quando siamo arrivati dal Marocco siamo venuti qua, stavo bene con mia moglie: i bambini vanno a scuola, la signora lavora dentro casa, io lavoro fuori e basta, non c'erano problemi, non c'era niente». Ora è ospite dal fratello, che vive anche lui ad Ariano, insieme ai figli. Pure il fratello annuisce quando Asmaoui parla di Stella, a confermare che i rapporti fra loro sono più che ottimi e che non ci sono mai stati problemi di sorta, sempre pagato l'affitto, sempre gentile con i bambini. In quella casa, però, non può tornare, da martedì sera, quando ancora la moglie lottava fra la morte e la vita in Rianimazione all'ospedale di Rovigo, è tutto sotto sequestro: «Come sto? Non sto bene. Io sono qua da mio fratello. Mi hanno detto i carabinieri che non posso andare là». Ma anche quando verranno rimossi i sigilli non sembra scuro di tornare in quella casa: «Per i bambini, non posso. Ma per tutti. Magari cambiamo, andiamo in Marocco».

Momenti frenetici

Poi, mette un po' d'ordine sugli orari: i bambini, come ogni giorno sono tornati da scuola con il pulmino alle 12.40, lui è uscito di casa alle 13.30, infine, alle 16.36, la chiamata del figlio. E lui che allora è tornato di corsa a casa. «Io non ho capito nulla, io ero andato a lavorare, mia moglie è caduta, l'ambulanza, l'elicottero l'ha portata in ospedale a Rovigo. Io così ho capito. Io aspetto notizie dall'ospedale per capire cosa è successo, sono tutti bugiardi, non dico nulla perché loro non hanno capito niente, allora quando arriveranno tutte le carte dall'ospedale, dal medico, allora dico cosa c'è scritto». L'attesa per una risposta chiara è spasmodica: «Che il medico dica questa signora è morta con una pistola, o il cuore, o in questo o in quel modo. E finisca la storia». E all'ulteriore domanda se creda all'ipotesi che sia stata uccisa con una pistola scuote la testa: «No». 

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 14:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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